Il sognatore

Furono vittime di una "deliberata aggressione" da parte di Gigi D'Alessio i fotografi Mauro Terranova e Alessandro Foggia. Così dice il giudice che ha condannato a 9 mesi di reclusione il cantante e il suo guardaspalle Roberto De Maria. Un pestaggio finalizzato al recupero di foto che il cantante napoletano «riteneva essere state scattate dai due nel corso della loro (presunta) irruzione» nella sua proprietà all'Olgiata.

I fatti: la mattina dell'11 gennaio del 2007, giorno del pestaggio, D'Alessio, De Maria e altre due persone dello staff mai identificate, componevano la «spedizione che aveva uno scopo non solo preciso, ma anche preordinato (quello di sottrarre le macchine fotografiche e il relativo contenuto) e che necessitava dell'intervento di più persone» per porre fine «alle continue intromissioni nella vita privata del cantante da parte di petulanti fotografi» a caccia di scoop nella speranza di immortalarlo con la nuova fiamma, Anna Tatangelo.

È uno dei passi della motivazione della sentenza con cui il 2 aprile scorso il giudice del tribunale di Roma, Laura D'Alessandro, ha condannato D'Alessio e De Maria a 9 mesi di reclusione per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e per lesioni personali aggravate: Terranova, che ha poi rimesso la querela accettando un'offerta risarcitoria di D'Alessio, se la cavò con una prognosi di quattro giorni, Foggia, invece, riportò ferite giudicate guaribili dai medici in 47 giorni. Per il giudice i fatti di quel giorno si svolsero velocemente: «L'escalation violenta fu rapidissima; le brutte parole, le minacce e lo scontro fisico furono un tutt'uno». Terranova e Foggia, che si erano piazzati su un punto della Braccianese per verificare se da lì vi fosse una buona visuale della villa dell'artista, «non ebbero nemmeno il tempo di spiegare agli aggressori di non essere stati loro gli autori di foto comparse sui giornali nei giorni precedenti».

D'Alessio «se la prese dapprima e con più pervicacia contro Foggia, colpevole di avere in mano il giornale "Oggi", le cui foto, a detta del cantante, dovevano essere state scattate proprio da quegli stessi luoghi dove si trovavano quel giorno le parti lese». A pestaggio finito, gli aggressori se ne andarono portando con sé le borse con le macchine fotografiche poi consegnate qualche ora dopo ai carabinieri che si erano presentati in villa. «La documentazione medica - ha chiarito il tribunale - dimostra che sia Foggia che Terranova ricevettero una pluralità di colpi al viso, al tronco e agli arti che sono indicativi dell'aggressione subita. La collocazione delle lesioni e la loro importanza dimostrano che le persone offese furono aggredite senza potersi difendere e che anzi furono trattenute da alcuni e picchiati da altri».

Il dibattimento, stando al giudice D'Alessandro, ha dimostrato che «gli imputati non affrontarono gli ipotetici invasori della proprietà privata cogliendoli sul fatto e cacciandoli fuori usando la forza, ma, avuta notizia della presenza di curiosi, uscirono dalla villa e percorsero in auto circa quattro chilometri alla ricerca dei fotografi, che stazionavano fuori dalla proprietà di D'Alessio senza in quel momento scattare alcuna foto. Questa reazione - è il convincimento del magistrato - non fu provocata, dunque, dal singolo episodio, ma dalle pregresse e non tollerabili ingerenze della stampa scandalistica nella vita privata dell'imputato, in quel periodo ripetutesi con frequenza».