LE SQUAW

LA NARRAZIONE DELLE LEGGENDE


Nelle lunghe sere d'inverno, i cacciatori indiani si riunivano attorno al fuoco da campo per ascoltare racconti storici, leggende di guerra e di caccia, e fiabe, che erano state tramandate dai padri e dai nonni, per secoli e secoli, senza alcun cambiamaneto o quasi, eccitando l'entusiasmo del guerriero e ispirando al bambino il desiderio di realizzare un giorno quei sogni e tramandare il suo nome ai posteri, come aveva fatto l'autore di quelle gesta.I cacciatori hanno una paura superstiziosa di narrare favole in tempo d'estate; non parleranno di serpenti finchè la neve non sia caduta, per paura che s'infilino nei loro letti, e neppure del genio del male, per paura che in un modo o nell'altro possa vendicarsi.Per uno straniero, è difficilissimo afferrare la morale delle loro storie, benchè si sia detto, da parte di coloro li conoscono perfettamente, che per essi un racconto è sempre l'illustrazione di un principio morale.Agli stranieri, essi offrono piena ospitalità, ma non aprono il loro cuore. Se glielo chiedete, vi racconteranno una storia ma non sarà una storia come quelle che raccontano quando sono fra loro. Avranno paura che voi vi burliate di loro ed elimineranno umorismo e commozione; hanno imparato così bene a diffidare dei visi pallidi, che anche quando vengono a sapere che il bianco presente è un amico, ancor oggi si rifiuteranno di aprirgli le porte segrete del loro cuore.E quando avrete imparato tutto ciò che si può dire a parole, ci saranno ancora centinaia di immagini, sottintesi e accenni, abituali all'indiano, ma che non faranno vibrare alcuna corda del vostro cuore. Le infinite voci della natura per voi sono mute; ma per loro sono colme di vita e di suggestione.Capo Elias Johnson, Tuscarora