VASCO ROSSI

In 65mila all'Olimpico per Vasco Rossi


ROMA (29 maggio) - «Chi detiene il potere ha sempre bisogno che le persone siano affette da tristezza. Noi siamo qui questa sera per portarvi un po' di gioia». E' il grido di Vasco Rossi ai 65 mila dello stadio Olimpico di Roma mentre la chitarra elettrica di Stef Burns fende la notte. Qui si fa la storia, è il pezzo scelto per aprire il primo dei due concerti romani, il secondo sarà sabato, di Vasco 2 tutto esaurito. Il rocker è insieme alla sua band su un palco di 70 metri ricco di effetti, con un fondale semicircolare ricoperto da 1.000 specchi convessi che riflettono tutto quello che c'è intorno. Due ore è durato lo show,  una trentina i pezzi in scaletta, fra quelli dell'ultimo album e i grandi successi che hanno reso immortale Vasco. «Il mondo che vorrei», l'ultimo album, ha venduto 500 mila copie, mentre gran parte dei suoi colleghi pubblica compilation. Il tour di Vasco sta registrando poi il tutto esaurito con il raddoppio delle date. Domani è esaurito a Roma, il 7 giugno a Milano San Siro, il 14 giugno ad Ancona, (ci sono ancora biglietti per la data del 15 giugno), esaurito anche il 27 giungo a Salerno. Restano ancora biglietti per il 21 giugno all' Heinecken Jammin' Festival, il 28 giugno a Salerno e il 4 luglio a Messina. Complessivamente per questo tour sono stati venduti 500 mila biglietti. L'apertura del concerto - sarà «rigorosamente rock, molto duro, maschio, tosto, se possibile più duro di quelli passati, meno celebrativo e molto lungo, quasi tre ore», aveva anticipato lo stesso Vasco - è dedicata ai pezzi dell'ultimo album che la gente ha già imparato a memoria: come ormai da abitudine per Vasco, l'atmosfera è quella di un grande evento rock molto duro. La band è strepitosa sostenuta dal portentoso batterista Matt Laug. La scaletta è pensata come un viaggio attraverso il repertorio più conosciuto, con qualche ripescaggio del passato, anche sorprendente, soprattutto nel primo medley dove brani come Ormai è tardi, Non mi va, Ci credi, Susanna, Deviazioni, O colpa di Alfredo sono legati uno all'altro da citazioni di epoca Sex drugs e Rock'n'Roll compreso. Il momento più classico è quello centrale aperto da Siamo solo noi e composto da Sally, uno dei pezzi più belli scritti sulla follia, Rewind, stupendo, C'è chi dice no, Gli spari sopra e il Mondo che vorrei. Anche il sottofinale è dedicato ad un medley, questa volta acustico, con Toffee, Ridere di te, Brava Giulia, Dormi dormi, Va bene va bene. Poi gran finale con due pezzi-simbolo: Vita spericolata, in versione acustica con pianoforte e Albachiara, da sempre deputato a chiudere i concerti con tutto il pubblico che canta in coro. Vasco è apparso in grande forma, è più sicuro sul piano vocale e conta sul suo straordinario rapporto con il pubblico che lo adora. Nei suoi concerti sono proprio i fan uno spettacolo nello spettacolo e si sa che Roma in quanto ad entusiasmo non è seconda a nessuno. Ormai «il signor Rossi» può contare su un repertorio di tre decenni di canzoni e su un numero di hit che in Italia ha pochi confronti. Su queste canzoni si sono formate diverse generazione di fan che continuano ad amarlo senza condizioni.