NON CREDI SIA GIUNTO

UN SUNTO SULLA SITUAZIONE POLLI... un grazie di cuore al mio amico Alan!!!


23rd Lug 2008http://www.animalstation.org/public/wordpress/?p=170Il pollo, dal prato alla nostra tavoladi AlanAdler“Gli stessi muri imbrattati di sangue, i galli e le galline che andavano alla morte urlando a una sola voce: «Che cosa ho fatto per meritare questo? Assassini!». Poi si fa sera, la luce violenta delle lampade si riflette sulle lame dei macellai. Le donne avanzano, ciascuna col suo volatile da uccidere. I facchini caricano cesti con uccelli morti e li portano agli spennatori. Quest’inferno si fa beffa di tutte le insulsaggini sull’umanitarismo.”Isaac Bashevis Singer, Shosha
Il pollo come animaleCon il termine generico pollo si indica l’uccello, sia maschio (gallo) che femmina (gallina), della specie Gallus gallus domesticus. Allo stato naturale il pollo è un animale molto interessante: è curioso e intelligente, impara in fretta, e ha una ricchissima vita sociale.Per avere un’idea della vita etologica di questi animali si deve fare riferimento al gallo rosso (Gallus gallus) delle regioni asiatiche, considerato il progenitore di tutti i polli domestici. Il maschio è un meraviglioso uccello colorato da splendenti tonalità giallo-dorate e con qualche tocco di rosso in più, che può raggiungere anche oltre i 60 centimetri di lunghezza. Si deve quindi immaginare un gruppo dominato da un gallo di queste splendide fattezze a capo di un harem di 5 o 6 galline di dimensioni alquanto ridotte rispetto al loro partner. Si deve inquadrare questa piccola compagnia di animali in una foresta, dove vaga compatta raspando nella terra alla ricerca di germogli di bambù. Sono animali che si trattengono di preferenza ai limiti delle alte foreste, scendendo di rado al di sotto dei mille metri di elevazione. Nel gruppo tutti si conoscono e ognuno sa qual è il suo rango e quello degli altri. Fra le galline esiste infatti un ordine gerarchico, che viene stabilito e mantenuto con qualche beccata.Il pollo che conosciamo oggi ha conservato le sue caratteristiche di volatile e, come tutti i volatili, galli e galline costruiscono nidi e sanno volare: volano e si appollaiano sugli alberi. Come il loro progenitore selvatico, amano fare “bagni di terra”: cercano piccole buche di terra asciutta e poi vi si immergono, come in una vasca d’acqua calda. La terra pulisce le loro penne, eliminando i parassiti
e procurando un enorme piacere. Un organo essenziale in questi animali è il becco: quando vagano in spazi aperti, i polli usano il proprio becco per mangiare cercando vermi, semi e cibo per nutrirsi, lisciarsi le penne e pulirsi.I polli sono animali dal forte istinto sociale e quando vivono in cortile sviluppano una gerarchia talvolta chiamata “ordine di beccamento”. Ogni uccello cede il posto, alla mangiatoia o altrove, a quelli che lo superano di grado, e a sua volta si procura la precedenza su quelli che gli sono inferiori. Possono esserci dei momenti di confronto prima che l’ordine sia fissato definitivamente, ma il più delle volte, piuttosto che un vero e proprio scontro fisico, è sufficiente un’esibizione di forza per mantenere un’altra gallina al proprio posto.In questi animali il periodo della cova dura all’incirca 3 settimane. Lo svezzamento dei pulcini circa un paio di mesi: durante questo periodo, nel quale la chioccia (la gallina madre) è particolarmente aggressiva nei confronti degli estranei, i piccoli passeranno dal piumaggio neonatale alle prime penne. Il legame tra madre e figlio, in questi animali, è molto forte e sentito: i pulcini hanno costantemente bisogno della vicinanza della madre, seguendola dovunque essa vada.I polli in natura vivrebbero circa 20 anni. Ma in un allevamento la vita viene loro strappata molto prima.Il pollo come cibo I polli, come i bovini, hanno avuto la sfortuna di poter essere sfruttati doppiamente dall’uomo: non solo per il loro corpo da mangiare, ma anche per le uova. Oggi con il termine pollo si indica solitamente l’uccello usato come pollo da ingrasso (così come qui da ora in poi), sia maschio che femmina. La gallina sfruttata per le uova, invece, è chiamata gallina ovaiola (mentre qui da ora in poi, per comodità, la chiameremo semplicemente gallina).Attualmente polli e galline rappresentano gli animali più maltrattati dall’industria zootecnica e i più numerosi (senza considerare gli animali marini ovviamente). In Italia si stimano oltre 450 milioni di polli e galline allevati in un anno (ai quali si aggiungono 30 milioni di “inutili” pulcini maschi uccisi alla nascita). Oltre cinque miliardi in Europa. In tutto il mondo si parla di oltre 40 miliardi di polli e galline allevati in un anno, ma le cifre reali sono difficili da stabilire, data l’enormità del massacro, e di certo superiori. Per le uova, si stima invece che ogni italiano consumi in un anno circa 150 uova, più altre 80 per via indiretta (tramite dolci, biscotti, pasta). Il consumo della carne di questi uccelli è molto elevato a causa del basso costo (che lascia intuire quanto sia scadente questo tipo di carne) e per via del post-allarme “mucca pazza”. Ingenuamente infatti si è diffusa tra i medici la convinzione che la cosiddetta “carne bianca”, ossia carne di pollo, sia un alimento salutare, senza considerare le condizioni estreme di vita di questi animali, che arrivano sulla nostra tavola come carne chimica malata, ricca di batteri e virus e certamente meno salutare di qualsiasi altro tipo di carne.Il pollo, dopo essere stato ucciso, lo ritroviamo sulle nostre tavole già fatto a pezzi o come prodotto trasformato: wurstel, cotolette, polpette e altri prodotti. Le uova delle galline sfruttate, invece, finiscono sulle nostre tavole in numerose occasioni: le possiamo trovare intere preparate in diversi modi, o più spesso mescolate nella pasta, in dolci, biscotti, prodotti da pasticceria o prodotti industriali di vario genere.Incubatrici e inserimento nel ciclo di allevamentoI miliardi di polli e galline allevati oggi nell’industria alimentare saranno uccisi senza mai vedere la propria madre. Nascono all’interno di incubatrici, macchine atte a scaldare le uova in sostituzione della cova dell’uccello: possono arrivare a contenere anche 3000 uova. Dopo solo qualche giorno dalla nascita i pulcini vengono inseriti nel ciclo di allevamento.
Ai pulcini femmina destinati alla produzione di uova viene effettuato lo sbeccamento, ovvero l’amputazione del becco. Questi animali infatti, una volta immessi nel ciclo produttivo, vivranno all’interno di piccole gabbie sovraffollate, e a causa dell’intenso stress svilupperanno innaturali atteggiamenti aggressivi. Quindi gli allevatori, per evitare che le galline si ammazzino l’un l’altra beccandosi furiosamente e ossessivamente fino al cannibalismo, piuttosto che agire sulle cause dello stress, ovvero le condizioni innaturali di vita, hanno rimediato ricorrendo all’amputazione del becco. Quando ancora pulcini, il becco, ricco di terminazioni nervose e provvisto di numerosi recettori sensibili al dolore, viene tagliato con una lama rovente a ghigliottina: un’operazione che per ovvi motivi (si tratta di un lavoro a catena su numerosissimi pulcini) viene eseguita da semplici operai e senza alcuna anestesia. Questa procedura, che comporta il taglio di tessuti teneri simili alla carne che gli umani hanno sotto le unghie, è così dolorosa che alcuni pulcini muoiono per lo shock. Inoltre spesso i terminali nervosi presenti nel becco rimangono scoperti, determinando così un dolore intenso per tutta la vita dell’uccello al semplice atto del beccare. E non di rado il taglio del becco, eseguito velocemente e con poca attenzione, ferisce anche la lingua del pulcino. Questa operazione viene effettuata due volte nella vita di una gallina: la prima volta il giorno dopo la nascita, e successivamente viene ripetuta a circa sette settimane, poichè il becco mutilato a soggetti molto giovani tende a riformarsi.
Negli stabilimenti per la produzione di galline ovaiole inoltre, i pulcini nati maschi (statisticamente la metà), inutili al mercato in quanto, ovviamente, non in grado di produrre uova, né adatti come polli da ingrasso (che provengono esclusivamente da razze selezionate), sono gettati vivi in un tritacarne industriale o schiacciati in apposite macchine per essere trasformati in mangime d’allevamento. In altri casi, semplicemente vengono lasciati morire in grandi mucchi o soffocati in massa dentro sacchi di polietilene, e in seguito sempre trasformati in mangime.Condizioni di vitaIl 99% dei polli allevati oggi  sono di tipo broiler (chiamati anche galletti), il frutto più avanzato dell’ingegneria genetica. Sono programmati per sviluppare un petto (la parte maggiormente richiesta dai consumatori) di dimensioni spropositate: rappresenterà da solo il 18% del peso dell’animale. Hanno ritmi di crescita incredibili: a soli 35-40 giorni di vita, cioè ancora pulcini, avranno raggiunto un peso enorme di oltre due chili, e saranno pronti per essere uccisi. Per i broiler l’allevamento viene svolto in grandi capannoni con migliaia di volatili, con una densità di 10-20 animali per metro quadrato (i regolamenti UE per gli allevamenti biologici stabiliscono in tre polli per metro quadrato la densità massima ammissibile): un pollo avrà così disponibile uno spazio pari ad una scatola di scarpe, circa un quadrato di 20 centimetri per 25. Il fatto che in questi capannoni non vi siano recinzioni interne darebbe ipoteticamente la possibilità agli animali di muoversi liberamente, ma la densità è tale che di fatto lo spostamento è possibile solo per brevi tratti. D’altronde l’inattività è indispensabile per agevolare l’accrescimento dell’animale: anche a causa delle malattie a cui è soggetto e dei gravi problemi alle zampe, e con l’uso studiato dell’illuminazione artificiale, il pollo passerà il 75% della propria breve vita immobile, appollaiato sui propri escrementi che ricoprono per intero la pavimentazione in cemento (la pulizia dell’ambiente avviene solo a fine ciclo, quando gli animali saranno sostituiti con quelli “nuovi”). Cibo e acqua sono forniti automaticamente da serbatoi appesi al tetto, così da poter essere accuratamente controllati nel dosaggio programmato.
Le uova che mangiamo invece provengono principalmente da allevamenti in batteria: nel 2005 il 96,4% delle uova in commercio in Italia (oltre 10 miliardi) veniva da allevamenti in batteria. Queste galline, a migliaia dentro enormi capannoni, vivono imprigionate fino a gruppi di quattro in piccole gabbie reticolate delle dimensioni di un foglio di giornale: 45 centimetri per 50. La sola apertura alare di una gallina è di 70 centimetri. Queste gabbie sono accatastate una sull’altra in file da 3 a 5, con i contenitori di mangime e acqua che scorrono lungo le file, riempiti automaticamente da un serbatoio centrale. Il pavimento di rete metallica delle gabbie è inclinato: l’inclinazione permette alle uova di rotolare verso la parete anteriore della gabbia dove vengono raccolte da un nastro trasportatore, ma rende più difficile per gli animali lo stare diritti in maniera comoda.
I polli, in questi capannoni affollati con migliaia di individui, non hanno la capacità di stabilire un ordine gerarchico stabile come avverrebbe in natura, dove vivono in piccoli gruppi. Inoltre negli allevamenti di polli - come anche in quelli di galline - i soggetti più deboli non hanno la possibilità di mantenersi distanti dagli individui dominanti. Così questi animali, stretti uno contro l’altro e fortemente stressati, finiscono per beccarsi violentemente a vicenda, causandosi gravi ferite fino ad arrivare al cannibalismo (e nonostante l’amputazione del becco nelle galline). Per di più, l’alta densità determina anche il tentativo degli animali di arrampicarsi gli uni sugli altri, situazione che oltre a compromettere il riposo degli animali, causa ulteriori lesioni.
Per le galline chiuse nelle loro gabbie, altre lesioni saranno dovute al continuo agitarsi e sbattere dell’animale, situazione che comporterà anche la perdita del piumaggio in vaste zone del corpo. Schiacciate una contro l’altra, queste galline si ritroveranno presto anche con le ali atrofizzate a causa dell’immobilità forzata e spennate per il continuo sbattere contro le pareti della gabbia. Inoltre, a contatto della griglia di ferro della gabbia, necessaria per far scivolare via le feci, le loro zampe crescono deformi, con gravi lesioni.I broiler invece, al termine del ciclo di 35-40 giorni (un pollo che razzola in un cortile impiega almeno 4 mesi per svilupparsi completamente), ancora pulcini, avranno raggiunto un peso di oltre due chili, come già detto. Un peso enorme, ottenuto in troppo poco tempo: ben quattro volte quello possibile da allevamento biologico nello stesso periodo. Durante la crescita la struttura ossea non riesce però a rinforzarsi adeguatamente per reggere un simile peso. Le ossa si piegano e le articolazioni si deformano. Ogni piccolo spostamento diventa difficile e doloroso. Molti animali non riescono a camminare: sono storpi e provano lancinanti dolori alle zampe, per muoversi sono costretti a strisciare tra gli escrementi che ricoprono per intero la pavimentazione.
Le temperature negli allevamenti di polli e galline sono sempre elevate, specie nei mesi caldi, anche a causa della luce artificiale ininterrotta e delle deiezioni che si accumulano: queste producono anche ammoniaca, abbondantemente presente nell’aria insieme ad alti tassi di umidità e biossido di carbonio, condizione che causa negli animali infiammazioni interne ed esterne e
ascessi. In questi ambienti caldi, umidi e sporchi e ricchi di vapori tossici inoltre le lesioni si infettano con una varietà di batteri e funghi, particolarmente con Escherichia coli, aggravando lo stato di sofferenza dell’animale. Le cure veterinarie sono del tutto negate al singolo individuo, naturalmente. A tutto questo si aggiunge il rumore spaventoso provocato dal pigolare di migliaia di animali spaventati tenuti in queste condizioni. Animali che non vedranno mai la luce del sole.Come accennato, polli e galline vivono sotto costante illuminazione artificiale. È una luce particolare, smorzata ma continua, in grado di contenere il forte stress a cui questi animali sono soggetti, così da limitare gli episodi di aggressività: i broiler, nelle ultime settimane di vita, in cui raggiungono elevati livelli di stress, finiscono con il trovarsi nell’oscurità quasi assoluta.Negli allevamenti di polli, inoltre, l’illuminazione controllata serve anche per aumentare il peso degli animali. Allo stato naturale, infatti, il Gallus gallus domesticus regola il proprio ciclo vitale giornaliero sull’alternarsi del periodo di luce e di buio: durante il giorno è attivo e va alla ricerca di cibo, di notte si riposa. Negli allevamenti invece, i broiler, confusi dall’illuminazione artificiale continua, completamente stravolti nel loro ritmo naturale, beccano giorno e notte, senza distinzione. La bassa intensità di luce, allo stesso tempo, dissuade gli animali dal movimento e spinge all’immobilità, così da favorire ulteriormente l’accrescimento.Per le galline, invece, l’illuminazione viene usata anche per massimizzare la produzione di uova. Una gallina che vive in natura, come ben sa ogni contadino, d’inverno fa pochissime uova, semplicemente perché la giornata è corta e manca la luce, elemento che stimola una maggiore produzione ormonale e quindi l’ovulazione. Negli allevamenti intensivi invece l’illuminazione artificiale ininterrotta stimola continuamente l’apparato endocrino, con conseguente aumento di ovodeposizione. In questo modo le galline mangiano e covano durante tutto il giorno, confuse anche dalla continua sparizione delle loro uova. In questo modo in un anno sono in grado di produrre quasi 300 uova ognuna.Come è facile aspettarsi, in questa situazione di illuminazione artificiale gli animali hanno seri problemi di disturbo del sonno: dormono poco e male. L’esposizione alla luce continua provoca inoltre anomalie agli occhi di questi uccelli: diverse ricerche sostengono che l’illuminazione costante sia la causa di cecità e del buphtalmos (ingrandimento e fuoriuscita dell’occhio), fenomeni frequenti in questi allevamenti.In queste condizioni di vita, l’organismo di questi uccelli viene messo a dura prova, la loro capacità di resistenza agli agenti patogeni fortemente indebolita. Le infezioni batteriologiche sono contrastate dal primo all’ultimo giorno di vita con gli antibiotici immessi nei mangimi. Per i broiler vengono aggiunti anche ormoni per aumentare la crescita e altre particolari sostanze chimiche per gonfiare i muscoli di acqua e ottenere così carni più tenere, preferite dai consumatori. Per contrastare i virus questi animali vengono imbottiti di vaccini, che, come è noto, sono in grado solo di soffocare la manifestazione esterna del virus, consentendo così che animali solo apparentemente sani siano regolarmente commercializzati, con il rischio che il virus si trasferisca dall’animale all’uomo. Ai pulcini destinati alla produzione di uova, entro le prime due ora di vita verranno iniettati i primi tre vaccini. Dalla nascita fino a 120 giorni di vita, quando la pollastra diventa gallina e produce il primo uovo, avrà ricevuto più o meno 20 vaccinazioni.Per nutrirsi e gonfiarsi i broiler hanno a disposizione esclusivamente mangimi industriali, addizionati con prodotti chimici per aumentarne l’appetibilità. Il mais e la soia, che sono i componenti principali (fino al 60-70%), sono in grandissima parte di importazione e di produzione transgenetica, perché costano meno. Le normative permettono che i mangimi per pollame possano contenere farine di carne e pesce, olio esausto e grassi di origine animale. Se entro i limiti tollerati, si può dare da mangiare ai polli anche olio esausto di motore. Ma i risultati migliori si ottengono con le proteine animali derivate dagli scarti della macellazione (interiora, teste, zampe ecc) dei polli uccisi in precedenza, inducendo quindi gli animali al cannibalismo.Le galline, con il mangime che viene loro dato, simile a quello dei broiler, sfornerebbero uova troppo incolori e poco appetibili per il consumatore, così gli allevatori vi aggiungono un colorante, che permette di ottenere uova con i tuorli di un bel giallo brillante e invitante.In questi allevamenti, la morte di un animale è un evento abbastanza frequente, ma il valore economico di un singolo uccello è talmente basso che anche la morte di numerosi individui non giustifica le spese necessarie per migliorare la vita degli animali. Nei broiler, la crescita troppo rapida è collegata a due patologie frequenti in questi allevamenti: l’ascite, che provoca un rigonfiamento dell’addome fino ad immobilità e quindi a morte per collasso respiratorio e cardiaco dopo lunga agonia, e la sindrome da morte improvvisa (SMI), un collasso cardiaco acuto e improvviso. Altre cause di morte, comuni anche negli allevamenti di galline, sono il caldo
eccessivo, specie nei mesi estivi, le malattie, le infezioni e attacchi aggressivi tra gli uccelli. Quotidianamente gli allevatori devono raccogliere e buttare gli animali morti o in fin di vita. I broiler “difettosi” che non crescono e le galline più giovani poco produttive - inutili per la catena produttiva - vengono raccolti e soffocati in sacchi di plastica o gettati direttamente nei secchi della spazzatura.Cattura, trasporto e macellazioneI polli che arrivano vivi al termine del ciclo dovranno subire altri tormenti prima di essere uccisi.Nelle ultime ore prima della cattura verranno lasciati senza acqua nè cibo, così da ridurre il contenuto dell’intestino prima della macellazione. Per il loro organismo abituato a mangiare continuamente, questo improvviso digiuno, seppur breve, rappresenta una grave sofferenza.Dopodichè verranno catturati dagli operai, in maniera brutale (si tratta di numerosissimi uccelli da prelevare rapidamente), presi per le zampe e portati a testa in giù fino ai contenitori per il trasporto. Ogni addetto porta sei o più animali nelle due mani, sostenendo ogni pollo per una zampa. In questa operazione molto spesso gli uccelli subiscono fratture agli arti e contusioni.L’inserimento nei contenitori per il trasporto rappresenta un’ulteriore sofferenza: caricare migliaia di polli vivi in poche ore non invita certo gli operai a particolari riguardi, ma solo ad essere il più veloci possibile. Indagini di associazioni animaliste hanno documentato il modo in cui questa operazione avviene: gli animali vengono presi come pupazzi e letteralmente scaraventati e a
mmassati dentro le numerosissime gabbie per il trasporto, senza alcun riguardo. Anche in questa operazione gli animali subiscono ulteriori fratture oltre a gravi lesioni, e non di rado finiscono per morire negli spasmi della sofferenza. In alternativa a questa procedura manuale, in alcuni allevamenti vengono adoperati dei piccoli veicoli guidati da un operatore che raccolgono i polli con delle spazzole rotanti (similmente alla pulizia delle strade pubbliche) e poi vengono fatti scivolare uno dietro l’altro all’interno di un tubo per finire nei contenitori per il trasporto.Per quanto riguarda le galline, non appena la loro produttività si abbassa sotto il livello fissato - di solito dopo 2 anni (fino al prolasso dell’utero, lesionato a causa dell’intenso lavoro di produzione) - anche per loro arriva la fine nel macello per poi divenire carne di seconda scelta. Quando le galline vengono tirate fuori dalle gabbie, in maniera brutale, le loro ossa, indebolite a causa dell’impossibilità di movimento, spesso si spezzano nelle mani degli operai. Con la stessa modalità appena descritta per i polli, anche loro saranno quindi gettate nei contenitori per il trasporto.Una volta dentro i contenitori, polli e galline dovranno sottostare ad altri trattamenti violenti: le gabbie vengono infatti prese e trattate come fossero scatoloni, lanciate una sopra l’altra, a centinaia, sui rimorchi dei camion. Gli animali, schiacciati uno contro l’altro nelle gabbie, dovranno quindi affrontare, in queste condizioni, estenuanti viaggi su camion, e molti di loro moriranno in agonia per soffocamento o altre cause di sofferenza. In ogni caso, vivi - esausti e stremati - o morti, arriveranno infine alla loro destinazione: il mattatoio.Il processo di macellazione - con migliaia di polli e galline da uccidere ogni giorno - è strutturato, sia tecnicamente che visivamente, in maniera molto simile alle moderne catene industriali. L’uccello, cosciente e terrorizzato, viene sollevato a testa in giù da un operaio che lo appende per le zampe ad un nastro trasportatore. Viene quindi condotto in una sezione in cui viene stordito, solitamente con scarica elettrica, e successivamente una lama automatica provvede al taglio della gola. Purtroppo, essendo il sistema automatizzato, non sempre queste operazioni vengono eseguite correttamente (e questo avviene, dati i numeri in gioco, per migliaia di questi animali). Quindi l’uccello può subire il taglio della gola ancora pienamente cosciente e arrivare vivo e agonizzante nella stazione successiva, dove viene immerso in una vasca di acqua bollente e spennato. Infine delle lame entrano nel suo sfintere anale e si allargano per asportarne le interiora, e solo a questo punto la morte sopraggiunge al di là di ogni possibile errore del sistema automatizzato.Mangiare carne di pollo significa quindi mangiare un pulcino di appena 35-40 giorni, gonfiato fino all’inverosimile. E a questo punto possiamo anche capire che consumare uova richiede necessariamente la morte non di uno, ma di due animali. Per ogni gallina imprigionata nella gabbia è nato anche un pulcino maschio, ucciso alla nascita come abbiamo descritto. E lo stesso macello sarà la fine della gallina sfruttata per le uova. È questa la motivazione, insieme alla sofferenza provata dagli stessi animali, che spinge milioni di persone compassionevoli ad eliminare l’uso delle uova dalla propria alimentazione, ossia scelgono di diventare vegan (eliminando anche il latte e i latticini che comportano ugualmente sofferenza e morte per gli animali allevati). Scegliere di essere vegan significa accogliere la stessa motivazione dei vegetariani, ossia evitare la morte inutile degli animali per il proprio piacere.Riccardo B.Nota: questo articolo vuole essere un punto di riferimento per chi cerca informazioni sugli allevamenti intensivi. Nonostante abbia cercato di fare riferimento a fonti attendibili, se hai notato delle inesattezze ti prego di segnalarmelo tramite mail. Grazie. Leggi anche:- Perché vegan. Considerazioni sul benessere degli animali sfruttati come cibo (pt. 1/?)- Nascere, vivere e morire intensivamente (pt. 2/?)- Il maiale (pt. 3/?) - Mucche, vitelli e vitelloni (pt. 4/?)Fonti: Per consultare le fonti vai qui.