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La Stampa: il coro “noi non siamo napoletani non è razzismo”

Post n°701 pubblicato il 01 Giugno 2013 da angang1978

 

Il quotidiano di Torino “La Stampa” esordisce così in un articolo di Marco Ansaldo : il coro “noi non siamo napoletani non è razzismo”.

Donde trae origine questa excusatio non petita? Dalla domenicale (a tratti abusata ormai) sequela di insulti contro i meridionali che proprio dagli stadi di certe zone del paese si leva?

No. L’episodio si è registrato ieri sera durante la partita tra Italia e San Marino.

Ansaldo così giustifica il proprio (arbitrariamente ermeneutico) assunto: Il coro «noi non siamo napoletani» che la curva dei bolognesi ha intonato per qualche minuto durante la partita della Nazionale contro San Marino non si può confondere con i «buu» delle curve. È uno dei tanti esempi di maleducazione che si registrano da anni ma è eccessivo attribuirgli significati che non ha.

In teoria potrebbe pure essere, caro Ansaldo, ma ci spiega perchè quel coro viene cantato da certuni tifosi quando in campo non c’è la squadra del Napoli? Voglio dire, avrebbe senso se la squadra di casa giocasse contro quella partenopea, ma il fatto stesso che vengano levati in maniera estemporanea (ed ingiustificata) quando di napoletani non se ne vede neanche l’ombra, lascia, onestamente, disperare sulla motivazione esclusivamente campanilistica. Non crede? Allora , forse, non le viene il lontano dubbio che,in quel caso, si tratti non di un attacco alla squadra di calcio, ma all’intera città, proprio come quando si invoca il Vesuvio? (A proposito, quel genere di cori cosa rappresenterebbe, una maleducazione orografica o uno scaramantico auspicio?).

Inoltre quei cori spesso precedono il : colerosi, senti che puzza scappano anche i cani, meglio ebrei che napoletani, terremotati e la celeberrima intervista di quel tale giornalista della Tgr Piemonte “e i napoletani li riconoscete dalla puzza?”

Io credo, dottor Ansaldo, invece, che i beceri cori abbiano origini lontane, ricorda il “Non si affitta ai meridionali” o “Piemonte libero” ? (Per un approfondimento: http://ilazzaro.altervista.org/1968-piemonte-libero-dai-meridionali-un-video-eloquente/).
Traggono origine dalla pancia di certe zone del paese dove poi sono nati movimenti secessionisti e partiti che hanno tradotto in politiche discriminatorie, proprio quel coro “noi non siamo napoletani”. Come a voler porre una cesura tra “noi” e “voi”.

A lei sfugge anche, forse, il celeberrimo “Benvenuti in Italia”, un cult, un evergreen che si può leggere allo stadio o nei cessi dell’autogrill, oltre che su qualche indicazione geografica istituzionale di paesi a nord del Tevere.

Ma tant’è, tali valutazioni spesso segnano un confine non soltanto geografico ma anche di umana sensibilità.

Di cori: noi non siamo torinesi, piemontesi o padani, io a Napoli o al sud non li ho mai sentiti, e lei, dottor Ansaldo?

Quale pulpito, soprattutto se parte in causa , può determinare (quasi lombrosianamente, tra l’altro) una gerarchia dei razzismi e valutarne nel merito l’esistenza o meno?

 
 
 
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