Il danno

Post N° 51


 Chiuse le portiere della macchina, sigillati i finestrini…misi in moto senza sapere dove andare era l’ora di cena ma lo stomaco non avrebbe potuto ingerire nemmeno un briciola di pane, mi bastava avere lui accanto la sua mano sul cambio, sopra la mia, gelate entrambe. Girammo a vuoto come le trottole, imboccando vie a caso…la macchina si muoveva come se sapesse dove andare, noi in balia degli eventi. Uscimmo dalla città e ci fermammo in uno di quegli alberghi trattoria, dove passandoci accanto e guardandoli, mai ti sogneresti di fermarti neanche per un caffé.Invece fu un attimo, ci guardammo e raggiungemmo un tacito accordo.Entrammo, dietro il bancone un uomo grasso e sudato che asciugava bicchieri ci guardò, intuendo al volo ciò che volevamo. Ci diede la chiave di una stanza e tornò al suo lavoro.Salendo le scale mi resi conto di non avere paura di essere vista da qualcuno, non mi importava ciò che la gente potesse pensare, avrei potuto spiegare… ero io e quella storia solo mia, non facevo male a nessuno, nessun senso di colpa mi accompagnava, amavo la mia famiglia ma quella era un’altra cosa, io ora non ero la madre ne la moglie, ero io, solo una donna innamorata e debole forse, solo una donna che si era arresa …lui mi teneva la mano e saliva accanto a me ogni gradino, col respiro sempre più affannoso.La stanza la ricordo appena…sì abbastanza squallida ma non importava, chiuso in quelle mura, c’era tanto amore da scaldare il mondo. Ci buttammo sul letto e iniziammo a baciarci con un’intensità da consumarci…dietro la passione e la voglia di appartenerci però c’era un sentimento infinito, qualcosa che ci cementava, senza che avessimo mai fatto niente per alimentarlo. Mi scesero delle lacrime ma non volli smettere di averlo addosso… lo strinsi di più e lui ricambiò quell’abbraccio mille volte più intensamente. Sembrava avessimo sempre fatto l’amore insieme. Conoscevamo ogni sfumatura della nostra mente e ogni battito del cuore. Le sue mani sfioravano il mio corpo in maniera perfetta e lui vibrava ad ogni mia carezza. Restammo abbracciati, esausti, increduli e certi allo stesso tempo. Non c’erano parole che riuscissero a significare ciò che sentivamo così fu silenzio, occhi negli occhi, sorridendo e accarezzandoci fino a che non ci venne voglia di fare l’amore…ancora. E fu più grande ancora la complicità, più intense le emozioni…più audaci le carezze, i baci e la voglia di entrare l’uno nell’anima dell’altro per non uscirne mai.Poi si addormentò…lo tenni tra le braccia e lo carezzai, prima le sopraciglia, piano, il naso…perfetto, le labbra morbide e semichiuse, poi i capelli, la fronte, ripassando il suo viso come in disegno da stamparmi nel cuore. Aprì gli occhi, allora abbassai la testa e lo sfiorai con un bacio…. “ Amore mio devo andare…” dissi sussurrando. Lui mi strinse forte come a volermi trattenere. “ E’ tardi…ma tu non partire" gli dissi, "fammi organizzare bene le cose e se ci riesco, tra due giorni partiamo io e te.”