ILFIUMEDISUSI

LA MIA AMICA


Settimana scorsa ho incontrato una mia carissima amica. Ciconosciamo da una decina d'anni, i nostri figli erano compagnidi asilo. Ho legato subito con lei. Mi ha dato la notizia che aspettavo da un po', ha venduto la sua casa, si trasferisce almare, dalle parti di Rimini, con suo marito e i suoi due bambini.Ha sempre avuto questo sogno, di avere una casa al mare, unasua zia che abita lì le ha dato una mano... l'ho vista sorridente,le ho chiesto "cosa ti mancherà di Milano"? e ha risposto "niente",poi mi ha guardata... è inutile, sono un libro aperto. Per quantomi sforzi, non ce la faccio proprio a fingere. Si vede lontano unmiglio che mi dispiace. E lei lo sa. Minimizza, dice "beh ma micaabbiamo litigato! E poi mi verrai a trovare no?"Certo che andrò a trovarla. E sicuramente non smetterò di volerle bene.Ma la quotidianità di un caffè insieme, una passeggiata, un abbraccio, una telefonata "urgente" per vedersi perchè "devoraccontarti una cosa", i prestiti che poi diventano regali, i fazzoletti consumati... partiranno con lei. E mi dispiace.Moltissimo.Vivo sempre le separazioni con moltissima sofferenza, comefossero degli strappi, e so che quando vedrò la mia amica primadella partenza le dirò forse quello che non sono mai riuscita a dirle in tutti questi anni. Ed è un peccato. Certe cose andrebbero dette tutti i giorni a chi si vuole bene. Senza aspettare la vigilia di una partenza.