Il danno

Post N° 37


Furono giorni tormentati... soffrivo per la lontanaza da Luca...per le scenate dei miei... per non essere in grado di gestire la situazione. Ma cosa potevo fare a sedici anni se non subire la conseguenza di uno sbaglio. Si sbaglio, perchè è così che chiamavano il mio bambino! Dio quanto avrei voluto scappare via, lontano da tutti quei discorsi concreti...da quelle ipocrisie mascherate da ragionamenti razionali e maturi...responsabili e adulti.Mi scoprii tanto forte che non credevo...proteggevo quella creatura con determinazione e amore. Nessuno poteva convincermi che fosse l'unica strada...Così passò un altro mese.I rapporti con i miei si erano incrinati definitivamente. Mi alzavo per andare a scuola, tornavo, pranzavo e mi chiudevo in camera fino all'ora di cena. Mi madre escogitò qualsiasi tecnica per farmi cambiare idea, mi impedirono di vedere Luca... ma nulla servì. Una sera al telefono lui mi disse che sarebbe venuto a trovarmi lo stesso... "Basta, mollo la scuola e mi trovo un lavoro...così si renderanno conto che non scherziamo!" E se quelle parole da una parte mi riempivano di gioia, dall'altra mi facevano sentire in colpa...Nell'ennesima discussione con mio padre, gli dissi dell'intenzione di Luca, fiera della decisione del mio ragazzo. Mio padre diventò rosso come un peperone " Ah bene, bravo!!! Ora è tutto facile eh? Ma tra qualche anno non tarderà a rinfacciarti che ha lasciato gli studi per te, perchè ora è tutto bello ma quando farete fatica, le magagne verranno fuori...e tu cosa farai eh!? Cosa farai !!!" Basta mi sembrava di morire...l'unica via d'uscita secondo loro era che rinunciassi a mio figlio. Mi sembrava di vivere accanto a due estranei...eppure erano gli stessi genitori che per anni, avevano professato amore e rispetto, considerazione e tolleranza. Ed ora dov'era tutta la loro tolleranza? Dov'era l'amore...? Come potevano essere così chiusi e duri...piccoli?Ho provato molte volte ora che sono adulta e madre, a mettermi nei loro panni...ma giuro che non riuscirei a chiedere a mia figlia di abortire, neanche se questo significasse doverci sacrificare tutti.  Si ripongono sogni e speranze nei propri figli, ci si augura sempre che possano avere il meglio...che vivano esperienze vavolose e trovino con facilità la loro strada. Tutto condito da una giusta parte di esperienze che li faccia crescere, non esuli dal conoscere il dolore...componente fomndamentale della vita, per raggiungere consapevolezza dei propri limiti e sentimenti.Altri due mesi passarono... Luca era venuto un paio di volte a trovarmi e si era fermato qualche giorno. Non erano stati momenti felici...non come speravo...  iniziava a fare strani discorsi... ed io capii che l'anello debole era lui. L'avevano tartassato per bene, non potevo biasimarlo, era giovane e in lui non c'era nessuna creatura che cresceva....Avevo saputo da sua sorella, maggiore di noi di quattro anni ,che una sera gli venne fatta una proposta dal padre. " Vedi Luca...tra qualche mese partirò per New York per seguire una grossa causa, starò via tutta l'estate, se tu sarai promosso mi piacerebbe portarti con me. Ma ovviamente tutto questo non è compatibile con le scelte che stai facendo...forse dovresti pensare bene a cosa vuoi fare, la vita è una sola". Povero Luca, pensai... in balia delle sirene...