DUE MONDI

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NON ADARTENE VIA......

Non andartene via 
Neanche solo un istante
Da solo un instante
Morirei senza te 

 
 

ANCHE PER TE....

Anche per te vorrei morire ed io morir non so
anche per te darei qualcosa che non ho
e così, e così, e così
io resto qui
a darle i miei pensieri,
a darle quel che ieri
avrei affidato al vento cercando di raggiungere chi...
al vento avrebbe detto sì....

Lucio Battisti

 

RICORDATI DI ME

Ricordati di me
quando ridi   immagine quando sei da sola
fidati di me  
questa vita e questo tempo volaimmagine

Antonello Venditti

 

CARNEVALE

Per ognuno di Noi c'è una maschera
se nasconde un sorriso o una lacrima
  io non lo dico ma lo so  

Riccardo Cocciante
   

 

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IO E TE...DUE MONDI IN UNO

E' una vela,immagine una vela la mia mente
prua verso l'altra gente
vento magica corrente
quanto Amore...immagine

Lucio Battisti

 

DECISAMENTE TU....

...e adesso scendi dal piedistallo
perché sei vetro non sei cristallo
e adesso basta  col tuo veleno
perché sei niente forse di meno... 

Riccardo Cocciante

 

RESTA CON ME........

Resta con me con i miei occhi così disperati,
arrossati da troppi uragani
da troppo vino       e da troppi amori
senza speranza senza mai domani 
             Resta con me a spiare cosa fa il rumore
quando il silenzio    lo scaccia lontano
e resta solo il tempo per l'amore,
l'amore stretto qui nella mia mano    

   Riccardo Cocciante

 

 

La salita del Grillo

Post n°1040 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

La salita del Grillo e il prete assurto a dittatore

Il marchese del Grillo, è ovvio. La figura, a metà tra cronaca e legenda, dà fama e smalto alla breve salita che si inerpica verso piazza Magnanapoli e via Nazionale, o scende spedita vero la piazza omonima per raggiungere l'ultimo tratto di via Cavour. Con l'ipoteca del faccione malizioso di Alberto Sordi che, con la mano di Mino Monicelli, sullo scermo prestò corpo e battute allo stravagante aristocratico. Ma la piccola strada ha altro di curioso da offrire. Come la targa che sulla facciata di una modesta e trasandata palazzina, al civico 17, ricorda che quell'edificio ospitò, tra il XVII E XIX secolo, la tipografia della Congregazione de propaganda fide, cioè il quartier generale dell'opera missionaria della Chiesa di Roma. Il primo testo, informa la targa, che uscì dalla tipografia, era il 1629, fu un dizionario georgiano-italiano. Curato da Stefano Paolini e Nikifur Irbach. Due studiosi, di certi illustri in quegli anni, ma di cui oggi si fatica assai a trovare le tracce. La targa è del 1983. Collocata lì per iniziativa di quella che era la repubblica socialista sovietica della Georgia, la patria di Stalin. L'impero sovietico si è nel frattempo dissolto. La Georgia è una repubblica autonoma. Stalin è bollato dalla Storia come dittatore sanguinario. Ma aveva mosso i primi passi in seminario. Così, per i bizzarri intrecci del destino, la targa della salita del Grillo può collegare in un'unica scena virtuale il prete assurto a dittatore, la sua patria, e l'apostolato della Congregazione.

Articolo tratto da E polis  di Roma del 10 febbraio 2009 di Giuliano Capecelatro,    giornalista e scrittore

 
 
 

Articolo Repubblica

Post n°1039 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

A Trieste due gradi di giudizio e due richieste di risarcimento
per un detenuto curdo salvato dal suicidio

Tenta di impiccarsi in cella
Processato: paghi le lenzuola
di ALESSANDRA LONGO

ROMA - Disperato, senza orizzonti, solo con i suoi pensieri in quella cella. Il detenuto curdo decide di farla finita, riduce due federe a striscioline, si mette il cappio al collo. Ma ecco che le guardie del carcere triestino del Coroneo intuiscono la situazione, e all'ultimo momento lo salvano.

Storia a lieto fine? Sì, ma con multa. Lo Stato italiano rivuole i soldi delle federe. Sette euro. L'aspirante suicida, che nel frattempo è uscito di prigione e ha anche ottenuto asilo politico, rimborsa il dovuto e pensa che sia finita lì. E invece no. L'ingranaggio micidiale ormai si è messo in moto, come racconta Il Piccolo di Trieste. Sarà pure stato depresso e incline a lasciare questo mondo ma il curdo ha fatto a pezzi quelle due federe. Un magistrato lo rinvia a giudizio per danneggiamento aggravato. La motivazione è molto severa: "Con coscienza e volontà distruggeva un bene della Pubblica amministrazione".

In primo grado i giudici si convincono che non bastano i sette euro già risarciti, ci vuole una sanzione, deve rimanere agli atti che anche chi si suicida ha degli obblighi da rispettare, non può usare impunemente beni di proprietà altrui solo perché pressato dall'emergenza. Alla fine quantificano la multa: 30 euro.

Basta così? No, si va avanti. E' storia di pochi giorni fa. Il difensore del curdo ricorre in appello e chiede, in sintonia con il rappresentante della Procura generale, che il suo cliente venga assolto. In fondo, la situazione in cui si è prodotto il reato, cioè il danneggiamento delle federe, era stata drammatica, il detenuto si trovava in uno stato di evidente prostrazione, aveva deciso di porre termine ai suoi giorni, si era guardato intorno e quelle due federe gli erano sembrate l'unico modo di attuare l'insano proposito...

Tre magistrati si riuniscono in Camera di consiglio e discutono fra di loro del caso. Consulto delicato, forse anche tormentato. L'arringa dell'avvocato e la disponibilità dell'accusa non fanno breccia. La legge è la legge. Il curdo non può essere assolto. Arriva una nuova condanna. Però una crepa si è aperta. In appello la multa viene ritoccata: invece di trenta euro, ne bastano, a saldare il conto, venticinque. E' presto per conoscere le motivazioni della sentenza ma non appena arriverà non è affatto escluso che la faccenda delle federe approdi in Cassazione. E poi dicono che la giustizia non funziona.

(2 febbraio 2009)

 

 Incredibile ma vero......la cultura del Diritto Romano, tutta essenzialità  concretezza, sembra veramente sparita del tutto!!!! Altro che riforme.....qui è necessario rifare tutto, dando le responsabilità alle persone giuste e all'interpretazione della legge una capacità più larga e meno restrittiva rispetto alle norme. Se no, altre memorabili gaffes giuridiche saranno sempre in agguato!!!.....

           "Riflessioni"  di  mauro

 
 
 

Neve fuori stagione

Post n°1038 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Ben strano risveglio, quasi duemila anni fa, quella mattina dl 5 agosto. Il cocuzzolo dell'Esquilino, nascosto da un manto candido. Neve ad agosto? Così riportano le cronache, che recano la data del 352, mentre qualcuno azzarda il 358. Meno stupite del resto della popolazione furono due persone. Un tale Giovanni, che non sapeva più dove mettere tutto il denaro posseduto. E papa Liberio. In sogno, infatti, la madonna li aveva messi contemporaneamente sull'avviso. Con la postilla che in quel punto, con i soldi di Giovanni e il benestare di Liberio, avrebbero dovuto edificare una chiesa. . E' l'atto di nascita della basilica di S. Maria maggiore. Che per nome di battesimo, quasi obbligato, ebbe Madonna della neve, ma se ne porta dietro numerosi altri. Liberio, papa dal maggio 352 al settebre 366, risulta un tipetto particolare. Ricordato soprattutto come primo pontefice a non diventare santo. Era noto, poi, per il pallino della verginità. Una fissazione maniacale che può spiegare la storia, altrimenti poco verosimile, della neve ad agosto e del sogno profetico. Nel 431 il Concilio di Efeso abveva sancito il dogma della divina maternità. La neve, immacolata, è un evidente simbolo di purezza. Liberio avrebbe fatto due più due e soddisfatto così la propria ossessione. Giene derivò comunque il merito di aver lasciato ai posteri uno dei monumenti, arricchito in particolare nel Settecento, più belli della città. E la neve fuori stagione? La scettica interpretazione laica propende per una fitta grandinata.

   Articolo tratto da E-polis del 20 gennaio 2009 di Giuliano Capecelatro, giornalista
   e scrittore

 
 
 

Post N° 1037

Post n°1037 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Leggendo questo libro di Pennac, questo brano mi è sembrato veramente attuale, quasi se l'autore avesse voluto anticipare la tragedia della recente guerra tra Israeliani e Palestinesi. Dopotutto, la morte così come è riportata nelle righe, è simile a qualsiasi decesso di un essere umano, soprattutto quando prodotto inesorabile di una guerra, SEMPRE DI PER SE INACCETTABILE ED INCOMPRENSIBILE. Per questo motivo lo trascritta e riportata qui sul Blog. Affinchè sia oggetto di riflessione da parte di tutti Noi, da tutti gli uomini di buona volontà e che credono alla pace come principio essenziale e fondamentale per il progresso individuale e collettivo per loro stessi e per gli altri. Non deve essere questo una sorta di dogma morale o etico, ma deve essere un componente importante di una coscienza nuova, più libera e culturalmente più avanzata. Le esigenze e i credo politici, economici e religiosi devono inchinarsi a questo principio-base del vivere insieme. Soltanto recependo ciò e mettendolo poi in pratica, forse, l'uomo progredirà, migliorando se stessi. la propria vita e garantendo così un futuro ai propri figli e discendenti sicuramente più sereno ed auspicabile da tutti.

    "Riflessioni"  di  mauro

 
 
 

Post N° 1036

Post n°1036 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

"La voce del cronista guidava la telecamera, lungo rue de Transavaal sul petto di Six, verso l'incrocio tra rue Piat e rue de Envierges, i quella piattaforma che offre una vista impareggiabile sulla distruzione di Beleville....E di colpo ho sentito tra le dita il freddo mortale della foto strappata dalle mani di Clèment, fredda come la pelle di un morto, fredda come l'assenza di Six, e nel calore del nostro letto comune ho capito che con la morte di Six avevamo perso un'altra ragione di vivere, che dopo lo zio Stojil  il vecchio Thian anch Six aveva levato l'ancora, aveva strappato uno dei miei legami con il mondo, poichè con lui non avevo perso un amico, avevo perso la parte migliore di me stesso, come sempre quando un amico se ne va, un'ancora strappata al cuore del mio essere, un pezzo del mio cuore insanguinato appeso a quell'ancora levata, e non era solo vino quello che mi colava dagli occhi, erano le lacrime delle mie lacrime, quell'inesauribile riserva di sofferenza, il vitigno così fertile del dolore di vivere, così profondamente radicato nella nostra terra di lutto......
Ho singhiozzato tra le braccia di Julie, e Julie ha fatto lo stesso, ci siamo svuotati fino a quella specie di deliquio chiamato sonno, quella tregua da quale ci si sveglia con un bambino perso, un amico in meno, una guerrain più e tutta la strada che resta da fare malgrado tutto, poichè pare che anche noi siamo ragioni di vivere, che non bisogna sommare morte a morte, che il suicidio è fatale al cuore di chi resta, che bisogna tenere duro, tener duro comunque, con le unghie, con i denti".

    Passo tratto dal libro "Signor Malausseène" (1995) di Daniel Pennac

 
 
 

Post N° 1035

Post n°1035 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Nei 18 giorni di guerra l'ospedale di Rafah ha ricoverato 440 feriti, 38 dei quali sono morti. Se si sottraggono a quei 440 i bambini (89), le donne (71), gli anziani e i non-combattenti, di numero imprecisato, si ricava il sospetto che Israele ammazzi soprattutto inermi. O almeno questa è la convinzione del dottor Shiada. Quale poi sia logica del tutto, in effetti non è chiaro. Qui a Rafah l'aviazione da due giorni bombarda soprattutto la zona limitrofa alla terra di nessuno tra Egitto e Gaza, lì dove sbucano centinaia di tunnel sotterranei. Ma quelle gallerie probabilmente non sono così fondamentali agli equilibri strategici come si vuol far credere.

Per quanta precisa sia l'aviazione, talvolta i suoi razzi colpiscono le case. Forse non va ascritto ad un errore il missile che secondo alcuni beduini sarebbe caduto due giorni fa in Egitto, proprio al di là del confine, e proprio nel momento in cui Gamal Mubarak il figlio del presidente egiziano, visitava il valico di Rafah. Se questo è vero, forse si è trattato di un avvertimento, nel linguaggio misterioso con cui Israele e l'Egitto si scambiano segnali in margine ad una blitz-krieg forse ancora indecifrata, o forse assai poco razionale.

(15 gennaio 2009) 

 
 
 

Post N° 1034

Post n°1034 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

I compagni degli otto bambini feriti quella notte, ieri avevano ripreso a giocare sotto il tronco di una palma mozzata dall'esplosione. Anche la vita degli adulti prosegue in una stralunata normalità. Restano aperti i barbieri, farmacie, negozi di alimentari; e il ristorante Bassam, di cui ieri abbiamo apprezzato la shawarma. Circolano automobili. Il corso è affollato. L'erogazione di acqua e di luce subisce sospensioni saltuarie in alcune zone. La campagna rifornisce ancora le bancarelle del mercato di zucchine, cavoli e arance. Il prezzo di alcuni generi di prima necessità, come lo zucchero, è triplicato. Il costo della benzina è raddoppiato, ed è aumentato in proporzione il numero di carretti trainati da cavallini e asinelli. Sui carretti, su rimorchi di trattori, famiglie si trasferiscono da zone pericolose ad aree più sicure, il marito alla guida, i bambini e la moglie (o le mogli) sul pianale.

Scappa soprattutto chi abita le case affacciate sulla linea di confine, lì dove l'aviazione israeliana martella giorno e notte, per distruggere le gallerie che passano sotto la frontiera. I boati che mentre scrivo scuotono le finestre di questa casa provengono appunto da quella zona. Un minuto dopo, dal walkie-talkie del ragazzo apparso all'improvviso una voce concitata annuncia che una persona è morta ("Un martire", dice più esattamente il ragazzo, militante di Hamas).

In centro conto sei palazzi colpiti dalle bombe. Palazzine come sbranate da fauci enormi. La "Scuola per figli di martiri e per orfani Daral Fadila", e la moschea annessa: erano vuote quando l'esplosione le ha sfondate. Un edificio a due piani, largo una trentina di metri. Prima di essere ridotto ad una rovina era adibito, mi dicono, a deposito per medicinali. Forse ospitava anche altro, e probabilmente l'aviazione ha colpito con cognizione di causa. Ma agli occhi della popolazione, Israele sta semplicemente ammazzando palestinesi. E questo sconvolge quegli abitanti di Gaza che magari non amavano gli israeliani, ma mai li avrebbero creduto capaci di tanto.

"Perché ammazzano i nostri bambini? Perché? E' incomprensibile", dice Nidal, un giovane ingegnere. "È tutto indecente", dice Abdullah Shiada, il direttore dell'ospedale. E i Qassam, i missili che Hamas spara dal centro di Rafah? "Giocattoli o poco più, al confronto delle armi con cui un esercito tra i più forti della terra attacca le nostre piccole città. Ci attacca con gli F16, con gli elicotteri, con gli aerei-spia che stanno fermi sopra le nostre teste pere 24 al giorno. Con le navi che sparano su Rafah dal mare. Con i tank che avanzano da est e ormai sono a pochi chilometri dalla periferia. Ieri hanno spianato il villaggio di Sofa, 35 case, ammazzato due palestinesi, di cui non riusciamo a recuperare i cadaveri, e fatto una strage di pecore.
L'Europa potrebbe chiamare la Protezione animali?".

           (continua)


 
 
 

Post N° 1033

Post n°1033 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Un tempo era il grido di guerra di quello che si chiamava il "fronte del rifiuto" poiché rifiutava l'esistenza di Israele. Ora lo trovi sulla bocca di palestinesi che avevano accettato l'idea di convivere con lo Stato ebraico. Forse l'ira sbollirà. Ma al momento la guerra sembra riunificare i palestinesi della Striscia sotto le bandiere che a Rafah sventolano da ogni lampione: le verdi di Hamas, le nere della Jihad islamica.

Non era così nelle prime giornate. Per capire perché sia cambiato l'umore di Rafah val la pena di seguire le tracce di un gruppo di poliziotti palestinesi che Israele ha inseguito con una specie di cecità omicida, tanto ostinata quanto stolta. Poliziotti di Hamas, ma poliziotti. Addetti al traffico, alla repressione dei furti, alla stesura delle denunce. Il primo giorno di guerra, quando l'aviazione israeliana li ha bombardati, i loro uffici ospitavano un gruppo di persone convenute per chiudere con un accordo amichevole un incidente di traffico nel quale un automobilista aveva ferito un passante, e a ragione di questo era stato arrestato. La bomba ha ammazzato un legale, un giureconsulto islamico, un medico incaricato della perizia, l'arrestato, un suo parente e vari impiegati.

I poliziotti sopravvissuti hanno trovato riparo in un edificio comunale, il "Parlamento della gioventù palestinese", costruito molti anni fa con l'idea di educare i ragazzi alla democrazia. È nel quartiere di al-Shabura, zona povera che tifa Fatah, gli avversari di Hamas. Non pochi abitanti di al-Shabura erano tra i duecento palestinesi che il 30 dicembre hanno trasformato il funerale di un militante di Fatah morto sotto le bombe in una furiosa manifestazione contro Hamas. "Hamas, tu hai provocato questa guerra, adesso fermala", scandivano. La notte del 31 una bomba ad alto potenziale ha sventrato il "Parlamento della gioventù palestinese". Ma la dozzina di poliziotti che per due giorni vi aveva dormito, non c'era. Sospettando che le spie avessero segnalato la loro presenza agli israeliani, i poliziotti si erano dispersi nella città. La bomba ha strappato a due palazzi la parete che affacciava sulla strada, devastato una cinquantina di appartamenti, ammazzato due abitanti, ferito altri venti. E convinto la gente di Fatah che il nemico non è più Hamas. Ora e sempre, è Israele.

     (continua)

 
 
 

Post N° 1032

Post n°1032 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

La guerra sembra riunificare i palestinesi sotto le bandiere degli integralisti

Tra i guerriglieri nella Striscia
sotto le bombe cresce la rabbia
  
dall'inviato GUIDO RAMPOLDI

GAZA - Il cielo appartiene a Israele, ma in città comanda tuttora Hamas. I suoi capi, i suoi guerrieri, escono dopo le nove di sera, quando scatta il coprifuoco. Di giorno non si fanno vedere, se non sul valico di confine con l'Egitto. Una decina, non uno in divisa. Un paio a piedi nudi. Gli altri in tuta da ginnastica; tre con una camicia avana di foggia militare. Imbronciati, diffidenti, ma nel loro modo rustico grati all'europeo che si affaccia da questa parte. Discutono a lungo se autorizzarti a raggiungere Gaza city a bordo di un'ambulanza, ma concludono che non è possibile, le ambulanze egiziane non fanno questo genere di trasporti e le ambulanze palestinesi non viaggiano tra il nord e il sud della Striscia: "Gli israeliani le mitragliano. Ma no, mica sempre. È gente civile, quella!", ghigna l'unico che parla l'inglese. Hanno l'aspetto di un gruppo di sbandati: eppure Hamas non sembra affatto allo sbando. A Rafah ha perso il municipio e le stazioni di polizia, spianati dalle bombe israeliane, ma non il suo potere di controllo.

Non riesce a garantire la pulizia delle strade, peraltro sporche anche prima della guerra. Ma se chiami il 100, l'equivalente del nostro 113, accorrono. Rapidi ed efficienti. Due giorni fa hanno arrestato un ladro di motorette, e non potendo metterlo in guardina perché non c'è più una guardina, l'hanno ammanettato ad un palo di ferro, in modo che i passanti potessero sputargli addosso.

Vista da questa città, la prima dopo il confine egiziano, la guerra d'Israele è molto più chirurgica di quanto si mostri in queste ore a Gaza city, ma altrettanto insensata. Non si può dire che l'aviazione israeliana non faccia sforzi per evitare vittime tra la popolazione. Ma avendo deciso di dare la caccia ad un nemico invisibile nascosto nelle città, e parte di quelle città, finisce per ammazzare soprattutto i civili. Così convince i palestinesi che nessuna pace, nessun compromesso, nessuna convivenza è più possibile con chi ammazza i loro bambini. O noi o loro, senti ripetere. O noi cancelliamo loro o loro cancellano noi.

      (continua)

 
 
 

Post N° 1031

Post n°1031 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

http://makia.ilcannocchiale.it/2009/01/07/questo_video_potrebbe_essere_i.html?YY=2009&mm=1&dd=5

Senza parole.......ecco come rimango guardando realtà atroci
come questa....è la guerra, una parola breve, forse troppo usata
nel linguaggio comune, ma già di per se, nel sua struttura
fonetica, così dura.....come può l'uomo farsi male così,
non lo so.....come può il cuore di una persona essere
così duro da non raccapricciarsi davanti a questi effetti
devastanti delle bombe?... per me è inspiegabile e
tutto ciò mi fa rimanere sconcertato, quasi inerte,
di fronte a tanta efferatezza.....e non voglio neanche
cercare una ragione, una sola che possa motivare questa
tragedia....non voglio sentire nessuno che affermi di essere
nel giusto per creare queste tragiche realtà, fatte da
uomini che, non so a che punto, possono essere considerati
e chiamati così......mah....è un nuovo anno questo qua che è
appena iniziato e cominciarlo così mi sembra proprio
sconvolgente e pazzesco......non so proprio cosa aggiungere,
tale è la mia tristezza e la mia negatività pessimistica verso
il futuro dopo aver visto un documento di questo genere.....

      "Esternazioni"  di  mauro                                 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 03/01/2005
 

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E VORREI VIVERE CON TE

Io sono da bosco e da riviera
e vorrei vivere con Te   
in una dimensione un pò più vera
che si menifesterà da se
       senza paure e senza regole
seguendo il vento come nuvole 
per sempre ormai incontaminabili

   Riccardo Cocciante

 

PER LEI

io me ne andro' ai limiti dell'impossibile per lei
per lei superero' me stesso e mi trasformero' se vuole
saremo indivisibili estremi indispensabili  

   Riccardo Cocciante 

 

IMAGINE

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

John Lennon
 

 

SENZA DI TE

Senza te, io senza te
solo continuerò  e dormirò
mi sveglierò, camminerò
lavorerò, qualche cosa farò
qualche cosa farò, si, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò: piangerò
si, io piangerò  

Lucio Battisti 

 

LA MIA LUCE

A te che sei il mio presente
a te la mia mente 
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al suo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me  

Lucio Battisti

 

QUANDO SI VUOLE BENE......

Quando si vuole bene,  bene veramente
non si è più banali, non si è più comuni
e anche una parola, se soltanto mia
sfiora le tue labbra e diventa poesia...

Riccardo Cocciante

 

ANCORA.....

....e anche se incontrassi un angelo direi
....non mi fai volare in alto quanto Lei!...
     no....non mi fai volare in alto.....ancora!

 Eduardo De Crescenzo

 

I SOGNI....

Le stelle stanno in cielo
e i Sogni....non lo so  
So solo che son pochi....
quelli che s'avverano.....

          

Vasco Rossi
 

 

IL NOSTRO CARO ANGELO

   immagine  ...lui dorme nei cespugli in fondo agli alberi ma schiavo non sarà mai...  immagine   

Lucio Battisti                   

 

STAI CON ME...

Stai con me oppure no
    soltanto un attimo ti prego
ci stai per essere ancora mia
oppure ci stai per non andare via

Vasco Rossi

 

BELLA

mentre tu mentivi
e mi dicevi che
ancora più di prima
tu amavi me
prima che io capissi
e riscegliessi Te....
              eri bella...
comunque bella

Lucio Battisti

 
 

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