Il danno

Post N° 73


 Pietro fu speciale come sempre… la sera stessa mi fu vicino mentre spiegai ad Andrea quello che stava succedendo, e anche Marco benché fosse molto più piccolo, riuscì a cogliere la delicatezza del momento. Le domande che mi fecero mi misero spesso con le spalle al muro… ma ecco che Pietro interveniva accomodando ogni risvolto.E così all’alba dei 46 anni mi ritrovavo a fare i conti con un passato lontano,  trascinato fino ad oggi con la forza della disperazione.Solo il pensiero di aver ritrovato quel figlio mi portava a confondere i tempi, a voler mischiare al più presto i sentimenti che provavo per ogni creatura che era stata in me.  Andrea, di 19 anni… Sara di quasi 13, Marco di 10 e un uomo di quasi 30… si ad Agosto avrebbe compiuto 30 anni e la gioia si mischiava al rimpianto di non averlo visto crescere, di non essergli stata accanto quando era malato, di non aver condiviso le sue vittorie e le sue sconfitte… eppure ringraziavo Dio che fosse vivo e che mi fosse concesso di poterlo abbracciare e amare per il resto della vita.La sera a cena, dopo che Sara e Marco furono saliti nelle loro camere a giocare, Andrea mi chiese se dopo averlo incontrato, “quel suo nuovo fratello” sarebbe venuto a vivere con noi. Gli risposi che era grande, e magari anche sposato e comunque aveva sicuramente la sua vita da proseguire… certo gli feci capire che la nostra casa sarebbe stata sempre aperta per lui, ero sua madre e loro i suoi fratelli. Dovetti rassicurarlo che nulla sarebbe cambiato tra noi. Lui mi sorrise e congedandosi mi sussurrò “ Ho bisogno di un po’ di tempo mamma… scusa se non riesco a saltare di gioia… per ora sono felice per te… ma io… ho bisogno di altro tempo”. Lo abbracciai forte e lui si lasciò stringere come quando era piccolo… si fece morbido e mi baciò una guancia mentre un sospiro tradiva la sua angoscia.“ Amore mio grande… niente potrà mai sostituirsi a te, niente! I figli si amano ognuno di un amore speciale e diverso… perché speciali e diversi tra loro,sono i figli. Tutti voi siete parte della mia anima e del mio cuore, siete un pezzo di me… ad ognuno appartengo e ognuno di voi è in me. Tu sei il mio Andrea dolcissimo, il mio tesoro immenso, il mio amore grande… ricordalo sempre… mai, nulla sarà tra noi… MAI!!!”. Mi sembrò più sollevato, mentre infilandosi il casco ci salutò con la mano.Io e Pietro ci lasciammo sprofondare nel divano e restammo in silenzio per qualche interminabile minuto, poi allungai una mano e cercai la sua… che non si fece attendere e mi strinse le dita.“ Sei felice…?” mi chiese allora. “ Non mi sembra ancora vero… troppo bello per esserlo… vivo come sospesa… frastornata da tante emozioni” risposi girando il viso verso di lui.Lo guardai… aveva gli occhi chiusi e l’aria serena. “ Grazie amore mio… per tutto ciò che hai sempre fatto per me… per come mi sei sempre stato accanto… per l’amore che mi hai dato. Il tuo amore è stato il nido della mia vita, il collante naturale della nostra famiglia…”. Aprì gli occhi e mi sorrise, si avvicinò e mi baciò tenendomi la testa tra le mani. “ Grazie?” mi disse “ Grazie di cosa amore? Sono stato solo ciò che mi hai fatto essere… sei la mia gioia più grande… la mia bambina… la mia grande passione…ti amo Bibi più di sempre”.Restammo ancora abbracciati sul nostro divano… fino a quando squillò il telefono. Allungai la mano e risposi.“ Luca ciao” dissi sorpresa “ Ciao Bibi tutto pronto?” mi chiese eccitato. “ Sì tutto pronto, l’ultimo dell’anno partiamo per la montagna, lo passeremo nella casa di mia cognata, poi lasciamo i ragazzi con loro e ti raggiungiamo a Cagliari. Non vedo l’ora… l’hai sentito?” chiesi col cuore in gola “ Sì… gli ho detto che ci sarai anche tu…” mi rispose, “ E lui… cosa ti ha detto?” “ E’ felice Bibi, felicissimo di incontrarti…  felice di sapere che ha tre fratelli! Felice di non essere stato abbandonato!”. Scoppiai a piangere, lacrime di gioia, e tra un sospiro e l’altro riuscii ad esprimere la mia felicità. “ Dio mio… io sono felice!!!” aggiunsi.Pietro prese la cornetta mentre io cercavo un fazzoletto. Rise insieme a Luca, probabilmente si scambiarono qualche battuta… poi mi ripassò il ricevitore.“ Che dice tua moglie… come sta?” chiesi con un po’ di imbarazzo. “ E’ qui te la passo” disse sicuro, e senza darmi il tempo di rispondere, sentii una voce di donna salutarmi cordialmente. “ Ciao Bibi, sono Anna…” “ Anna!!!” esclamai  “è un piacere conoscerti… vorrei dirti tante cose… ma è un momento così particolare che mi mancano le parole…”. “ Avremo tempo Bibi, capisco anche se non parli… in fondo mi sembra di conoscerti da sempre… Luca mi ha parlato tanto di te, di voi… e da quando ha saputo di questo figlio poi… sono felice… e confusa…ma felice te lo assicuro… noi non abbiamo avuto figli… ora Luca è impazzito dalla gioia e io…”. “ Anna, arriviamo qualche giorno prima del 3… sono sicura avremo tempo di dirci tante cose…” “ Sì lo faremo… ti ripasso Luca… a presto e stai tranquilla che andrà tutto bene!”. Li salutai commossa… ci saremmo sentiti al nostro arrivo in Albergo.Iniziai a preparare i bagagli. I ragazzi si sarebbero fermati una decina di giorni, tute da sci, scarponi, calze pesanti, maglioni. Per me e Pietro invece una valigia più sobria… anche se per il giorno dell’incontro con mio figlio, la scelta del vestito non fu facile. Presi un abito nero, il classico tubino e gli accostai una giacchina di taffettà con un piccolo bordo in lamè. Provai anche le Chanel nere, la collana di perle…sciolsi i capelli e mi guardai allo specchio. No, pensai… troppo formale. Allora guardando un paio di pantaloni blu, mi venne in mente di quel golfino bianco d’angora… provai… ma niente. Infilai la gonna beige e misi i gemelli neri… poi i jeans e la camicia di seta blu… poi il completo gessato, poi…. infilai tutto in valigia, avrei scelto al momento! Pietro se la rideva… e io in preda ai dubbi, preparai anche una borsa con dieci paia di scarpe!Quella notte non riuscii a dormire molto… immaginavo di abbracciare mio figlio, e come fotogrammi, mi passavano mille abbracci diversi nella mente, e ad ognuno sorridevo beata… perché era come glielo stessi dando davvero.L’ultimo mi accompagnò nel sonno più profondo… lo stringevo e il suo pianto si placava, gli portavo il viso accanto al mio… avrà avuto poche ore.