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questione di punti di vista.. cittadini e politici


ieri sera ho visto alcune trasmissioni sugli esiti delle amministrative e mi è sorta spontanea una riflessione che voglio condividere.due sono i dati oggettivi al termine delle Elezioni:cresce a dismisura l'astensionismo..il "duopolio" politico si divide a metà i voti dell'elettorato che ancora partecipaora questo mi sembra molto facilmente interpretabile in termini "economici":i due schieramenti politici si sono divisi il "mercato" della politica.hanno alzato barriere all'ingresso per evitare l'ingresso di concorrenzauna parte dei cittadini (clienti) NON si sente rappresentata e NON va a votarequelli che "resistono" (per condizionamento nell'infanzia?), quando vanno a votare "tirano a caso" (come il lancio di una moneta)per legge statistica i voti si dividono perfettamente in due parti eguali, salvo piccole discrepanze nella gaussiana..questa varianza è quella che fa diventare un candidato, sindaco o presidente..semplice e triste, ma facilmente comprensibile, da Marte..ma la riflessione è un altra.in TV i politici parlano sempre di:"un'allontanamento dei cittadini dalla politica.." come se il percorso "di separazione" fosse del solo cittadino.qui si tratta di "raddrizzare" le parole per capirci.la politica (5000 persone?) fa un suo percorsola cittadinanza (50.000.000 di persone) ne ha un altrovisto il fattore 10.000 a 1, significa che, per ogni politico, ci sono 9.999 cittadini che pensano (e dicono) la frase opposta:"i politici si allontanano dalla cittadinanza"..questione di punti di vista.ciao