Quelle in cui ti alzi e sai che ti aspettano un lungo viaggio in motorino e un piccolo
villaggio appoggiato sulle colline dell'entroterra di Bali...dove intervisterai quattro donne, mangerai del cibo improbabile e berrai litri di acqua di cocco. Io e Iluh siamo partite molto presto dopo un buon caffè in riva all'oceano. Arrivare in un villaggio fuori dalle rotte turistiche è sempre una bella emozione. Sguardi curiosi, ma puri, occhiate investigative, ma innocenti. Fumo di motorini in netta diminuzione, roghi di plastica (dilaganti in Indonesia perchè lo Stato non organizza la raccolta dell'immondizia!!!) praticamente assenti. Giungla estesa e pulsante.
Non vi racconto le storie dei parti che ho raccolto...per rispetto della sacralità che ripongo negli attimi in cui le donne che ho incontrato si sono date a me e a me hanno affidato un pezzettino della loro anima. Fatto di ricordi, di bellezza, ma anche di dolori e paure. Una di loro è dovuta andare in ospedale, per complicazioni durante la gravidanza e non smetteva di ripetermi che non ci vuole più entrare perchè è come non esistere e venire usata come bambola da esperimenti per i tirocinanti.La più anziana delle intervistate...e questa però ve la racconto...mi ha fatto morire dal ridere. Quando il Governo ha aperto la campagna per il controllo delle nascite, ha ben pensato di inviare ostetriche in tutto il Paese che gratuitamente avrebbero imposto la spirale a tappeto a tutte. Ovviamente a tutte coloro che erano sposate, avevano già almeno due figli e, cosa più importante, avevano già un figlio maschio. Questa simpaticissima signora ricorda molto bene che lei proprio non ne voleva sapere di farsi mettere la spirale. "Avevo già fatto undici figli, ma ne volevo ancora!!!!" mi dice."E allora sai che ho fatto? Sapevo quando sarebbe arrivata l'ostetrica e per quattro giorni non mi sono lavata li in basso! Dovevi vederla. Non ha resistito e se ne è andata! Io non sono più rimasta incinta, le uova erano finite, ma mica me l'hanno messa la spirale...eh no!". Continuava a ridere ricordando quel momento. Le sue rughe seguivano il suo spirito.
Questa foto ritrae la strada in cui ha partorito da sola, uno dei suoi unidici figli, mentre tornava dal mercato per vendere la frutta del suo giardino, e dove ha attesao due ore prima che qualcuno passasse per aiutarla a tagliare il cordone con qualche pezzetto di bambù. "E cos'hai fatto durante quel tempo?" le chiedo io. "Quello che ogni mamma deve fare appena nasce il suo bamnbino. L'ho preso e l'ho attaccato al mio seno". Ci siamo emozionate insieme e poi di nuovo giù a ridere perchè imitava l'ostetrica impietrita dalla puzza.Sapete come ci si sente quando si incontrano e si avvicinano le anime degli altri così? Ci si sente felici. Non credo serva andare dall'altra parte del mondo per riuscirci. Per riuscire ad ascoltare davvero.Con amore. Annalisa