IL TEMPIO DI VENUS

VERITA' APPARENTE


- TRATTO DA UNA STORIA VERA -scritto da Pippo Plauto
 CAPITOLO 1 Napoli 4 aprile 2008 E’ il venerdì mattina di una giornata nuvolosa, come accade spesso nelle ultime settimane in questa splendida città di mare.Sono le 7.30 e come ogni mattina Pasquale Dimeo, impiegato comunale, è sveglio e si prepara per andare a lavoro. Questa settimana è stata molto impegnativa e, uscendo di casa, pensa che finalmente è giunto il venerdì quindi domani potrà riposarsi tranquillamente e a lungo.Sale a bordo della sua mitica vespa cinquanta color amaranto, indossa il casco e parte in direzione degli uffici comunali in Via Verdi, nel centro di Napoli. Da casa sua all’ufficio, il tragitto non è molto lungo anche se abita in periferia perché, fortunatamente, deve percorrere solo Via Marina che è un’enorme strada diritta.Alle 8.30 è già alla sua scrivania e pronto per lavorare, come si ripete – a bassa voce – ogni giorno prima di accendere il computer:<<chi ben comincia è a metà dell’opera.>> Si immerge completamente nel suo lavoro, ogni tanto risponde a qualche collega o al telefono.Verso le 11 squilla il suo interno, è il portiere che gli comunica:<<signor Dimeo, ci sono tre agenti della polizia giudiziaria che devono parlarle, hanno detto che è una questione urgente, li faccio salire?>>Lui risponde sarcastico e senza dare troppo peso alla questione:<<fateli salire, non ho nessun problema a parlare con loro.>>Il portiere riaggancia il telefono e con un sorriso plastico si rivolge agli agenti:<<secondo piano, stanza n. 23.>>Gli agenti preferiscono usare le scale e una volta giunti davanti la stanza n. 23, che ha la porta spalancata, entrano e il primo chiede:<<buongiorno, il signor Dimeo?>>Lui stacca lo sguardo dal pc e andandogli incontro gli dice con tono deciso:<<sono io, prego accomodatevi.>>Uno degli agenti gli si avvicina e, dopo avergli stretto la mano, gli dice con tono basso cercando di non farsi sentire da altre persone che devono parlare da soli con lui nella sua postazione di lavoro.Pasquale un po’ stupito della richiesta, gli fa un cenno affermativo con la testa e poi si rivolge ai suoi due colleghi di stanza:<<cortesemente signori, vi spiace lasciarmi solo a conferire con gli agenti.>>I due colleghi, senza fare domande, sospendono il loro lavoro ed escono dalla stanza chiudendo la porta.Una volta soli, Pasquale sedendosi alla sua postazione e invitando gli agenti a sedersi, con tono deciso esordisce:<<Cosa posso fare per voi?>>L’ispettore Goffredo Loria apre una cartellina e gli consegna una copia dell’ordine di arresto, aggiungendo:<<signor Dimeo, abbiamo l’ordine di arrestarla e di perquisire il suo ufficio e la sua abitazione. Procederemo prima con la perquisizione di questo ufficio, poi l’accompagneremo in Questura e poi a casa sua dove ci rimarrà agli arresti domiciliari.>>Pasquale attonito, vedendo l’ironia nel sorriso abbozzato dall’ispettore, non riesce a leggere il documento e con un filo di voce dice:<<Non mi sembra di aver capito bene, mi state dicendo che sono in arresto?>><<Si>>.<<Mi spiegate di cosa sono accusato?>><<Lei è accusato di abusi sessuali commessi nei confronti della minore Arianna Fumagalli>>.<<Se è uno scherzo è di pessimo gusto… E chi mi accusa?>><<La denuncia è partita da una professoressa della scuola frequentata dalla minore. Si legga bene l’ordine di arresto è scritto tutto lì e le consiglio di contattare il suo avvocato>>.<<Deve essere presente alla perquisizione?>><<Non ce ne bisogno, ma quando andiamo in Questura lei lo deve nominare quale suo difensore>>.<<Va bene, procedete pure con la perquisizione. Posso sapere cosa dovete trovare?>><<Dobbiamo verificare se lei è in possesso di materiale pedopornografico>>.<<Vi dico subito che non ho mai visto niente del genere, anzi ne ho proprio la repulsione e quest’accusa poi ce la discutiamo…>>.I due agenti si sparpagliano nella stanza, perquisiscono prima personalmente Pasquale, poi i cassetti della sua scrivania, poi il suo computer e anche gli altri pc presenti nella stanza. Pasquale osserva questa scena immobile, quasi impietrito, non avrebbe mai immaginato una cosa del genere e che poi Arianna lo stia accusando di un tale abominio.Gli agenti, finita la perquisizione, gli comunicano di non aver trovato niente e di raccogliere le sue cose per andare in Questura. Pasquale lascia solo un biglietto sulla scrivania del suo collega e poi segue in silenzio gli agenti per essere scortato in Questura.  Sono le 11 del mattino, Guglielmo Frantone – giovane commercialista -  è nella sua auto bloccato nel traffico di Via Foria. E’ appena uscito dalla Camera di Commercio dopo due ore, non né può più di questa settimana. Sta ritornando al suo studio in Via Pessina in fretta perché vorrebbe sistemare velocemente alcune pratiche e poi vorrebbe chiudersi in palestra per tutto il pomeriggio.Come tutte le mattine, la sua autoradio è sintonizzata sulle frequenze di RadioMarte che sta trasmettendo in diretta dal sexy shop nei pressi di Piazza Municipio. Guglielmo focalizza la sua attenzione sulla trasmissione radiofonica, perché sono due anni che, insieme ai suoi due soci, sta cercando di realizzare un sexy shop e una casa di produzione cinematografica.Finito il collegamento in diretta, Guglielmo, entusiasta di quello che ha sentito, decide di telefonare al suo socio Pasquale che, a quest’ora, dovrebbe essere ancora in ufficio al comune.Compone il suo numero di cellulare e appena il suo socio risponde esordisce:<<Pasquale, sono io Guglielmo, hai sentito la trasmissione su RadioMarte?>><<No, purtroppo. Ho un grave problema da risolvere.>><<Che genere di problema, posso aiutarti?>>.<<Si, mi dici come si chiama il tuo avvocato che siamo andati insieme venerdì scorso?>><<Certo, ma qual è il problema?>><<Sono in Questura che mi devono notificare dei provvedimenti e lo devo nominare quale mio difensore.>><<Ma cosa è successo?>><<Sono stato accusato di abusi sessuali.>><<Di abusi sessuali? E da chi?>><<Poi ti spiego, dimmi il nome e il numero di telefono cortesemente.>><<Certamente, scusami, avvocato Pietro Masone ma solo che il numero di telefono è allo studio. Comunque, prenditi tutto che oggi andiamo insieme al suo studio.>><<No, io non posso venire. Chiamalo e vedi se nel pomeriggio può venire a casa mia.>><<Perché non puoi venire? Ti devono arrestare?>><<Si, ora finiamo la procedura di identificazione, poi mi riaccompagnano a casa e ci devo rimanere agli arresti domiciliari.>><<Eh! Che dici?>><<Si, purtroppo è tutto vero. Ti chiamo appena sono a casa.>><<Ve bene, cerco di rintracciare l’avvocato e ci risentiamo.>>Guglielmo chiude la conversazione, è perplesso e preoccupato. Questa brutta notizia non ci voleva proprio e si sente spiazzato, sorride ironicamente mentre cerca di riordinare le idee. Riprende il cellulare e compone il numero dell’altro suo socio, che risponde dopo pochi squilli.<<Mario dove sei?>> gli dice Guglielmo rapidamente.<<Sono a Porta Capuana, ma è successo qualcosa?>><<Si, fermati alla fine di Via Carbonara. Vengo a prenderti perché devo parlarti subito>>.<<Ok, ci vediamo lì>>.Guglielmo riattacca, sorride ancora e si dirige all’appuntamento. Pasquale, finita la conversazione con Guglielmo, ritorna a sedersi di fronte all’ispettore Loria. Gli comunica il nome dell’avvocato e che uno dei suoi amici lo sta contattando.L’ispettore, molto soddisfatto, si alza e gli fa segno di seguirlo. Si incamminano lungo un corridoio, che a Pasquale sembra non finire mai, entrano in una stanza non molto grande dove ci sono altri agenti che li attendevano.Gli fanno prima diverse foto, poi gli prendono le impronte digitali. Una volta terminate queste procedure, gli chiedono se ha qualcosa da dichiarare.Pasquale avrebbe molte cose da dichiarare, ma tace e gli risponde di no. Purtroppo, si sente vinto dall’evento, senza difese e vuole solo andarsene a casa nel più breve tempo possibile.L’ispettore, ricevuto il verbale dell’arresto da uno dei suoi agenti, glielo rilegge e dopo glielo porge per farglielo firmare. Fatto ciò, gli dice con tono molto professionale:<<Siamo pronti per trasferirla a casa sua, dove procederemo con l’ultima perquisizione.>>Pasquale, senza dire niente, annuisce con rassegnazione. Dopo di che, l’ispettore e altri due agenti, lo scortano fuori dalla Questura e lo fanno salire a bordo di una loro auto, per dirigersi a casa sua.Una volta fuori al portone di casa di Pasquale, l’ispettore Loria è il primo a scendere dall’auto. Chiede a Pasquale di fare strada e una volta dentro dice ai suoi uomini di procedere. Gli agenti, sotto gli occhi di Pasquale, cominciano la perquisizione; frugano nel suo armadio, gli aprono i cassetti dei comodini, rovistano fra tutte le sue cose, poi gli accendono il pc portatile, che era sul tavolo da pranzo. Dopo circa mezz’ora, avendo perquisito tutta la monocamera soppalcata di Pasquale, gli agenti rivolgono lo sguardo verso l’ispettore che, sempre con tono molto professionale, gli comunica:<<signor Dimeo, non abbiamo trovato nulla neanche qui. Lei vuole dichiarare qualcosa?>><<Non ho niente da dichiarare.>> risponde lui, molto pacatamente e con lo sguardo vitreo perso nel vuoto.L’ispettore scrive poche parole sul verbale e poi ne consegna una copia anche a Pasquale, che senza neanche guardare, la ripone sul tavolo da pranzo.Dopo qualche minuto, Pasquale è finalmente solo in casa sua. Si guarda intorno, accende la TV senza prestargli attenzione e poi si abbandona sul divano. Dopo alcuni minuti trascorsi sul divano a fissare il soffitto, balza in piedi, raggiunge il cellulare poggiato sul divano e compone il numero dello studio…CONTINUA...