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Post n°688 pubblicato il 22 Maggio 2013 da angang1978
Come nei più classici degli stereotipi da paese coloniale, è corsa all’oro nero nei paesi del Mezzogiorno bagnati dallo Ionio. Sono davvero tante le richieste inoltrate al Governo (Ministero delle sviluppo economico) di nuove ricerche in mare sulle coste Ioniche, oltre le Concessioni petrolifere già esistenti. Sono talmente tante che se fossero accettate tutte, il fondo marino potrebbe diventare un colabrodo. Tra Puglia, Basilicata e Calabria si profila la concessione di ricerca petrolifera per Transunion e Nautical Petroleum. Su un’area estesa 623 chilometri quadrati, nel settore settentrionale del Mar Ionio, all’interno del Golfo di Taranto (zone marine D e F). E’ del 14 maggio scorso la richiesta inoltrata nuovamente (la sigla è d 68 FR-TU) proposta dalla Compagnia. Si tratta del tratto di costa compreso tra Roseto Capo Spulico e Scanzano: è ubicata al largo, l’area di mare oggetto della richiesta di Permesso di ricerca idrocarburi. Le province coinvolte nel progetto sono Cosenza, Crotone, Lecce, Matera e Taranto. Infatti l’area su cui si potrebbero evidenziare ripercussioni di tipo ambientale, dal fenomeno della subsidenza, ad alterazioni dell’eco-sistema o altri danni ambientali, per esempio alle aree marine protette, come quella di Crotone, sono molto più ampie delle zone in cui avviene la ricerca o l’estrazione petrolifera o metanifera vera e propria con l’installazione dei pozzi. (il quotidiano della calabria) Le royalties? Questo l’estratto di un intervento tratto dal sito di Beppe Grillo, a proposito della royalties pagate alla Regione Basilicata: Le Compagnie petrolifere che estraggono petrolio e gas dal sottosuolo lucano, versano alla Regione Basilicata royalties sotto forma di gas pari al 7% del gas estratto, al netto dei consumi interni. Capito? |
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