DUE MONDI

Personal Diary

 

FACEBOOK

 
 

NON ADARTENE VIA......

Non andartene via 
Neanche solo un istante
Da solo un instante
Morirei senza te 

 
 

ANCHE PER TE....

Anche per te vorrei morire ed io morir non so
anche per te darei qualcosa che non ho
e così, e così, e così
io resto qui
a darle i miei pensieri,
a darle quel che ieri
avrei affidato al vento cercando di raggiungere chi...
al vento avrebbe detto sì....

Lucio Battisti

 

RICORDATI DI ME

Ricordati di me
quando ridi   immagine quando sei da sola
fidati di me  
questa vita e questo tempo volaimmagine

Antonello Venditti

 

CARNEVALE

Per ognuno di Noi c'è una maschera
se nasconde un sorriso o una lacrima
  io non lo dico ma lo so  

Riccardo Cocciante
   

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

ULTIME VISITE AL BLOG

pantaleoefrancacaterinasardanellianna1952bRamses1961burgio87amistad.siempresbesbapedros_1960a1b2d3e4gpouracheterjfkennedy82giuseppe.vallone46berchidda1975pasguaradoro_il_kenya
 

ULTIMI COMMENTI

IO E TE...DUE MONDI IN UNO

E' una vela,immagine una vela la mia mente
prua verso l'altra gente
vento magica corrente
quanto Amore...immagine

Lucio Battisti

 

DECISAMENTE TU....

...e adesso scendi dal piedistallo
perché sei vetro non sei cristallo
e adesso basta  col tuo veleno
perché sei niente forse di meno... 

Riccardo Cocciante

 

RESTA CON ME........

Resta con me con i miei occhi così disperati,
arrossati da troppi uragani
da troppo vino       e da troppi amori
senza speranza senza mai domani 
             Resta con me a spiare cosa fa il rumore
quando il silenzio    lo scaccia lontano
e resta solo il tempo per l'amore,
l'amore stretto qui nella mia mano    

   Riccardo Cocciante

 

 

Post N° 1030

Post n°1030 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

L'Anno vecchio è trascorso e uno Nuovo si affaccia pieno di speranze ed attese. Ogni volta ci si illude di trovare un periodo migliore nel proprio futuro. E questo mi sembra logico e naturale che avvenga. Se l'ottimismo per i giorni a venire finisse così, tutto ad un tratto, la nostra vita, forse, sarebbe meno varia e meno bella. Sarebbe come vivere la stessa vita, quasi a ricordo di un passato mai morto e sempre presente nella mente e nel cuore di tutti Noi. Ma l'animo umano, nella sua poliedricità assoluta, ci impedisce questo, come se spinto da un istinto di sopravvivenza interiore che ci spinge a guardare avanti anche nei momenti più bui, in quei periodi in cui tutto è da buttare e da fuggire, senza giuste riflessioni ed aneliti di speranza. Per cui, ben venga questo Nuovo Anno. Che ci porti Libertà, Serenità e Solidarietà. Queste cose mi sono sufficienti, finchè questo nuovo periodo di vita sia benevolo con tutti Noi. Il resto è secondario. La ricchezza, ad esempio, ben venga se ci troviamo già ad essere liberi nel mondo, sereni nel cuore e nella mente e solidali con gli altri, che vivono con Noi la stessa vita, con i suoi pregi e suoi difetti.
Quindi brindiamo al 2009 e cominciamo a viverlo, sperando sempre che esso si dimostri un anno felice e predestinato a portarci più in là verso il nostro traguardo, verso il nostro destino, in maniera benevola e rilassante.

AUGURI A TUTTI I LETTORI DEL MIO BLOG!!!!!!
E uno piccolo anche per me.......

       "Esternazioni" di mauro

         

 
 
 

Post N° 1029

Post n°1029 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

ORA SI ARGINI LA PIENA DISASTROSA DEL TRAFFICO

Bravo, bravo il sindaco. Finalmente ha trovato il coraggio (morale, quello fisico appartiene al suo bagaglio culturale) di parlare chiaro ai suoi concittadini e dire: non usate l'auto. Lo ha fatto, in verità, quando si è trovato con l'acqua alla gola, cioè il Tevere che, da ponte Milvio a ponte Garibaldi, minacciava catastrofi. Nel ricordo di alluvioni devastanti, quella del 1598, o quella del 1870, 26 dicembre, con l'acqua che imperversava al Ghetto, Ripetta, piazza Colonna, piazza del Popolo, il Corso e si inoltrava sbarazzina per via Condotti, e costrinse il sovrano Savoia, Vittorio Emanuele II, a mettere l'augusto piede, a Roma per la prima volta, il 31 dicembre. Poi in città il fiume venne ingabbiato tra gli argini. Adesso il sindaco dovrebbe, se dotato di lungimiranza, autorevolezza e autentica ispirazione innovativa, trasformare quell'appello in un principio-guida per arginare la piena disastrosa del trasporto privato. Molte grandi città europee sperimentano forme nuove di mobilità: ampie pedonalizzazioni, drastica riduzione della velocità in alcune zone, biciclette, car-sharing. E trasporti pubblici efficientissimi. Qui sta il punto. Perchè il primo cittadino dovrebbe e potrebbe legittimamente tirare le orecchie ai dirigenti del trasporto pubblico. E chiedere con decisione che mettano a punto piani, magari con l'aiuto di esperti del settore ( ce ne sono a iosa nel mondo), per cui non sia più un calvario raggiungere, ad esempio, viale Quattro Venti da via delle Isole Curzolane.

  Articolo tratto da E-polis del 16.12.2008 di Giuliano Capecelatro, giornalista e   scrittore

 
 
 

Post N° 1028

Post n°1028 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

GRAZIE ROMA.......

Grazie Roma per averci dato questa bella soddisfazione, dopo un inzio di stagione balbettante e quasi surreale. Forse la preparazione è stata mirata e studiata per questo, per trovarsi pronti agli appuntamenti fondamentali in Champion League.
Comunque vada, la prima fase è andata piuttosto bene. La Roma si è qualificata agli ottavi, guadagnando in notorietà, prestigio e risorse finanziarie. Ora bisogna volgere la mente e il cuore al Campionato, per risalire tra i primi quattro posti che significano nuovamente la Champion per la prossima stagione. La Magica può tutto nel bene e nel male, come da anni e anni Noi tifosi lupini siamo abituati a vivere con le maglie giallorosse. Tante illusioni e tante delusioni, alle quali però si equilibrano tante speranze e tante soddisfazioni. Spero che queste ultime possano alla fine prevalere in questa stagione 2008-2009.

             "Esternazioni"  di  mauro 

 
 
 

Post N° 1027

Post n°1027 pubblicato il 09 Dicembre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

STORIA DI UNA PULIZIA ETNICA PICCOLA PICCOLA

Victor Hugo scrisse uno sferzante pamphlet su Napoleone III: Napoleone il piccolo. Per dire che Carlo Luigi Napoleone Bonaparte avrebbe rappresentato sempre e soltanto uba pallida riproduzione dello zio, il despota originale. L'ottimo sindaco di Roma non ha proprio Napoleone come modello, ma qualcuno che provò a scimmiottarlo. E che, tra tante criminose nefandezze, si ingegnò a deportare ai confini estremi della città, le future borgate, quelle masse di lavoratori, confluiti dal sud e dal centro d'Italia per guadagnarsi il pane, che avrebbero deturpato mil volto perbenista della capitale dell'impero straccione. L'esercito della malta e della cazzuola che ripugnava allo spirito piccolo borghese del regime instaurato dal cavalier (!) Benito Mussolini. Il sindaco vola molto più terra terra. Accorto a non pestera i piedi alla comunità ebraica, che ha già tragicamente dato. Si accontenta di un obbiettivo ridotto: una deportazione piccola piccola. I rom al di là del raccordo anulare, perchè non imbrattino l'immagine opulenta e spensierata della città eterna. O non accumulino illeciti tesori, come i quattro (quattro su centinaia e centinaia di persone) beccati da un favoloso bottino al Casalino 900. Via, lontano dalla città. Pulizia etnica minimalista,. Col baluardo ideale dei ragazzi in armi del ministro La Russa, che millanta a voce spiegata il "successo imbarazzante" dei militari nelle città. "Imbarazzante", lo slogan preferito di questo governo. Forse perchè rimanda nell'inconscio l'immagine del paese.

     Articolo tratto da E-Polis del 9.12.2008 di Giuliano Capecelatro 

 
 
 

Post N° 1026

Post n°1026 pubblicato il 08 Novembre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

"GLI INVENTORI DEL FUTURO"
Un centinaio d'anni fa dei ragazzi armeggiavano in uno spiazzale della Carolina del nord, con uno strano marchingegno... Intorno a loro si era formato un capannello di curiosi tra cui anziani, saccenti e supponenti che li prendevano in giro... Sopratutto quando erano venuti a sapere che quei giovanotti intendevano sperimentare e perfezionare una macchina volante...
Erano i fratelli Wright e volare era da sempre stato il sogno proibito, il sogno impossibile degli umani dai primordi della civiltà.
Quei ragazzi aprirono la strada e da allora l'umanità vola...
Ci sono uomini che colgono le occasioni, cioè la possibilità che le conoscenze e le tecnologie del loro tempo gli offrono per osare, fare per primi quello che gli altri non avevano mai osato fare per mancanza di coraggio, determinazione e fiducia in se stessi... Contratti e bloccati dagli stereotipi e dai luoghi comuni, dalla diffidenza e dai pregiudizi degli altri...
Chi osa, promuovendo ed affermando nuove teorie, insidia, e Galileo ne è stato un classico esempio.
Ma la famiglia umana procede nel suo cammino attraverso i suoi rappresentanti più audaci, motivati, determinati e consapevoli...
Barack Obama  è uno di questi.
    
Tratto dal sito di Edoardo Bennato, a vs disposizione nel "Pifferaio Magico" nel box "Specchio Segreto" a destra in basso del Blog

 
 
 

Post N° 1025

Post n°1025 pubblicato il 06 Novembre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

Finalmente!!!!....Un grande uomo al posto giusto......questo era proprio quello che ci voleva. non solo per l'America ma per il mondo intero..... dopo secoli di uniforme linearità politica, di continua recessione nel passato, di non ricerca del nuovo e del diverso, la gente è riuscita ad avere il coraggio di cambiare, di cercare qualcosa di alternativo alle abitudini di vita della Storia, decidendo di darsi almeno una possibilità di cambiamento, per costruire un futuro nuovo e migliore della realtà che vive tutti i giorni nel presente. E l'acclamazione e la nomina con grande maggioranza di voti di Barack Obama non è altro che la conferma di tutto questo, soprattutto se voluta e controfirmata da gran parte degli Stati del mondo americano. Tutti, bianchi e neri, poveri e borghesi, uomini e donne, hanno sentito la necessità di dare una svolta alla propria vita e a quella delle generazioni future, lasciando indietro le alchimie e le abitudini del passato e riponendo una fiducia incondizionata in un uomo che, a quanto pare, sembra essere diverso, a modello di altri grandi presidenti americani come John Fizgerald Kennedy  o grandi uomini politici come Martin Luther King o Malcom. E' un uomo, a mio modesto parere a sentire i suoi discorsi, che pone in primo piano l'ideologia per i grandi principi fondamentali dell'uomo, di fronte a tutto e a tutti. Libertà, uguaglianza, umanità e pace. E questo mi sembra vitale, per costruire una vita migliore non solo per il popolo americano ma per quello di tutto il mondo. Spero di non illudermi; spero che le esigenze poliche ed economiche mondiali non cambino il nostro Obama, che le grandi entità di potere, come quelle delle armi e del petrolio ad esempio, non riescano ad ostacolare in maniera determinante il nuovo presidente, impedendogli di lavorare secondo i propri principi e metodi. Spero, inoltre, di non arrivare mai a rivivere situazioni vissute da bambino alla televisione con immagini come quelle racappriccianti e drammatiche dell'assassinio di Kennedy a Dallas. Non vorrei cioè che un personaggio scomodo e non incline a farsi pilotare possa essere eliminato in maniera radicale, fisicamente. Dopotutto, il timore è sacrosanto se Obama attuerà quelle cose che ha acclamato di fare nella sua campagna elettorale: se facesse smettere la guerra tra Israeliani e Palestinesi, se decidesse di ricostruire nuovi rapporti con l'Iran e smettesse di occupare l'Iraq, se si aprisse maggiormente alla Cina e a tutti quei paesi mai considerati amici dagli Stati Uniti, come Cuba ad esmpio, certamente andrebbe a far vacillare in manierà aperta e consistente il business delle armi, dei costi di ricerca ed organizzazione del Dipartimento della Difesa e di tutte le plusvalenze correlate ad essa. E di questo, tante persone non ne sarebbero sicuramente tanto felici.

Quindi, forza Obama!, uomo semplice e giusto, veramente democratico; non fermerti, porta avanti le tue idee di cambiamento e di rinnovamento. Non farti intimidire dalle circostanze e dai poteri forti e le loro esigenze unicamente utilitaristiche. Guarda alla famiglia, alle persone deboli e bisognevoli di aiuto, ad un mondo del lavoro più giusto e moderno, alla pace tra gli uomini a cui dovrebbero guardare tutti, non solo il papa o la Chiesa, progetta un sistema economico che miri maggiormente a far star meglio le persone e le famiglie nella vita reale, dove ancora una cena sembra essere fonte continua di preoccupazioni, adoperati affinchè le razze del mondo possano convivere in collaborazione in un clima di pace. In altre parole fai del tuo potere uno strumento per migliorare l'America e il mondo intero, dove la serenità e la voglia e il piacere di vivere diventi una prassi normale di vita per tutti gli uomini, senza differenze di ceto, colore della pelle, cultura individuale. Se ci riuscirai, anche se solo inparte, avrai donato a tutti Noi qualcosa che veramente sarà impossibile da scordare o da cancellare.

                       "Esternazioni"  di  mauro

 
 
 

Post N° 1024

Post n°1024 pubblicato il 06 Novembre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

ESTERI - ELEZIONI USA 2008

DOCUMENTO/IL DISCORSO DI OBAMA"Abbiamo fatto tanta strada
questa vittoria appartiene a voi"

Ecco il discorso con cui Barack Obama ha celebrato la vittoria a Chicago

Ciao Chicago!

(APPLAUSO) Se ancora c'è qualcuno che dubita che l'America non sia un luogo nel quale nulla è impossibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo in questa nostra epoca, che ancora mette in dubbio il potere della nostra democrazia, questa notte ha avuto le risposte che cercava.

(APPLAUSO) La risposta sono le code che si sono allungate fuori dalle scuole e dalle chiese con un afflusso che la nazione non aveva mai visto finora. La risposta sono le persone, molte delle quali votavano per la prima volta, che hanno atteso anche tre o quattro ore in fila perché credevano che questa volta le cose dovessero andare diversamente, e che la loro voce potesse fare la differenza.

GUARDA IL VIDEO INTEGRALE DEL DISCORSO


La risposta è la voce di giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi d'America, gay, eterosessuali, disabili e non disabili: tutti americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati un insieme di Stati Rossi e Stati Blu. Noi siamo e sempre saremo gli Stati Uniti d'America.

(APPLAUSO)
La risposta è ciò che ha spinto a farsi avanti coloro ai quali per così tanto tempo è stato detto da così tante persone di essere cinici, impauriti, dubbiosi di quello che potevano ottenere mettendo di persona mano alla Storia, per piegarla verso la speranza di un giorno migliore.

È occorso molto tempo, ma stanotte, finalmente, in seguito a ciò che abbiamo fatto oggi, con questa elezione, in questo momento preciso e risolutivo, il cambiamento è arrivato in America.

(APPLAUSO) Poco fa, questa sera ho ricevuto una telefonata estremamente cortese dal Senatore McCain.

(APPLAUSO) Il Senatore McCain ha combattuto a lungo e con forza in questa campagna, e ha combattuto ancora più a lungo e con maggiore forza per il Paese che ama. Ha affrontato sacrifici per l'America che la maggior parte di noi nemmeno immagina e noi oggi stiamo molto meglio anche grazie al servizio reso da questo leader coraggioso e altruista. Mi congratulo con lui e con la governatrice Palin per tutto quello che hanno ottenuto, e non vedo l'ora di lavorare con loro per rinnovare nei prossimi mesi la promessa di questa nazione.

(APPLAUSO) Voglio qui ringraziare il mio partner in questa avventura, un uomo che ha fatto campagna elettorale col cuore, parlando per le donne e gli uomini con i quali è cresciuto nelle strade di Scranton ...

(APPLAUSO) ... con i quali ha viaggiato da pendolare ogni giorno per tornare a casa propria nel Delaware, il vice-presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden.

(APPLAUSO) Io non sarei qui questa sera senza il sostegno continuo della mia migliore amica degli ultimi sedici anni...

(APPLAUSO) ... la roccia della mia famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady della nazione...

(APPLAUSO) ... Michelle Obama.

(APPLAUSO)
Sasha and Malia...

(APPLAUSO) ... vi amo entrambe moltissimo e ... vi siete guadagnate il cucciolo

(RISATE) ... che verrà con noi alla Casa Bianca...

(APPLAUSO)
E mentre siamo qui e lei non è più con noi, so che mia nonna ci sta guardando, insieme a tutta la famiglia che ha fatto di me ciò che io sono. In questa sera così unica mi mancano tutti, e so che il mio debito verso di loro non è neppure quantificabile. A mia sorella Maya, mia sorella Alma, tutti i miei fratelli e le mie sorelle, voglio dire grazie per il sostegno che mi avete dato. Vi sono veramente molto grato.

(APPLAUSO) Al manager della mia campagna David Plouffe...

(APPLAUSO) ... il protagonista senza volto di questa campagna che ha messo insieme la migliore campagna elettorale - credo - nella Storia degli Stati Uniti d'America.

(APPLAUSO)
al mio capo stratega David Axelrod...

(APPLAUSO) ... che è stato mio partner in ogni fase di questo lungo cammino... proprio il miglior team di una campagna elettorale mai messo insieme nella storia della politica...

(APPLAUSO) ... voi avete reso possibile tutto ciò, e io vi sarò eternamente grato per i sacrifici che avete affrontato per riuscirci.

Ma più di ogni altra cosa, non dimenticherò mai a chi appartiene veramente questa vittoria: appartiene a voi. Io non sono mai stato il candidato più ideale per questa carica. Non abbiamo mosso i primi passi nella campagna elettorale con finanziamenti o appoggi ufficiali. La nostra campagna non è stata pianificata nelle grandi sale di Washington, ma nei cortili di Des Moines, nei tinelli di Concord, sotto i portici di Charleston. È stata realizzata da uomini e donne che lavorano, che hanno attinto ai loro scarsi risparmi messi da parte per offrire cinque dollari, dieci dollari, venti dollari alla causa. Il movimento ha preso piede e si è rafforzato grazie ai giovani, che hanno rigettato il mito dell'apatia della loro generazione...

(APPLAUSO) .
.. che hanno lasciato le loro case e le loro famiglie per un'occupazione che offriva uno stipendio modesto e sicuramente poche ore di sonno; ai non più tanto giovani che hanno sfidato il freddo pungente e il caldo più soffocante per bussare alle porte di perfetti sconosciuti; ai milioni di americani che si sono adoperati come volontari, si sono organizzati, e hanno dimostrato che a distanza di oltre due secoli, un governo del popolo, fatto dal popolo e per il popolo non è sparito dalla faccia di questa Terra. Questa è la vostra vittoria...

(APPLAUSO) So che quello che avete fatto non è soltanto vincere un'elezione e so che non l'avete fatto per me. Lo avete fatto perché avete compreso l'enormità del compito che ci sta di fronte. Perché anche se questa sera festeggiamo, sappiamo che le sfide che il futuro ci presenterà sono le più ardue della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria da un secolo a questa parte. Anche se questa sera siamo qui a festeggiare, sappiamo che ci sono in questo stesso momento degli americani coraggiosi che si stanno svegliando nei deserti iracheni, nelle montagne dell'Afghanistan dove rischiano la loro vita per noi.

Ci sono madri e padri che resteranno svegli dopo che i loro figli si saranno addormentati e si arrovelleranno chiedendosi se ce la faranno a pagare il mutuo o il conto del medico o a mettere da parte abbastanza soldi per pagare il college. Occorre trovare nuova energia, creare nuovi posti di lavoro, costruire nuove scuole. Occorre far fronte a nuove sfide e rimettere insieme le alleanze.

La strada che ci si apre di fronte sarà lunga. La salita sarà erta. Forse non ci riusciremo in un anno e nemmeno in un solo mandato, ma America! Io non ho mai nutrito maggiore speranza di quanta ne nutro questa notte qui insieme a voi. Io vi prometto che noi come popolo ci riusciremo!
(APPLAUSO)

PUBBLICO: Yes we can! Yes we can! Yes we can!

OBAMA: Ci saranno battute d'arresto e false partenze. Ci saranno molti che non saranno d'accordo con ogni decisione o ogni politica che varerò da Presidente e già sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma io sarò sempre onesto con voi in relazione alle sfide che dovremo affrontare. Vi darò ascolto, specialmente quando saremo in disaccordo. E soprattutto, vi chiedo di unirvi nell'opera di ricostruzione della nazione nell'unico modo con il quale lo si è fatto in America per duecentoventi anni, ovvero mattone dopo mattone, un pezzo alla volta, una mano callosa nella mano callosa altrui.

Ciò che ha avuto inizio ventuno mesi fa, nei rigori del pieno inverno, non deve finire in questa notte autunnale. La vittoria in sé non è il cambiamento che volevamo, ma è soltanto l'opportunità per noi di procedere al cambiamento. E questo non potrà
accadere se faremo ritorno allo stesso modus operandi.

Il cambiamento non può aver luogo senza di voi.
Troviamo e mettiamo insieme dunque un nuovo spirito di patriottismo, di servizio e di responsabilità, nel quale ciascuno di noi decida di darci dentro, di lavorare sodo e di badare non soltanto al benessere individuale, ma a quello altrui. Ricordiamoci che se mai questa crisi finanziaria ci insegna qualcosa, è che non possiamo avere una Wall Street prospera mentre Main Street soffre: in questo Paese noi ci eleveremo o precipiteremo come un'unica nazione, come un unico popolo.

Resistiamo dunque alla tentazione di ricadere nelle stesse posizioni di parte, nella stessa meschineria, nella stessa immaturità che per così tanto tempo hanno avvelenato la nostra politica. Ricordiamoci che c'è stato un uomo proveniente da questo Stato che ha portato per la prima volta lo striscione del partito Repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in sé, della libertà individuale, dell'unità nazionale. Sono questi i valori che abbiamo in comune e mentre il partito Democratico si è aggiudicato una grande vittoria questa notte, noi dobbiamo essere umili e determinati per far cicatrizzare le ferite che hanno finora impedito alla nostra nazione di fare passi avanti.

(APPLAUSO)
Come Lincoln disse a una nazione ancora più divisa della nostra, "Noi non siamo nemici, ma amici, e anche se le passioni possono averlo allentato non dobbiamo permettere che il nostro legame affettivo si spezzi". E a quegli americani il cui supporto devo ancora conquistarmi, dico: forse non ho ottenuto il vostro voto, ma sento le vostri voci, ho bisogno del vostro aiuto e sarò anche il vostro presidente.

(APPLAUSO)
A coloro che ci guardano questa sera da lontano, da oltre i nostri litorali, dai parlamenti e dai palazzi, a coloro che in vari angoli dimenticati della Terra si sono ritrovati in ascolto accanto alle radio, dico: le nostre storie sono diverse, ma il nostro destino è comune e una nuova alba per la leadership americana è ormai a portata di mano.

(APPLAUSO) A coloro che invece vorrebbero distruggere questo mondo dico: vi sconfiggeremo. A coloro che cercano pace e tranquillità dico: vi aiuteremo. E a coloro che si chiedono se la lanterna americana è ancora accesa dico: questa sera noi abbiamo dimostrato ancora una volta che la vera forza della nostra nazione non nasce dalla potenza delle nostre armi o dal cumulo delle nostre ricchezze, bensì dalla vitalità duratura dei nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e tenace speranza.

(APPLAUSO)
Perché questo è il vero spirito dell'America: l'America può cambiare. La nostra unione può essere realizzata. E quello che abbiamo già conseguito deve darci la speranza di ciò che possiamo e dobbiamo conseguire in futuro.

In queste elezioni si sono viste molte novità e molte storie che saranno raccontate per le generazioni a venire. Ma una è nella mia mente più presente di altre, quella di una signora che ha votato ad Atlanta. Al pari di molti altri milioni di elettori anche lei è stata in fila per far sì che la sua voce fosse ascoltata in questa elezione, ma c'è qualcosa che la contraddistingue dagli altri: Ann Nixon Cooper ha 106 anni. (APPLAUSO) È nata a una sola generazione di distanza dalla fine della schiavitù, in un'epoca in cui non c'erano automobili per le strade, né aerei nei cieli. A quei tempi le persone come lei non potevano votare per due ragioni fondamentali, perché è una donna e per il colore della sua pelle.

Questa sera io ripenso a tutto quello che lei deve aver visto nel corso della sua vita in questo secolo in America, alle sofferenze e alla speranza, alle battaglie e al progresso, a quando ci è stato detto che non potevamo votare e alle persone che invece ribadivano questo credo americano: Yes, we can.

Nell'epoca in cui le voci delle donne erano messe a tacere e le loro speranze soffocate, questa donna le ha viste alzarsi in piedi, alzare la voce e dirigersi verso le urne. Yes, we can.

Quando c'era disperazione nel Dust Bowl (la zona centro meridionale degli Stati Uniti divenuta desertica a causa delle frequenti tempeste di vento degli anni Trenta, NdT) e depressione nei campi, lei ha visto una nazione superare le proprie paure con un New Deal, nuovi posti di lavoro, un nuovo senso di ideali condivisi. Yes, we can.

PUBBLICO: Yes we can.

OBAMA: Quando le bombe sono cadute a Pearl Harbor, e la tirannia ha minacciato il mondo, lei era lì a testimoniare in che modo una generazione seppe elevarsi e salvare la democrazia. Yes, we can.

PUBBLICO: Yes we can.

OBAMA: Era lì quando c'erano gli autobus di Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma e un predicatore di Atlanta che diceva alla popolazione : "Noi supereremo tutto ciò". Yes, we can.

PUBBLICO: Yes we can.

OBAMA: Un uomo ha messo piede sulla Luna, un muro è caduto a Berlino, il mondo intero si è collegato grazie alla scienza e alla nostra inventiva. E quest'anno, per queste elezioni, lei ha puntato il dito contro uno schermo e ha votato, perché dopo 106 anni in America, passati in tempi migliori e in ore più cupe, lei sa che l'America può cambiare. Yes, we can.

PUBBLICO: Yes we can.

OBAMA: America, America: siamo arrivati così lontano. Abbiamo visto così tante cose. Ma c'è molto ancora da fare. Quindi questa sera chiediamoci: se i miei figli avranno la fortuna di vivere fino al prossimo secolo, se le mie figlie dovessero vivere tanto a lungo quanto Ann Nixon Cooper, a quali cambiamenti assisteranno? Quali progressi avremo fatto per allora?
Oggi abbiamo l'opportunità di rispondere a queste domande. Questa è la nostra ora. Questa è la nostra epoca: dobbiamo rimettere tutti al lavoro, spalancare le porte delle opportunità per i nostri figli, ridare benessere e promuovere la causa della pace, reclamare il Sogno Americano e riaffermare quella verità fondamentale: siamo molti ma siamo un solo popolo. Viviamo, speriamo, e quando siamo assaliti dal cinismo, dal dubbio e da chi ci dice che non potremo riuscirci, noi risponderemo con quella convinzioni senza tempo e immutabile che riassume lo spirito del nostro popolo: Yes, We Can.

(APPLAUSO) Grazie. Dio vi benedica e possa benedire gli Stati Uniti d'America.

Traduzione di Anna Bissanti

(5 novembre 2008)

 
 
 

Post N° 1023

Post n°1023 pubblicato il 04 Novembre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

"ROMA, LA PATRIA DELL'ANIMA DI NIKOLAJ GOGOL"

Il naso ricurvo, un becco d'uccello, risalta netto sul profilo che sbalza dalla targa marmorea. La scritta bilingue, cirillico e italiano, ricorda che al numero 126 di via Sistina, secondo piano, lo scrittore russo Nikolaj Gogol trascorse quasi quattro anni, dal 1838 al 1842. E portò avanti quello che sarebbe diventato il suo capolavoro, "Le anime morte". In un successivo soggiorno romano, tra il 1845 e il 1846, sarebbe andato ad abitare in via della Croce. Spirito irrequieto, carattere ispido, Gogol definiva Roma una "patria dell'anima", la sentiva depositaria di una tradizione e di una dimensione spirituale altrove sconosciuta che lo attirava. Come lo attiravano, da grande scrittore realista, le scenette che osservava per le strade, nei negozi, nelle osterie. Per questo trascorreva ore nella trattoria del Lepre a via Condotti; o in quella del Falcone al Pantheon. Per questo divenne grande amico di un altro acuto osservatore, Giuseppe Gioacchino Belli. Gogol era un uomo tormentatissimo, in preda a crisi religiose, dalla salute cagionevole. Soffriva d'insonnia e spesso passava intere notti seduto su di un divano, o affacciato ad una finestra, ad ascoltare le voci dei passanti, quei romani che riteneva dotati di un innato senso artistico. La città gli ispirò un racconto, incompiuto, imperniato sul contrasto tra modernità e tradizione, cui diede vari titoli fin da quando si decise per "Roma". Pssione che lo portava a scrivere che nella città eterna, "anche la miseria ha un aspetto luminoso e sereno".

   Articolo tratto da E-Polis del 4 novembre 2008 di Giuliano Capecelatro

 
 
 

Post N° 1022

Post n°1022 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da Ramses1961
Foto di Ramses1961

"LA CITTA' TANTO AMATA DAL GRANDE GREGOROVIUS"

La targa non è antica. Risale appena al 21 aprile 1991. Ma Ferdinand Gregorovius mise piede nell'albergo Cesari in via di Pietra, breve raccordo tra il Corso e piazza di Pietra, il 23 ottobre 1852- "Primo alloggio romano", si legge, di quello che nel 1876 sarebbe diventato il primo "civis romanus" di nazionalità tedesca. Uno storico trentenne con una passione smodata per Roma e la sua storia. Che cominciò a studiare con amore e puntiglio. Un occhio al passato, l'altro ben attento alle vicende di un paese che si avviava verso l'unificazione. Tra fermenti e continue manifestazioni che scuotevano la città del papa, appoggiato ai francesi e deciso a non cedere il proprio potere temporale. Lo storico annotava scrupolosamente nei diari quello che vedeva con i propri occhi. Spesso scene di violenza ingiustificata, come quella del 22 marzo 1860 a via del Corso: "I dragoni che colpivano come indemoniati hanno ferito un centinaio di persone, è morto ieri un povero locandiere che veniva appunto dalla messa di s. Carlo". Ma le sue energie erano assorbite dall'opera cui aveva messo mano. "Roma è il demone contro cui lotto - scriveva - Se vinco la battaglia....allora sarò un trionfatore". Impiegò quasi sette anni; ebbe banche dei contrasti con l'editore, ma alla fine del 1871, quando Roma era ormai diventata la capitale d'Italia, "La Storia della città di Roma nel Medioevo" era completata. E l'autore poteva sentirsi trionfatore di quel demone contro cui, con spirito romantico, aveva ingaggiato battaglia.

          Articolo di Giuliano Capecelatro tratto da E-Polis del 21.10.2008

 
 
 

RICCARDO COCCIANTE - Bella senz'anima

Post n°1021 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da Ramses1961

  "......adesso so chi sei e non ci soffro più e se verrai di là te lo dimostrerò e questa volta tu te lo ricorderai......"

Già proprio così.....il tempo guarisce tutto e l'indifferenza guadagna terreno all'interno del cuore e una lucida constatazione prende vigore nella mente: non c'è amore e quindi non c'è nessuna obbligazione morale o etica nei confronti di chi non ha avuto rimpianti o incertezze nel trattare male il prossimo, un prossimo che avrebbe donato tutto sè stesso per vivere una vita insieme......
come al solito Riccardo ha saputo leggere nel mio cuore e anticipare e dire le cose che ho pensato e che sento.....

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Ramses1961
Data di creazione: 03/01/2005
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: Ramses1961
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 62
Prov: RM
 

E VORREI VIVERE CON TE

Io sono da bosco e da riviera
e vorrei vivere con Te   
in una dimensione un pò più vera
che si menifesterà da se
       senza paure e senza regole
seguendo il vento come nuvole 
per sempre ormai incontaminabili

   Riccardo Cocciante

 

PER LEI

io me ne andro' ai limiti dell'impossibile per lei
per lei superero' me stesso e mi trasformero' se vuole
saremo indivisibili estremi indispensabili  

   Riccardo Cocciante 

 

IMAGINE

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

John Lennon
 

 

SENZA DI TE

Senza te, io senza te
solo continuerò  e dormirò
mi sveglierò, camminerò
lavorerò, qualche cosa farò
qualche cosa farò, si, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò: piangerò
si, io piangerò  

Lucio Battisti 

 

LA MIA LUCE

A te che sei il mio presente
a te la mia mente 
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al suo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me  

Lucio Battisti

 

QUANDO SI VUOLE BENE......

Quando si vuole bene,  bene veramente
non si è più banali, non si è più comuni
e anche una parola, se soltanto mia
sfiora le tue labbra e diventa poesia...

Riccardo Cocciante

 

ANCORA.....

....e anche se incontrassi un angelo direi
....non mi fai volare in alto quanto Lei!...
     no....non mi fai volare in alto.....ancora!

 Eduardo De Crescenzo

 

I SOGNI....

Le stelle stanno in cielo
e i Sogni....non lo so  
So solo che son pochi....
quelli che s'avverano.....

          

Vasco Rossi
 

 

IL NOSTRO CARO ANGELO

   immagine  ...lui dorme nei cespugli in fondo agli alberi ma schiavo non sarà mai...  immagine   

Lucio Battisti                   

 

STAI CON ME...

Stai con me oppure no
    soltanto un attimo ti prego
ci stai per essere ancora mia
oppure ci stai per non andare via

Vasco Rossi

 

BELLA

mentre tu mentivi
e mi dicevi che
ancora più di prima
tu amavi me
prima che io capissi
e riscegliessi Te....
              eri bella...
comunque bella

Lucio Battisti

 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963