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ESSERE ANARCHICI?

Post n°96 pubblicato il 29 Aprile 2014 da perpoche1

Purtroppo per molti l'anarchia non significa solo assenza di governi politici, ma è sinonimo di assenza totale di buon senso, in quanto traducendo l'anarchia come libertà illimitata, molti ominidi poco differenti dagli scimpanzé, distruggono tutto e rifiutano qualsiasi forma di approccio razionale. Costoro sono peggiori di quelli che loro stessi accusano di detenere il potere sulle masse in modo dittatoriale. Una persona che si dichiara anarchica, è un essere umano che non accetta nessuna forma di governo organizzato, ma questo non lo rende libero di infrangere la libertà o proprietà altrui, altrimenti sarebbe un dittatore, che vuole imporre con la violenza, le sue idee agli altri. Quindi, sarebbe uguale ai comunisti del periodo di Stalin, dei fascisti del periodo di Mussolini o degli attuali governanti che dicono di essere democratici ma che di fatto impongono le loro leggi, create ad hoc per i loro personali interessi. Sotto questo aspetto, ultimamente abbiamo imparato a conoscere gli anarco-insurrezionalisti, che quando si muovono spaccano tutto e fanno danni come esseri bestiali.
Anche se per certi versi propenderei per l'anarchia, cioè assenza di uomini che si ergono a capo su altri esseri umani, ci sono molte cose che attualmente fanno concludere che sia solo utopistico pensare a un mondo anarchico, proprio a causa della incapacità dell'uomo di liberarsi di quel biberon culturale o pseudo-culturale, religioso e, quindi, superstizioso, che lo fanno vivere come i suoi antenati, ominidi, dove vigeva la legge del più forte e a tutti gli eventi naturali cui non riuscivano a capire o a dare una spiegazione e vi attribuivano proprietà trascendenti o immanenti. Molti diranno subito che un paese senza nessuna forma di governo è destinato al caos e si farà l'esempio classico del traffico automobilistico, che necessita di norme specifiche e controllori che queste norme le facciano rispettare, ma qui riprendiamo le parole dello psicanalista E. Fromm, secondo cui le cose cambieranno veramente "solo se l'intero sistema esistito negli scorsi 6.000 anni di storia si può sostituire con un sistema fondamentalmente diverso" Il traffico con le città e le megalopoli affollate sono frutto proprio di come è stata concepita la civiltà dal suo esordio ed è del tutto errata. La concezione che l'uomo abbia bisogno perennemente di leggi e norme stabilite da altri, è solo frutto di riflessioni e speculazioni filosofiche, studi sociologici e antropologici.
Molti pensano che l'anarchia sia un'altra forma di pensiero o corrente filosofica, come quella comunista, quella monarchica, quella socialista o quella fascista. Invece l'anarchia è l'evidente e risoluta azione di chi, vivendo sotto le ideologie politiche, le monarchie, le pseudo-democrazie o dittature, fa appello alla sua ragione desiderando sganciarsi da tutte quelle forze sociali di dominio che vorrebbero imbrigliarlo e condurlo come prigioniero. Del resto quello che avviene nel caso di molti giovani, o anche meno giovani, che cercano evasioni con l'uso della droga, dell'alcool e contemporaneamente sprofondando nell'ascolto di musica ad altissimo volume, non è nient'altro che un evidente rifiuto alla soppressione che avvertono nei loro confronti dovendo sottostare a una miriade di leggi, divieti e obblighi che inibiscono una loro personale capacità di relazionarsi senza l'apporto di legislatori e/o tutori dell'ordine. Si sentono come aquile rinchiusi in un pollaio. Quindi appena ne hanno la possibilità, cercano evasioni in occasioni in cui possano fare tutto quello che in quel momento passa loro per la testa. I rave-party ne sono un esempio. Questo si traduce in quella forma di rigetto dell'autorità che chiamiamo anarchia.
Quindi, sotto questo aspetto, il vero anarchico è colui che ha già delle sue idee e un suo codice di leggi, ma desidera sganciarsi dalla società che ne vuole imporre altre di altri. Vuole liberarsi dalla servitù intellettuale impostata su dogmi e paraventi istituzionali. Questi potrebbero essere la religione o Dio, potrebbero essere le istituzioni, le ideologie politiche, le etichette di cui si fregiano molti, pensando che contraddistinguano un uomo da un altro e tutte quelle forme di costrizioni che obbligano a sottostare in modo ferreo a delle leggi. Una forma di rigetto psicologico alle norme e alle forme di governo.

Ma... sono solo delle mie riflessioni...

 

 
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