... ININ-FLUENDO ...

°°° Salici piangenti per un mortiversario °°°


... ed oggi 7 anni son trascorsi, ma questo 1° aprile, non è che la prima ricorrenza del primo anno senza te.Senza amore.( f )°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°  Msg. n. 78 Inviato da ILFIUMEDILEI alle ore 01:21 del giorno 01/04/2007
 °°° Margherite danzanti per un anniversario °°°Le 10 di sera in un qualunque inizio primavera. Una brezza tiepida e leggera che pare annunciare l'incontro col vento che avrebbe lambito e sferzato i miei anni a venire. Ferma sotto il cono di luce di un lampione del piccolo parcheggio alla fermata del metrò, fisso il cellulare quasi in trance. Il display si illumina ed il trillo mi fa sobbalzare. Il cuore schizza in gola, sobbalzo e rispondo in un soffio: “Pronto... ciao... dove sei..."“In arrivo - credo. E' qui che devo scendere? Ne sei certa? Il treno sta rallentando, non sbaglio vero? Scendo? Sei già lì?”“Scendi si, è la tua fermata. Sono qui, mi vedrai appena esci all'aperto. C'è una piazzetta con un piccolo parcheggio, mi riconosci dai capelli. Indosso un cappotto lungo e nero di pelle e sono ferma di schiena accanto ad un auto rossa, non puoi sbagliare”.Volto le spalle all'uscita della metropolitana e serro forte gli occhi (era il mio desiderio). Cerco di controllare il respiro e mi sforzo invano di non tremare. Sento il treno arrivare, fermarsi, le porte dei vagoni che soffiano per aprirsi e poi richiudersi ed un attimo di assoluto silenzio prima che il convoglio riparta. Prendo a tremare più forte, come fossi nel bel mezzo di una gelida corrente. Inspiro ed espiro lento e profondo mentre i pensieri invadono, come pipistrelli impazziti, il mio sistema limbico. 4 mesi di parole mi scorrono sotto le palpebre; le sento tremare rapide come in una fase di sonno REM.  Passi alle mie spalle, s'avvicinano  rapidi; il timbro della voce che dal cellulare passa nell’aria: “Eccomi, li senti i miei passi? Ti vedo, sei lì, ti sto raggiungendo. Sono qui.”Apro gli occhi. Vedo il tuo braccio sbucare dalla spalla destra, mi circonda il busto, la mano spegne il cellulare e lo getta sul sedile dell’auto attraverso il finestrino aperto. La mano. La prima cosa che vedo di te. Una scarica di adrenalina mi percorre tutti i nervi, mi abbandono al tremore e mi stupisco dello stordimento provocato dal senso di piacere che mi dà la sola vista del tuo pollice che preme il tasto rosso per chiudere la telefonata. E’ bellissima quella mano, non potevo immaginare che mi sarebbe piaciuta in quel modo indecente. La forma delle unghie, l’assenza di peli, il diametro delle dita che trasmette forza, il dorso liscio e ampio… mi sento come svenire. Le gambe cedono, le ginocchia si piegano, non ce la posso fare a reggere un’emozione così forte. La tua voce soffia nel mio orecchio, il tuo respiro tiepido, serro di nuovo gli occhi (era il mio desiderio) e quasi gemo mentre ti dico "Tienimi, ti prego, mi sento come se stessi per precipitare".Mi abbracci, mi volti, ti sento sorridere, lieve e dolce. Mi chiami per nome, mi ri-chiami, ti tocco, palpo gli abiti, il giaccone, la maglia, salgo su fino alle spalle, lungo il collo raggiungo il viso, le dita incontrano la barba, mi stupisco ancora, è morbidissima; e poi su, fin nella bocca, percorro il profilo del naso, sfioro gli occhi e infine atterro in quella massa enorme di ricci morbidissimi. Le tue braccia a tenermi forte mi ricordano che per quanto folle ed azzardato di questi tempi, sta succedendo tutto davvero. Mi stringo di più a te, gli occhi ancora chiusi, strizzati, salgo in fretta - quasi forzandomi - a sfiorare le tue labbra con le mie. Un bacio da educanda se comparato al fiume di sconcezze che ci siamo scritti e soffiati per mesi fra cellulari ed e.mail.“Non ce la faccio”, piagnucolo. “Non posso, non riesco ad aprire gli occhi, ho paura, sono terrorizzata all'idea che tu possa non piacermi”.Ripeti ancora il mio nome, lo scandisci piano e fra le tue labbra suona sensuale. La tua voce, cristOddio che bella che è la tua voce, mi chiami ed io ti sento come da lontano, in bilico su un'altalena di emozioni.“Tu non mi devi nulla, non hai nulla da temere, non avere paura bimba. Coraggio, apri gli occhi… sii forte O-nami”, ripeti.Mi sforzo, uno sforzo immenso. Il panico che il sogno sogno possa concludersi lì mi blocca, ma non ho scelta. Li apro mentre sembra che anche il cuore stia per aprirsi come una scatoletta di tonno e per la prima volta, finalmente, ti vedo. Ora vedo come tu sia davvero. Ora posso dare un volto alla voce e alle parole. ... e oggi 6 anni sono trascorsi, ma non è trascorsa mai, nemmeno per un battito di ciglia, l’emozione che l’appartenerti mi da. Con tutto l’amore che posso, ancora solamente tua.Bimba.( f )