Che c'è?

Dritto al cuore.


Sabato mattino ho ripetuto la prova dell'ora di corsa fermandomi a pochi metri della conclusione dell'ottavo giro, con un miglioramento di mezzo giro sulla prestazione precedente. Al parco Tarello, il sole ed il caldo, hanno reso la prova faticosa anche se positiva per il miglioramento ottenuto. Ho dovuto riposarmi nel pomeriggio per rimettermi un pò in sesto e le gambe hanno ancora dei risentimenti. Oggi tuttavia mi sentivo di provare a migliorare il tempo sul giro per vedere se i due allenamenti sull'ora avrebbero potuto togliere i 20 secondi di troppo che avevo ancora da recuperare per l'obiettivo salute di stare sotto i 5 minuti al giro. Il rischio era altissimo, ma le probabilità di farcela concrete. Poco dopo le quattro con una pastiglia di enervit in bocca ed un breve riscaldamento sono partito, insieme al cronometro del mio fido Casio ed alle Kalenji Kiprun 1000
. Come al solito a metà percorso la fatica cominciava a far sentire il suo peso eccessivo e tener duro ha richiesto una costanza notevole come al solito. All'ingresso dell'ultimo lato corto quasi non andavo più, ma speravo di essere vicino allo scopo, ultimo sforzo nella discesa finale prima del tragurdo e poi il ponte sul laghetto che lo segna. Quando premo il pulsante e mi rilasso, dal cuore parte una raggiera di impulsi elettrici che mi irradiano, per lo sfinimento, ma, ce l'ho fatta. C'è scritto 4' e 55". Sono arrivato in un altro mondo alla need for speed Carbon.
 
 
Il valore di questo riferimento cronometrico sta nella famosa virtù del mezzo, per cui si tratta della vittoria sugli opposti estremismi, il momento del non plus ultra. Vincere le debolezze e l'intolleranza del primato e del minimalismo, per i rispettivi squilibri che li caraterizzano, rappresenta una dritta consapevole del valore proprio di una specialità sportiva e del contributo alla società che produce.