Il danno

Post N° 38


 Luca era così distante...non erano solo i km a separarci ora. Aveva, ormai plagiato quasi completamente da proposte super allettanti e richiami alla ragione, tentato più di una volta di farmi discorsi strani. Vacillava... parlava con i suoi, poi carico dei loro discorsi mi affrontava ponendomi domande, alle quali rispondevo sempre la stessa cosa. " Luca tu devi fare quello che ti senti, quello che reputi giusto tu...io rimango della mia idea. Questo bambino non si tocca!".Allora tornava su i suoi passi e mi chiedeva scusa per essersi lasciato convincere dai suoi. Ma la successiva telefonata era la stessa cosa... gli stessi discorsi, gli stessi dubbi. Quello che mi pareva strano era la tranquillità con la quale gli parlavo...lo amavo davvero e non riuscivo ad arrabbiarmi... se lui avesse preso una decisione diversa dalla mia, avrei continuato ad amarlo.Ormai al sesto mese, vedevo crollare le persone che mi stavano accanto...e più loro erano affranti e disorientati più io ero forte e convinta della mia scelta. Parlavo alla mia creatura... " Vedi amore... non ce la fanno più!!! Noi siamo forti come le rocce e nessun mare impetuoso può scalfirci!". Vivevo la vita di una sedicenne, fiera di quella pancia che ormai si notava. Una sera mio padre venne a casa e, daccordo con mia madre iniziò un discorso che sembrava avessero imparato a memoria, perchè quando uno finiva una frase, l'altra prendeva le redini del discorso senza cambiarne il filo.Mi fecero sedere su una poltrona e si misero sul divano di fronte. Seri, composti. "Allora Beatrice... forse è arrivato il momento di smetterla con le discussioni, io e mamma non eravamo daccordo lo sai... ma ora questa è la situazione e va affrontata con tranquillità". Bene pensai, era ora. Continuò con aria contrita " Forse abbiamo sottovalutato il fatto che per te era così importante avere questo bambino...e pensandoci bene l'idea di diventare nonni non è poi così malvagia." Li guardavo incredula...dopo sei mesi di inferno, non osavo lasciarmi andare al minimo accenno, che lasciasse intuire il mio stato d'animo.Mio padre mi prese la mano e mi disse che avrei avuto tutto l'aiuto del mondo...Luca o non Luca, loro erano lì e ci sarebbero rimasti per sempre. Finì con abbracci, lacrime, sorrisi e parole colme di amore...posarono le mani sul mio ventre per la prima volta e scoppiarono a piangere...avrei voluto telefonare a Luca, ma pensai a quanto era sotto pressione...così non lo feci. Andai a letto stremata ma felice di avere i miei dalla mia parte e quella notte feci finalmente sogni bellissimi.Luca quando gli raccontai del discorso con i miei la sera prima, mi disse parole di circostanza. Forse ora sentiva il cappio attorno alla gola stringersi... e non riuscii ad essere comprensiva come al solito. Lui però rimase fedele alla promessa...ma io sentivo che non era più come prima. Ne ebbi la conferma, quando la settimana dopo mi disse che sarebbe partito per l'America con suo padre. Mi si congelò il sangue nelle vene... " Ma torno in tempo per il parto... mancano tre mesi e io ci sarò te lo prometto, però credimi è tutto così difficile e ho bisogno di andare via per un pò...poi mio padre ci tiene che vada con lui." Piansi a lungo ma non lo trattenni... mi disse che sarebbe venuto a trovarmi prima di partire, per almeno tre giorni!!! Caspita pensai tre giorni... Quella notte piansi tutte le mie lacrime... non potevo fare niente per fermarlo...se non veniva da lui il desiderio di starmi vicino...mai e poi mai l'avrei vuluto! Mi feci coraggio pensando che avevo i miei genitori accanto... ma certo, non era la stessa cosa. Arrivò dopo qualche giorno con l'aria entusiasta... fu dolcissimo e mi rassicurò. Passammo del tempo anche con i mie e mi sembrava tutto così assurdo...ora andavano tutti daccordo. I miei capivano i motivi per i quali Luca partiva col padre, assecondavano e giustificavano la loro scelta, Luca era felice perchè loro si erano ravveduti e mi sarebbero stati accanto mentre lui non c'era.... e via a gran sorrisi e risatine di convenienza. Ma che bel quadretto... e io? Mi sentivo un pacco postale, al quale  finalmente ,si era trovato un posto su uno scaffale.Ripartì... ora, vedendolo oltrepassare il metal detector però lo riconobbi, per un attimo, si voltò e i suoi occhi parlarono... era intimorito e disperato, quasi senza renderme conto gridai " Luca non partireeeee, non partire ti pregoooo!!!" Feci in tempo a vedere le lacrime...poi scomparve.