Il danno

Post N° 55


Trascorremmo giorni ad amarci in ogni senso. Mi sorpresi nel constatare però, quanto il desiderio di stare insieme non fosse solo fisico. Passammo pomeriggi a fare lunghe passeggiate con la voglia di raccontarci. Mi parlò della sua famiglia, di quanto avrebbe desiderato diventare medico, della sua passione per la fotografia e la musica. Lo trovai così simile a me...malgrado la differenza di età, c'erano molte cose nelle quali ci somigliavamo. Lo guardavo con la coda dell'occhio mentre parlava e gesticolava...Quanto parlò quel giorno, e quanto mi sentii rapita e incantata dalla sua voce. Come poteva non essere amore? Ma che forma d'amore era? Non conoscevo quel sentimento, continuavo a meravigliarmi di ciò che provavo come fossero mille forme d'amore differenti, sfaccettature di un solo diamante, uguali e diverse per luce e purezza. Ogni tanto ci sedevamo sulla sabbia a fumare una sigaretta, lasciavamo uscire il fumo dalla bocca e ne seguivamo la scia trasportata dal vento, mi spostava i capelli dal viso con un dito, per poi cercare la mia mano e stringerla. Poi sguardi, carezze, sussurri, tenerezze e voglia e passione, tutto mescolato, tutto forte e inebriante...ero come intrappolata in una pelle antica, come se stessi compiendo un viaggio dentro me, alla ricerca di qualcosa o qualcuno, come se ogni sensazione fosse già stata provata e allo stesso tempo la stessi scoprendo per la prima volta. La sera cenavamo su due tavoli diversi...lo guardavo dal mio, e più passavano i giorni, più  sentivo che i miei sguardi si posavano su di lui in maniera tenera, amorevole, quasi materna. La passione per il suo essere, alle volte lasciava il posto alla tenerezza, al desiderio di stringerlo con dolcezza...subentrava un senso di protezione. Certo non ne aveva bisogno e non la cercava da me. Sentivo i miei sentimenti mutare, lentamente quasi impercettibilmente.Quei giorni furono un inno alla vita, un tuffo in me stessa…affogai mille volte nei suoi occhi, per salvarmi altrettante tra le sue braccia. Gli donai tutto e ricevetti amore puro, delicato e intenso…una strana alchimia di cuore e testa, un girotondo sempre più stretto, con la voglia di finire l’uno nell’anima dell’altro e fondersi in un unico essere. Forte, così forte da farmi tremare. La paura di perdermi in una storia improbabile, senza futuro senza possibilità di sopravvivenza. La paura di perdere ciò che amavo in maniera altrettanto forte. Arrivò l’ultima sera e le mie idee erano più confuse che mai. “ Amore dormi con me stanotte…chissà quando ci rivedremo…chissà cosa succederà…”. “ Certo” risposi prendendo il suo viso tra le mani. “ Certo che dormiamo insieme stanotte…”.  Raggiunsi la mia stanza e mi preparai per la cena. Arrivata in sala, salutai l’ anziana contessa che sedava vicino al mio tavolo e iniziai a cenare. Dall’altra parte della sala Francesco aveva già iniziato, ci guardavamo e pregustavamo il momento che ci saremmo stretti… ogni sorso di vino un sorriso complice.  Mi asciugai la bocca e posai il tovagliolo, avevo finito, mi alzai e feci un cenno con la testa alla mia vicina, mentre le passavo accanto. “ Signora, scusi se la disturbo”,  “ prego” risposi “ non mi disturba affatto, mi dica!?”  “ Posso offrirle un bicchiere di vino…si accomodi, vedo che anche lei è sola….” aggiunse con uno strano sorriso. Accettai il suo invito, guardai Francesco di sottecchi e notai il suo sguardo divertito. “ E’ da qualche giorno che vi osservo… sa non ho molto da fare, non mi prenda per una vecchia impicciona” sorrise… lo feci anch’io. “ Siete molto innamorati… dovreste concedervelo più serenamente, le apparenze non si salvano quando dagli occhi si emana passione e coinvolgimento, certe cose non si possono nascondere. Viva la sua stagione così come le è stata donata… la vita non fa molti regali…questo sicuramente lo è… e più saprà assaporarlo e goderne, più sarà libera”. Posai il bicchiere e non riuscii a dire nulla… non c’era nulla da dire in fondo… “ Vada, l’aspetta…non abbia paura, la vita non può ferirla per questo”. Abbassò la testa e continuò a gustare il suo dolce. Lo raggiunsi nella sua stanza…le luci erano soffuse e dalla filodiffusione proveniva una musica appena percettibile… comparve in tutto il suo splendore con una bottiglia ci Champagne  in mano. In quel momento provai tutto tranne che tenerezza...