Il danno

Post N° 41


Arrivò mattina e non avevo chiuso occhio. Entrarono nella stanza i miei genitori...erano le sette. Sorridevano ma la loro tensione si tagliava con il coltello...mia madre si sedette sul letto e iniziò ad accarezzarmi la fronte... mio padre si spostava dal letto alla finestra... dalla finestra alla porta...poi si avvicinava e mi guardava, cercava di dire qualcosa...ma non riusciva. Così decisi di sdrammatizzare la situazione e dissi :" Se avessi saputo che bastava farvi diventare nonni per togliervi la parola...l'avrei fatto prima!"."Eh già..." rispose mia madre stringendomi la mano. " Stai tranquilla tesoro...tra poco tutto sarà finito". " Come finito mamma? Tra poco tutto inizia!!! Avrò il mio Andrea!!!". Aggiunsi entusiasta... avevo così tanta adrenalina in corpo che la stanchezza per la notte insonne, non la sentivo neanche! "La mamma intendeva ...che l'attesa finirà Bibi...ovvio no!?" Disse mio padre con aria seccata, cercando lo sguardo di mia madre...che invece rimaneva fisso su di me. Arrivò la telefonata di Luca ad interrompere quel teatrino. Era triste e segregato in una camera d'albergo... il padre gli aveva vietato di uscire e sequestrato i documenti, dopo averlo pescato su un taxi qualche giorno prima, mentre tentava di venire da me. Mi fece coraggio e cercò di trasmettermi tutto il suo amore... poi mi disse sussurrando :" Ti amo amore mio... perdona se non sono stato capace di starti vicino... perdonami, mi sono fatto influenzare troppo e non me lo perdonerò mai. Ma avrò modo di farti dimenticare tutto ciò che hai sofferto, amandoti per tutto il resto della nostra vita. Chiamami appena ti svegli e dai un bacino al piccolo, da parte del suo papà....coglione!". E rise. Risi anch' io.Chiusi il telefono appena in tempo per salutare i mie, che vennero cacciati fuori da un' infermiera. " Amore! Tranquilla, andrà tutto benissimo sei in ottima mani e noi saremo lì...tranquilla eh....sorridomi Bibi...". Mia madre....teatrale fino alla fine... continuò a parlare anche dal corridoio... poi sentì mio padre zittirla. Arrivata in sala operatoria, riconobbi il mio ginecologo... era bardato come un palombaro. Mi fecero sdraiare sul lettino e l'anestesista allungò il mio braccio... mi infilò un ago e mi disse " Conta fino a dieci ". Ricordo di essere arrivata a... sei....set...te....ott....poi più niente.Mi svegliai e sentii freddo...un freddo terrificante, come se fossi stata in una cella frigorifera per ore. Tremavo tanto da non riuscire a tenere ferme ne gambe, ne braccia. Ricordo le parole di qualcuno che mi chiedeva di aprire gli occhi e mi dava leggeri schiaffetti sulle guance. Poi luci che si muovevano sopra di me, mentre la barella percorreva i corridoi dell'ospedale... poi l'ascensore... ed ecco braccia che mi sollevavano e mi rimettevano nel letto... in quella stanza azzurra.Mia madre...accanto a me...apprii gli occhi per qualche istante e la vidi... distrutta con i capelli arruffati. Li richiusi. Sentivo voci lontane... poi più niente. Mi risvegliai attaccata ad una flebo con una sete incredibile. " Mamma...dov'è Andrea....?". "Stai tranquilla tesoro .... dopo te lo portano, ora devi riposare... quando sarà completamente passata l'anestesia... te lo porteranno...". " Lo voglio vedere adesso... digli che me lo portino subito...". Dissi con un filo di voce. " Bibi... gli stanno facendo degli esami... vedrai che più tardi te lo portano". " Che esami...perchè?!" Chiesi, non ancora cosciente del tutto. " Devi stare tranquilla, vedrai che non è niente... non agitarti".Tentai di alzarmi ma non ne ebbi la forza. Iniziai a piangere... ripetendo il nome del mio bambino. Mio padre chiamò il medico che mi fece un'iniezione... riaprii gli occhi solo la mattina dopo, ma rimasi intontita per tutto il giorno. Le parole mi uscivano a fatica, chiedevo di Andrea... ma nessuno mi dava risposte concrete. Ero bloccata in quel letto e mio figlio chissà dov'era... come stava...cosa gli stavano facendo? Quella notte ebbi una crisi di nervi... urlai che mi portassero il bambino. Quando arrivò il medico con quella siringa, lo gurdai negli occhi e gli dissi :" Se lei tenta di mettermi un dito addosso io l'ammazzo... mi dica dov'è e come sta mio figlio!!!"." Se tu ti calmi e cerchi di essere ragionevole, domani potrai avere qualche risposta, così non otterai niente. Il bambino ha avuto dei problemi durante il parto ed ora è in incubatrice, è debole e respira a fatica... stanno facendo il possibile. Se davvero vuoi aiutarlo stai tranquilla". Io stavo impazzendo, mi sembrava di essere nel più terribile degli incubi. Non mi facevano vedere la mia creatura. Cercai di essere ragionevole. Pensai che era in buone mani, e ora che mi sentivo meglio, forse dopo un pò di sonno, avrei recuperato le forze, e l'indomani mi avrebbero permesso di scendere da lui.La mattina dopo... entrò un prete in camera... prese una sedia e si avvicinò al mio letto.