DUE MONDI

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NON ADARTENE VIA......

Non andartene via 
Neanche solo un istante
Da solo un instante
Morirei senza te 

 
 

ANCHE PER TE....

Anche per te vorrei morire ed io morir non so
anche per te darei qualcosa che non ho
e così, e così, e così
io resto qui
a darle i miei pensieri,
a darle quel che ieri
avrei affidato al vento cercando di raggiungere chi...
al vento avrebbe detto sì....

Lucio Battisti

 

RICORDATI DI ME

Ricordati di me
quando ridi   immagine quando sei da sola
fidati di me  
questa vita e questo tempo volaimmagine

Antonello Venditti

 

CARNEVALE

Per ognuno di Noi c'è una maschera
se nasconde un sorriso o una lacrima
  io non lo dico ma lo so  

Riccardo Cocciante
   

 

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ULTIMI COMMENTI

IO E TE...DUE MONDI IN UNO

E' una vela,immagine una vela la mia mente
prua verso l'altra gente
vento magica corrente
quanto Amore...immagine

Lucio Battisti

 

DECISAMENTE TU....

...e adesso scendi dal piedistallo
perché sei vetro non sei cristallo
e adesso basta  col tuo veleno
perché sei niente forse di meno... 

Riccardo Cocciante

 

RESTA CON ME........

Resta con me con i miei occhi così disperati,
arrossati da troppi uragani
da troppo vino       e da troppi amori
senza speranza senza mai domani 
             Resta con me a spiare cosa fa il rumore
quando il silenzio    lo scaccia lontano
e resta solo il tempo per l'amore,
l'amore stretto qui nella mia mano    

   Riccardo Cocciante

 

 

con che cuore

Post n°1050 pubblicato il 30 Giugno 2009 da Ramses1961

 Video dolce come la canzone di Antonello   Venditti......

un abbraccio gentile a Tutti.........mauro

 
 
 

Riccardo Cocciante - Il Treno (1979)

Post n°1049 pubblicato il 20 Maggio 2009 da Ramses1961

 "Il Treno" della nostra vita ci accompagna per sempre, fino al capolinea della nostra Storia di uomini, facendoci attraversare serene e splendite pianure piene di luce e sole e anche monti innevati e boschi fitti delle nostre esperienze quotidiane su questa terra. Questa canzone, secondo me, ha proprio il fine ultimo di comunicarci questo: che la vita intera, dalla fanciullezza alla vecchiaia è un viaggio su un treno che parte dalla nascita per arrivare alla stazione della morte, portando con sè tutte le esperienze belle e brutte che ogni giorno Noi viviamo, che renderanno la vita unica e personale, soggettiva e irrepetibile. Anche la musica, genialmente creata da Riccardo, da proprio l'idea dell'incedere di un treno nell'itinerario della nostra vita, a volte lineare e a volte meno.......

 
 
 

frammento d'Amore

Post n°1048 pubblicato il 24 Aprile 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

.....POVERO AMOR MIO, SEI DIMAGRITA MOLTO DURANTELE ULTIME SETTIMANE, AL SOLE HAI PERSO LA SFUMATURA DORATA DELLE TUE LENTIGGINI, MA SEI SEMPRE BELLA, MALGRADO TI ABBIANO TAGLIATO QUEI TOUI LUNGHI CAPELLI DA REGINA. NON SO COME AIUTARTI, VOREI PORTARE IO IL PESO DELLA TUA SOFFERENZA, DELLA TUA PAURA ATTANAGLIATA DENTRO. IRENE, COME VORREI COME VORREI FARTI RITORNARE AI TEMPI SENZA INQUIETUDINI QUANDO PASEGGIAVAMO CON CLEO SUL MONTE, QUANDO CI SEDEVAMO SOTTO GLI ALBERI A OSSERVARE LA CITTA' AI NOSTRI PIEDI, MENTRE BEVEVAMO VINO IN CIMA AL MONDO SENTENDOCI LIBERI ED ETERNI, ALLORA NON IMMAGINAVAMO CHE OGGI TI AVREI CONDOTTA LUNGO QUESTA INTERMINABILE STRADA DA INCUBO CON TUTTI I SENSI ATTENTI A OGNI RUMORE, VIGILI, SOSPETTOSI. DA QUELL'ISTANTE TERRIBILE IN CUI QUELLA RAFFICA DI PALLOTTOLE è STATA SUL PUNTO DI SPEZZARTI IN DUE, NON TROVO REQUIE NE' DA SVEGLIO NE' DA ADDORMENTATO. IRENE, DEVO ESSERE FORTE, ENORME, INVINCIBILE., AFFINCHE' NIENTE POSSA FARTI DEL MALE,PER TENERTI A RIPARO DAL DOLORE E DALLA VIOLENZA. QUANDO TI VEDO COSì, VINTA DALLA FATICA, APPOGGIATA ALLO SCHIENALE, ABBANDONATA AGLI SCOSSONI DELL'AUTOMOBILE, CON GLI OCCHI CHIUSI, UN'ANSIA TERRIBILE MI OPPRIME IL PETTO, L'ANSIA DI CURARTI, IL TIMORE DI PERDERTI, IL DESIDERIO DI RIMANERE AL TUO FIANCO PER SEMPRE E DI PRESERVARTI DA OGNI MALE, DI VEGLIARE SUL TUO SONNO DI DARTI GIORNI FELICI.....

  TRATTO DAL ROMANZO " D'AMORE E MBRA" (1985) DI ISABELLE ALLENDE

 
 
 

Parentesi letteraria.......frammento di un emozione

Post n°1047 pubblicato il 22 Aprile 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

<< Lui pensava ai suoi genitori. Di lì a qualche anno avrebbero raggiunto l'età degli ospiti de "La Volontà di Dio" che come loro avevano messo al mondo figli e lavorato senza tregua per giorni e di aspettare la morte curati da mani mercenarie. I Leal vivevano in tribù da sempre, condividendo povertà, gioia, sofferenza e speranza, legati da vincoli di sangue e responsabilità. Esistevano ancora molte famiglie così; forse gli anziani che quella sera avevano assistito alla recita di Josephina Bianchi non erano diversi dai suoi genitori, tuttavia erano soli. Erano le vittime scordate dal vento che aveva disperso la gente in ogni direzione., i negletti della diaspora, quelli che rimanevano indietro senza uno spazio proprio, senza luogo nei nuovi tempi. Non avevano più nipoti a cui badare o da veder crescere, figli da aiutare nell'impresa di vivere, non possedevano un giardino per piantarvi semi nè un canarino che cantasse all'imbrunire. La loro occupazione era evitare la morte pensandovi sempre, anticipandosela, temendola. Francisco giurò fra sè che ai suoi genitori non sarebbe mai accaduto. Ripetè la promessa ad alta voce con le lòabbra nascoste fra i capelli di Irene >>.

  Tratto da il libro "D'Amore e Ombra" di Isabel Allende (1985)

AI MIEI GENITORI....IN RICORDO DI LORO E DEL LORO AMORE PER ME.....
                                                                                            mauro

 
 
 

SCRIVERE CHE LA TERRA TREMA

Post n°1046 pubblicato il 07 Aprile 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Scrivere La terra trema non è solo citare un capolavoro del cinema neorealista firmato Luchino Visconti, che rileggeva a suo modo I Malavoglia di Giovanni Verga. Scrivere che la terra trema o ha tremato è in queste ore la cronaca, disadorna e crudamente vera, di ciò che accade o è accaduto in Abruzzo. Dove la terra ha tremato non per dare titolo a una pellicola ma realmente, nelle viscere. Là dove più che il pessimismo con cui Verga raccontava il suo meridione risuona quel pessimismo "cosmico" con cui Giacomo Leopardi definiva la natura "matrigna" che con una colata lavica recideva il fiore del deserto, la ginestra. Ma senza che quel fiore avesse mai chinato il capo.

Così come non lo chinò Ignazio Silone: nato a Pescina, Abruzzo, nella Marsica, nel 1915 il terremoto di Avezzano provocò nel suo paese oltre tremila vittime. Sotto le macerie chinarono il capo sua madre e i suoi familiari, lui si salvò insieme al fratello e scrisse, qualche anno più tardi, che la terra aveva tremato: << Nel 1915 un violento terremoto aveva distrutto buona parte del nostro circondario e in trenta secondi ucciso circa trentamila persone - scriveva Silone nel '49 nell'autobiografia Uscita di sicurezza -. Quel che più mi sorprese fu di osservare con quanta naturalezza i paesani accettassero la tremenda catastrofe. In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni >>. Molte meno spiegazioni si quelle che Leopardi travestito da islandese pretendeva dalla Natura cieca e sorda nel celebre dialogo, Cieca Natura e per questo imparziale: << Nel terremoto morivano - scrive sempre Silone - infatti ricchi e poveri, istruiti ed analfabeti, autorità e sudditi. Nel terremoto la natura realizzava quello che la legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l'uguaglianza. Uguaglianza effimera. Passata la paura, la disgrazia collettiva si trasformava in occasione di più larghe ingiustizie >>. L'unico risarcimento può esere diventare poeti, ovvero lucidi testimoni del proprio vissuto: come Salvatore Quasimodo, che dopo il catastrofico terremoto del 1908 si trasferì da Modica a Messina. Come tanti altri superstiti, visse a lungo dentro i vagoni ferroviari. Tre anni dopo quel bambino di appena 10 anni cominciò a scrivere poesie e a scorgere nei tramonti messinesi << riverberi di vespro / sanguinolenti come carne / macellata da poco >>. Infine un sonetto, edito sul "Piccolo" di Trieste nel 1909 ma mai inserito nelle raccolte poetiche è stato ripescato neanche un anno fa: è di Umberto Saba ed è ispirato anch'esso al tragico sisma messinese: >> Io non la vidi mai, che d'essa noto / n'era il nome e non più. Nel mio pensiero, / quanto vedevo immaginando il vero / è quello che distrusse il terremoto >>. Saba immaginava ciò che non poteva vedere. Ma non gli bastò andare oltre una siepe, come sarebbe bastato al Leopardi de L'infinito. Il terremoto aveva inghiottito anche quella.

<< Il terremoto ribolle, le notti cadono nei carri merci e noi bestiame infantile contiamo sogni polverosi >>  Salvatore Quasimodo

   Articolo tratto da E-polis di Roma del 7.04.09 Sezione Culture di Giambernardo Piroddi

 
 
 

Patty Pravo- E io verrò un giorno là-musica

Post n°1045 pubblicato il 04 Aprile 2009 da Ramses1961

 
 
 

Canzone di Patty Pravo

Post n°1044 pubblicato il 04 Aprile 2009 da Ramses1961

“E Io Verrò Un Giorno Là”

Come può un uomo uccidere con il suo Amore
E pensare di consolarsi… perché è stato un errore…
Io son qua, e ti sento, sento ancora che ci sei!
Ma è troppo stanca quest’illusione
Di ciò che ho perso e che vorrei…
La mia ferita… che cos’è, aiutami a guarire!
Proprio tu, che sei la luce, ma anche l’ombra del dolore
Dentro me…
E io verrò un giorno là,
ci daremo la mano e poi mai più ti lascerò,
voleremo davvero!
E resta qua, vicino a me, non lasciarmi mai sola,
ho paura che senza te
non vivrò mai davvero… Mai!!!
Com’è successo, che proprio io,
abbia spento il tuo sorriso!
Nel silenzio di una colpa
Che non riesco a perdonare…
L’immenso vuoto che hai lasciato, il mio corpo non può colmare,
perché l’eterno è così grande
che nulla può contenere
dentro me…
Ma io verrò un giorno là,
ci daremo la mano e poi mai più ti perderò,
ci saremo davvero!
E resta qua, vicino a me, non lasciarmi mai sola,
ho paura che senza te
non vivrò più davvero… Mai!!!
E io verrò un giorno là, ci daremo la mano.
E poi mai più ti perderò, ci Ameremo davvero!
E resta qua, stringiti a me, non lasciarmi mai sola,

 
 
 

Da via degli Zingari, il ricordo dell'incubo

Post n°1043 pubblicato il 24 Marzo 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Avrà un senso se il ricordo di una persecuzione occhieggia da un angolo di via degli Zingari. La lapide non parla solo di Rom e Sinti. Ma anche di Camminanti. Di cui poco, e forse nulla, si saprebe. Non fosse per quella meritoria iscrizione, sistemata lì nel 2001. Via degli Zingari è nel cuore del rone Monti; tra via dei Serpenti e la piazza omonima, che confina con piazza della Suburra e via Urbana. Stretta e assiepata di macchine, per non figurare con altre strade della capitale, in sosta più o meno lecita. Ha questo nome perchè qui un tempo, quando la zona era isolata e degradata, venivano concentrate le carovane di nomadi. Nomadi, eredi dei Rom rifugiatisi in Sicilia nel Trecento, erano anche i Camminanti. Che si mettevano in marcia dall'isola, dove si fermavano d'inverno, e risalivano la penisola. Artigiani. Che si guadagnavano da vivere come arrotini, impagliatori di sedie, stagnini, calderai e ombrellai. Quei pochi che ancora oggi seguono le orme di padri e nonni vanno in giro su automobili con altoparlante e offrono i loro servigi per riparare cucine a gas. Durante la seconda guerra mondiale nazisti e fascisti, che sempre devono avere qualcuno da epurare e meglio ancora da massacrare, spedirono a migliaia Rom, Sinti e Camminanti nei campi di sterminio. E' bello, allora, fantasticare che quella lapide, sottoscritta anche dalla comunità ebraica, si ponga come una diga nel rinnovato clima di odio raziale, di pulizie etniche, di agognate deportazioni che a Roma imperversa da alcuni mesi.

  Articolo tratto da E-polis del 24.03.09 di Giuliano Capecelatro, giornalista e scrittore

 
 
 

IL CRIMINE PROSPERAVA (IN BARBA ALLE RONDE)

Post n°1042 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Caravaggio, per l'anagrafe Michelangelo Merisi, pittore, era un tipetto fumantino. Pronto in ogni momento a menar le mani. Felice se poteva di tirar fuori la spada, attrezzo che gli consentiva di sentirsi e atteggiarsi a nobiluomo. Per incrociarla, magari, con le ronde. Con quei "sbirri" pontifici con cui sembrava avere un fatto personale; e che sfruculiava con epiteti grevi e grossolani. Passatempo che gli procurò qualche soggiorno, neppure troppo gravoso, nelle carceri romane, da Corte Savella a Castel S. Angelo. Brevi vacanze, in attesa che qualcuno dei suoi potenti amici lo tirasse fuori dai guai. Le ronde....Caravaggio e i suoi colpi di testa. Il celeberrimo dipinto di Rembrandt, che immerge l'osservatore in pieno XVII secolo. Un sentore di antico circonda quel termine. Rimanda a città fortificate, protette da mura. Suscita il ricordo di un'epoca in cui stato di diritto era un'espressione inconcepibile, e gli abitanti di una città, soprattutto di una città come Roma, erano sudditi. Da sorvegliare. E punire. Non è casuale che le ronde vengano resuscitate e sponsorizzate da un governo che guarda al futuro con gli occhi sulla nuca. Che equivoca tra autorità ed esibizione di muscoli turgidi. In una paurosa, quanto strumentale, confusione tra autorevolezza e autoritarismo. Nella Roma di Caravaggio e Clemente VIII il crimine prosperava. In barba alle ronde. La versione riveduta e corretta, altro fu,mo per gli occhi ingenui, proporrà un identico copione. Peccato solo che non ci sia più Michelangelo Merisi.

  Articolo tratto da E-polis di Roma del 24.02.09 di Giovanni Capecelatro, giornalista e scrittore

 
 
 

Intervista a Bruno

Post n°1041 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

INTERVISTA A BRUNO CONTI

<< Roma ha gli stessi problemi di altre città, lo sport può essere un'ancora di salvezza>>.

<< La Roma segue i propri ragazzi anche fuori dal campo. Per questo ci preoccupiamo che vadano a scuola e che non abbiano problemi familiari o economici>>

Negli anni '80, con il suo talento, ha fatto innamorare i tifosi della Roma. In mezzo è riuscito a metterci anche un Mondiale da protagonista. A fine carriera, smessi i panni di calciatore, ha iniziato a scovare e plasmare altri campioni. Impegno e sacrificio, con un'attenzione particolare ai "suoi" ragazzi. Questo è Bruno Conti, storica bandiera giallorossa e simbolo di una città che lui continua ad amare, nonostante il momento buio.

Ormai sente parlare solo di tragedie e violenza.
E' un periodo negativo, che ha iniziato a coinvolgere anche i piccoli centri come Nettuno, la città dove sono cresciuto.

E Roma?
Ritengo che sia riduttivo parlare solo della Capitale. I fatti di cronaca li conosciamo tutti e avvengono ovunque. Non dimentichiamoci che la nostra città è soprattutto altro.

Eppure sono stati presi dei provvedimenti per renderla sicura.
Se ne è stata riscontrata la necessità, ben vengano delle norme per evitare che certi episodi di violenza e bullismo si ripetano.

In molti casi, tra l'altro, si tratta di giovani.
Sono molti anni che ho a che fare con i ragazzi. Purtroppo in una città come Roma ci sono molte realtà completamente diverse tra loro. Problemi familiari, economici , di lavoro, un educazione approssimativa.

Poi ci sono quelli che giocano nelle tue squadre.
La Roma, come società, ci tiene a seguire i ragazzi anche fuori dal campo. Per questo ci interessiamo alle loro famiglie e ci preoccupiamo che tutti vadano a scuola.

Però mentre i "tuoi ragazzi" la domenica vanno a giocare, ce ne sono migliaia che vanno a sfogarsi allo stadio.
Lo sport può essere una grande valvola di sfogo. Anzi per molti un'occasione per non passare le giornate in strada. E' ovvio, però, che il compito principale spetta ai genitori e all'esempio che danno, come è successo a me. Poi, purtroppo, ci sono anche quelli che vanno allo stadio solo per fare disordine.

Si spieghi meglio.
Non vengo da una famiglia ricca, tutt'altro. Eppure io e i miei fratelli abbiamo ricevuto un certo tipo di educazione. Tutti a tavola alla stessa ora, sacrifici per tutti e sempre massimo sostegno l'un l'altro. Poi al resto ci ha pensato il calcio.

Lo sport aiuta senz'altro i ragazzi a intraprendere un certo cammino.
Nel mio caso mi ha dato grande disciplina. Ed è quello che facciamo tutti i giorni alla Roma.Proviamo a formare i nostri ragazzi non solo come calciatori, ma anche come uomini.

Ma a certi livelli non si rischia di creare troppe aspettative?
Lo sport, in generale, non è fatto solo di serie A, ci sono diversi livelli. L'importante è mantenere la passione. Poi che si giochi di fronte a sessantamila persone o in un campetto di periferia cambia poco.

E' una cosa che ha riscontrato in questi anni?
Certo. Non tutti i ragazzi che ho avuto sono riusciti a sfondare, ma la maggior parte di loro ancora gioca in categorie dilettantistiche. Questo significa che il nostro lavoro è servito a qualcosa e che centinaia di adolescenti, nonostante alcune delusioni, non hanno intrapreso strade pericolose.

 
 
 
 
 

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Un blog di: Ramses1961
Data di creazione: 03/01/2005
 

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E VORREI VIVERE CON TE

Io sono da bosco e da riviera
e vorrei vivere con Te   
in una dimensione un pò più vera
che si menifesterà da se
       senza paure e senza regole
seguendo il vento come nuvole 
per sempre ormai incontaminabili

   Riccardo Cocciante

 

PER LEI

io me ne andro' ai limiti dell'impossibile per lei
per lei superero' me stesso e mi trasformero' se vuole
saremo indivisibili estremi indispensabili  

   Riccardo Cocciante 

 

IMAGINE

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

John Lennon
 

 

SENZA DI TE

Senza te, io senza te
solo continuerò  e dormirò
mi sveglierò, camminerò
lavorerò, qualche cosa farò
qualche cosa farò, si, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò: piangerò
si, io piangerò  

Lucio Battisti 

 

LA MIA LUCE

A te che sei il mio presente
a te la mia mente 
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al suo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me  

Lucio Battisti

 

QUANDO SI VUOLE BENE......

Quando si vuole bene,  bene veramente
non si è più banali, non si è più comuni
e anche una parola, se soltanto mia
sfiora le tue labbra e diventa poesia...

Riccardo Cocciante

 

ANCORA.....

....e anche se incontrassi un angelo direi
....non mi fai volare in alto quanto Lei!...
     no....non mi fai volare in alto.....ancora!

 Eduardo De Crescenzo

 

I SOGNI....

Le stelle stanno in cielo
e i Sogni....non lo so  
So solo che son pochi....
quelli che s'avverano.....

          

Vasco Rossi
 

 

IL NOSTRO CARO ANGELO

   immagine  ...lui dorme nei cespugli in fondo agli alberi ma schiavo non sarà mai...  immagine   

Lucio Battisti                   

 

STAI CON ME...

Stai con me oppure no
    soltanto un attimo ti prego
ci stai per essere ancora mia
oppure ci stai per non andare via

Vasco Rossi

 

BELLA

mentre tu mentivi
e mi dicevi che
ancora più di prima
tu amavi me
prima che io capissi
e riscegliessi Te....
              eri bella...
comunque bella

Lucio Battisti

 
 

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