Il "mio" Mago di Oz

Favolando & favellando...


C’era una volta (forse mille o forse non più di tre anni fa)in un mondo lontano e dimenticato,un piccin imbranato,un poco incantatoe decisamente un impiastro nato.Egli viveva curando rosee allevando caramelle,e si divertiva,come tanti,a giocar al pallone sotto le stelle. (ancor oggi ne fa delle belle)Una volta, ( ma forse sempre)mentre si stava dilettandoassieme ai suoi inseparabili compagni di merende,calciò la palla al di fuor dell’orizzonte,e come si convien da regola 27, (chi la tira la riprende)si apprestò a recuperar lesto lestoquell’accidente che avea interrotto il resto.Dopo aver vagliato e manovratoal chiaror di luna assente,per ogni sasso e rovo e cespuglio esistente,ritrovò l’oggetto agognatoin un rosaio fitto fitto oltre il selciato.Si diresse d’un lamposaltellando d’ogni campo,ma come gli accade spesso (e succede ancor adesso)inciampò su se stesso,ed invece di portar fuorici finì in dentro. Ne rimase intrappolato,del suo corpicino tutto graffiato,avvinghiato tra rose e spinedi pensieri bucherellati e d’incubi senza fine.Senza soluzione e di poco intelletto,per non saper di meglio (forse per difetto)s’accomodò stretto strettotra un fior ed uno stiletto,respirando profumo e insanguinando il petto.Si raccontano dei salvamenti in mille vantidi grandi imprese di eroi, cavalieri e giganti(Si raccontano sempre sciocchezze in tanti…);che lo salvaron, in vero, furon colombineche ebber d’amor d’istinto: pieta e cure fine…che lo salvaron, in vero, furon quell’anime belleche ier come oggi e per oggi ogni domaniper lui saran sempre le sole stellee non lasceranno mai le sue mani.  (Dedicato alle colombineStefania, Gabriela, Chiara, Angela, Anna, Paola, Giusye a tutte coloro che hanno portato un tozzo di pane all’impiastro affamato)                                                                             (Geremia)