C'ERA UNA VOLTA...

BISOGNA SVENTRARE NAPOLI


…Dunque bisogna sventrare Napoli, esclamò il primo ministro Depretis:Efficace la frase, Voi non la conoscete, onorevole Depretis, il Ventre di Napoli. Avevate torto, perché voi siete il governo e il governo deve sapere tutto. Non fatte pel governo, certamente, le descrizioni colorite di cronisti con intenzioni letterarie che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa retorichetta a base di golfo e di colline fiorite… Serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo deve sapere l’altra parte: il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori,dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un Paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, esistano, e quanti ammoniti vi siano tra i loro amanti di cuore, quanti mendicanti non possano entrare nelle opere pie, quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno, quanto rende il dazio consumo, quando la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e quanto renda il lotto. Quest’altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e tutto provvede, perché siete ministro?La provocatoria lettera scritta più di un secolo fa da Matilde Serao, indirizzata a Depretis, Presidente del Consiglio.Questa realtà ci riguarda da quando siamo italiani, dall'unità del Paese, e cioè dal 1860. Quell’unità che a noi meridionali è costata sangue...allora come adesso quelle parole sono sempre vive!