Il danno

Post N° 48


Ed eccomi lì, grazie a quella maledetta lettera che inizialmente avevo sottovalutato, a rigirarmi nel letto, annientata dai ricordi più amari e tormentati. Quasi l'alba...i bambini dormivano come ghiri e anche Andrea, sempre allerta quando il padre era fuori, sembrava non aver udito nessuno dei miei spostamenti su e giù per le scale, a far la spola tra la camera e la cucina, la sala e il bagno, dove finalmente trovai pace immergendomi nella vasca bollente.Il pianto era tornato a torturarmi da qualche anno...eppure avevo creduto che con la nascita degli altri figli, il dolore si sarebbe un pò attenuato. Invece era tornato prepotente e scavava in me sempre più in profondità, acutizzando quel vuoto incolmabile che aveva lasciato.Suonò la sveglia e io ero ancora immersa nella vasca e nei ricordi...ero così lontano che me ne accorsi solo quando entrò mia figlia a spegnerla. La giornata iniziò inesorabilmente e io le corsi appresso trascinandomi la stanchezza. Preparai la colazione e uscii con i miei tre tesori e quel sorriso che evidentemente, tanto infastidiva qualcuno. Poi mi diressi all'aeroporto dove finalmente riabbracciai mio marito. Ogni volta era come la prima volta che lo vidi, bello, bellissimo, con quel sorriso abbagliante... mi perdevo tra le sue braccia e lo stringevo così forte da farmi male. Durante il tragitto verso casa, mi raccontò del suo viaggio, io guidavo cullata dalla sua voce e la sua mano accarezzava distrattamente la mia gamba...avevo voglia di arrivare e di godermi il resto della giornata solo con lui, fino alle quattro del pomeriggio saremmo stati senza figli... e oggi ci voleva più che mai.Scoprimmo ancora che la passione tra noi era più forte di sempre. Amarsi era perdersi l'uno nell'altro, assaporando ogni secondo con l'intensità dell'infinito...desiderando gli occhi negli occhi, per perdersi ancora, più di prima...più di sempre. La sera  rimanemmo ore a parlare coi ragazzi...scartarono i regali che Pietro aveva portato loro, ci raccontò di un paese straordinario e differente, eravamo incantati dalle sue parole e quella notte, quando finalmente andammo a letto, posai la testa sul suo petto e sprofondai in un sonno profondo.La vita riprese il suo svolgersi regolare. Non sò quanto tempo passò ma una mattina appena arrivata in studio ricevetti un messaggio." ...un pensiero per te..."Il cuore mi balzò in gola, rimasi col telefono tra le mani incredula.