Una goccia di pioggia sta correndo lungo il finestrino.
Con lentezza eppure con caparbietà si
guadagna centimetro dopo centimetro la parete liscia del vetro.
Dal suo lento e laborioso
scorrere in diagonale sono attratta, mio malgrado,
: seduta nel mezzo dell’autobus non faccio in
tempo a rincorrere l’ultimo passo di quella piccola
particella d’acqua che nel frattempo un’altra,
prepotente, cattura la mia attenzione. Sto pensando
che sarebbe più produttivo leggere il mio libro o forse no: per quella giornata avrebbe
spento il cervello, lasciandolo in un forzato
stand-by. Questa mattina si ero stupita nel ritrovarmi sveglia già all’alba,
io, un’ inguaribile dormigliona, con
gli occhi spalancati, presa da un’ insana quanto mai fastidiosa ansia
. Dopo aver lottato invano
con le lenzuola, avevodeciso di mettermii in moto iniziando a sistemare unpo ingiro
.Ero andata avanti per circa due ore e con soddisfazione
avevo ringraziato quella strana sensazione così mattiniera.
Ad un certo punto avevo sentito
l’inguaribile necessità di accendere il telefonino:
dopo il tono di attivazione, un segnale acustico
prolungato indicava la ricezione di tre messaggi.
I soliti avvisi di chiamata, avevo pensato,
lasciando scorrere i caratteri sul display a colori.
Erano tutti messaggi di una persona....
Mentre il telefono componeva il
numero, nella mia testa e come un’ ombra nel mio cuore,
aveva fatto capolino, ormai senza più
alcun pudore, quell’irrequietezza.
La telefonata era stata breve e dolorosa
Dopo aver chiuso la conversazione,
dalla finestra semichiusa avevo sentito l’acqua
sbattere prima piano, poi con un po’ più di forza,
sulla ringhiera; penso alla mia gatta che nn potra uscire sul balcone ...
un pensiero inutile e
irritante in qst'occasione, ma pur sempre un pensiero....per staccarmi dalle tue parole
Seduta nello spazio limitato del mio sediolino,
continuo a guardare la strada che
scorre oltre il vetro e la pioggia sta cessando
Un leggero vento asciuga i rami degli alberi
che in un attimo sembrano scrollarsi da dosso la
tristezza del temporale appena trascorso.
Penso che forse anche noi uomini non facciamo altro
che allontanare le nostre angosce,
i nostri dolori appena questi oltrepassano l’orizzonte; ma
forse in questo modo rischiamo di allontanarci dal passato e
da coloro che abbiamo amato.
ho paura di dimenticare quella persona cara
per la quale ora dentro di me sono in viaggio. Desidero
intensamente che quella lama di pugnale che mi sta
squarciando il cuore continui a traffiggermi
oggi e domani e poi ancora domani.
Chilometro dopo chilometro in quelle ore surreali
mi si ripresentano davanti, come frammenti di
una pellicola,le frasi le parole di qll 'ultimo dialogo, penso a tutto quello che avrei voluto dire o
fare, forse qualcosa che spronasse la mia vita
a non arrendersi. Una parola,
un gesto, ma poi mi chiedo se anche quella parola sia mai
esistita o se magari fossi stata in
grado di riconoscerla.
Cosa era successo, che cosa era cambiato da quella
calda giornata d’estate in cui da piccola terribilecome era
si era ritrovata impigliata per gioco in una ringhiera?
Rideva, non poteva fare altro, ricordando la
sensazione di conforto provata mentre il suo salvatore,
grande e forte, la liberava
dall’inaspettata prigione. Come le era sembrato invincibile
in quel momento e così era sempre
stato per anni, fino ad oggi.
Quel pensiero la riconduce ai colori e gli odori
della sua terra che oramai vede scorrere lungo il
finestrino; quel paesaggio ora le sembra diverso, estraneo.
Nel mio spazio chiuso e ovattato
sto vivendo in solitudine il dolore,
fino ad ora a me sconosciuto: non riesco a immaginare cosa
succederà una volta arrivataalla mia destinazione
Nelle prossime ore
sicuramente qualcuno deciderà per me cosa è giusto fare
e tuttavia la vicinanza fisica degli altri
non riuscirà a colmare il Vuoto.
L’andatura oramai ridotta mi scuote da quello stato
di torpore
, poi il viale alberato,
i semafori, ed infine la piazza.
La battuta di arresto blocca
per un attimo anche il respiro e faccio fatica a rendermi
conto che quel viaggio è finito. Con
lentezza prendo le mie cose e scendo le scale
che mi separano dal mondo. Una volta a terra
guardo le nuvole di nuovo addensate.
Fra breve tornerà a piovere: sorrido ....amo la pioggia
e tu non ci sarai piu