Il danno

Post N° 69


Si avvicinava il Natale… i miei pensieri erano rivolti ai doni per i figli, per Pietro, per le mie persone care, a concludere un paio di lavori noiosi, per iniziare il nuovo anno con entusiasmi e idee diverse. Avevo trovato addobbi nuovi per l’albero in giardino, l’avrei adornato con palline e stelle bianche e argento. I ciclamini nei grandi vasi sotto il portico erano anch’essi bianchi…desiderio di purezza pensai. Le lucine tutte intorno alle finestre lampeggiavano intermittenti e davano davvero l’idea di festa. Non avevo mai dato importanza a questi particolari…ma quest’anno mi sembrava fosse diverso, avevo l’impressione che non fosse Natale senza un po’ di addobbi. Mia madre era stanca, iniziava a pesargli il cenone da preparare e tutto ciò che sta dietro alla buona riuscita di una notte speciale, perfezionista com’era, avevo capito che non sentendosi in grado di fare tutto come pretendeva, era finalmente riuscita a passarmi il testimone. Arrivò la sera del ventiquattro, Andrea aveva trovato delle musiche Natalizie che lasciò in sottofondo…la tavola era preparata per diciotto…la tovaglia bianca con ricami rossi di organza…i sottopiatti rossi di porcellana…i calici ben allineati…il servizio d’argento tirato a nuovo per l’occasione…tutto era pronto, il profumo del tacchino arrosto invadeva le stanze, e una sana atmosfera buonista aleggiava su di noi. A poco a poco arrivarono tutti… i miei genitori, il fratello e i genitori di Pietro, l’altra sua sorella con marito e i due figli, una coppia di amici, e due zii.Fu una serata deliziosa…a mezzanotte aprimmo i regali, la gioia sui volti dei ragazzi era la cosa più emozionante… soprattutto quando Pietro si alzò dalla sua poltrona e guardando Andrea disse “ allora, ti è piaciuto il libro?”. Andrea accennò un sorriso non troppo convinto e rispose “ Sì… molto grazie…” allora Pietro, impassibile aggiunse… “ mi porti le sigarette per piacere, sono nella tasca interna della mia giacca marrone” … Lui si alzò e si diresse all’attaccapanni, infilò la mano nella tasca della giacca di suo padre e disse…  “papà non ci sono…” … “ cerca meglio” gli disse Pietro, allora Andrea borbottando qualcosa sfilò un piccolo pacchettino…lo guardò intensamente e prima che potesse dire una parola, Pietro gli fece cenno di aprirlo.L’espressione di mio figlio cambiò all’ istante… quando si ritrovò fra le mani una chiave e intuì subito di cosa si trattasse. “ Dov’è!!!” gridò esultando come un tifoso alla vincita dei mondiali di calcio, facendo mosse tipo tarantolato “ dov’è papà!!!”. Pietro si avvicinò alla porta che dava sul retro, Andrea era già al suo fianco… tutti noi li seguimmo. Appena fuori… con un meraviglioso fiocco rosso legato sul manubrio, troneggiava una stupenda moto nera e acciaio.Guardai mio marito e scossi la testa in segno di disappunto ma senza farmi vedere da Andrea, la sorpresa l’aveva fatta anche a me… che tanto ero contraria a quel regalo. Eppure la gioia che provava mio figlio riuscì ugualmente a farmi sorridere. “ Noooo è proprio quella papà!!! Grazie, proprio quella che volevo…Grazie, grazie mille papi” e saltò al collo di tutti e due come se fosse ancora piccolo.Entrò in casa di corsa a mettersi il giubbotto, tornò fuori e mettendosi il casco, anch’esso nuovo di zecca, sorrise a tutti e disse “ devo fare un giro assolutamente…scusate” e accendendo il motore gridò a tutti “ Buon Nataleeee” e sparì in quella notte fredda e magica. I nonni se ne andarono dopo poco… insieme a gli altri rimanemmo ancora davanti al fuoco del camino a chiacchierare, mentre i ragazzi più piccoli, si gustavano i giochi appena ricevuti. Andrea tornò…ed io fui più tranquilla. Mancava poco all’una di notte quando suonò il citofono…io e Pietro ci guardammo con aria interrogativa… si alzò e andò a rispondere… poi mi fu accanto e avvicinandosi al mio orecchio disse “ Vieni un attimo di la…c’è Luca alla porta”.