DUE MONDI

LA TREDICESIMA STORIA II Parte


L'ambientazione risente della tradizione ottocentesca inglese, dove l'ifnlusso della poesia ossianica e del classico britannico sembra prevalere con le sue pennellate "sepolcrali" quasi grottesche ma sempre reali; novecentesca nel pieno rispetto della consuetudine novellistica e della tradizione fabulistica inglese e danese.Il libro, comunque, sembra procedere senza indugi verso il romanzo introspettivo e psicologico, senza mai diventare noioso o scontato. I colpi di scena ed una certa venatura "giallistica" lo rendeno sempre avvincente e mai scontato. Anche in questo caso la tradizione del romanzo giallistico inglese, poi riportato da Hitckoch sulla pellicola, si ritrova nuovamente, come se  la scrittrice non  sia riuscita a distaccarsi completamente dalla sua cultura e formazione tipica anglosassone, quasi a sigillo di una vera e propria esaltazione della propria formazione classica.E' un libro secondo me da leggere. Lo consiglio anche se so perfettamente che ogni libro è sè stesso e non sempre riesce a colpire allo stesso modo i lettori. I cuori e la fantasia sono diversi e diverse le persone. Comunque non c'è nulla di male nel leggere un libro che alla fine non riesce ad entusiasmarci in pieno, Comunque l'abbiamo sempre letto e in qualche maniera ci ha arricchito nel cuore e nella mente, facendoci sognare, riflettere e, forse, scoprire nuovi ed inaspettati lati caratteriali di se stessi. "Tutti i bambini mitizzano la loro nascita. E' un tratto universale. Volete conoscere qualcuno? Mente, anima e cuore? Chiedetegli di raccontarvi di quando è nato. Ciò che ne ricaverete non sarà la verità; sarà una storia. E niente è più rivelatore di una storia"                                                                         Vida WinterN.B. Un rigraziamento particolare alla mia Amica Daniela che mi ha fatto dono di questa terdicesima storia, affascinante e dolcemente commovente