Il danno

Post N° 60


 Pensai ad uno scherzo… nò non poteva essere lì! Se lo fosse stato significava che mi aveva seguita…se era arrivato a tanto voleva dire che… che ero in pericolo, che la mia famiglia lo era. Rimasi in silenzio, guardai Pietro di fronte a me giocherellare col bicchiere, cercai i ragazzi con gli occhi e li vidi giocare sulla spiaggia sotto la terrazza. Rimasi ferma e risposi… “ Ci sentiamo più tardi e mi spieghi meglio, finisco di cenare e ti chiamo”, chiusi la conversazione.Mi tremavano le mani… Pietro mi chiese chi fosse e io gli risposi che era Carla, la ragazza che lavorava con me. Non mi voltai, cercai di restare calma anche se subito mi raggiunse un altro sms. “ Stai tranquilla dopo ti spiego io cosa succede”. Arrivò il gelato, chiamai i ragazzi…finimmo con il caffè e ci alzammo per tornare in Albergo, io mi voltai lentamente, sicura che lo avrei visto… invece non lo scorsi in nessun angolo del ristorante… ci avviammo e solo quando chiusi la porta della nostra camera, realizzai veramente. Mi devastò il terrore che la mia famiglia fosse messa a rischio per colpa mia, per la mia debolezza e stupidità. Lasciai che si addormentassero e uscii dall’albergo, attraversai la strada e mi sedetti sulla panchina davanti al lago… lo chiamai e prevenuta e preoccupata lo aggredii dicendo “ Ma sei impazzito!!! Cosa fai mi segui? Cosa pensi di ottenere così?! Non ti permettere di interferire nella mia vita, la mia famiglia non ti riguarda, non ti devi avvicinare, non mi mettere alla prova chiaro!!!”. Stavo per chiudere, quando lo sentii scoppiare in una fragorosa risata. “ Bibi calmati…lasciami spiegare ti prego… quando sono salito sul treno diretto a casa, stavo troppo male…” Non mi importa” tuonai… “ Anche io stavo male, molto male, ma non interferirei mai nella tua vita privata capito!”. “ Oh sì amore mio che interferisci” mi rispose serio “ Sono tanti anni che interferisci…”  “ Ma qui non si parla solo di noi due, io ho un marito e tre figli!!!”. “ Lasciami finire… non me la sentivo di tornare a casa…così mi ricordai delle tue parole”. “ Quali parole?” chiesi arrabbiata “ Quando mi raccontasti del tuo bambino… e di quella casa sul lago dove andasti a vivere… mi parlasti di questo paese, della gente…della pace che questi luoghi erano riusciti a infonderti… ecco, cambiai treno e decisi di venire qui, per respirare quella sensazione, per capire se poteva funzionare anche con me. Stasera sono entrato per caso in quel ristorante …stò cercando lavoro…”.Mi calmai… e lui aggiunse “ Quando ti ho vista non ho resistito…ma stai certa che non avrei fatto nulla, se ti fossi voltata ti avrei sorriso e me ne sarei andato”. “ Dio mio Francesco… sono una stupida”.“ No non lo sei…ed io ho capito quanto ami la tua famiglia…addio Bibi, ti auguro ogni bene” e chiuse il telefono.Lo richiamai subito ma… era spento.Mi guardai in giro come per cercarlo… sentii un tuffo al cuore, come ogni volta che credevo di averlo perso. Mi fumai una sigaretta e tornai in camera. Forse quella mia scenata era valsa più di qualsiasi discorso, avevo detto tutto così, senza pensare, senza riflettere sul male che potevo fargli.Ma qualcuno doveva pur soffrire in tutta quella situazione, e sdraiandomi accanto a mio marito, ringraziai che non fosse la mia famiglia.