ISOLA RIZZA INFORMA

La libertà è partecipazione


Nei prossimi mesi saremmo tutti chiamati ad una serie di appuntamenti importanti per la vita democratica, elezioni Amministrative, elezioni Europee e forse politiche, appuntamenti fondamentali per il nostro futuro a qualsiasi livello si svolgono.Nel nostro Paese da troppo tempo la politica viene vissuta come il male di tutti i mali, ma la politica siamo tutti noi e dai nostri comportamenti e scelte ciò dipende.Isola Rizza Informa vuole dare il suo piccolo contributo a far crescere  la sensibilità su questo argomento, ma come fare? Questa era la domanda che da un po’ di tempo ci ponevamo.La risposta era sotto i nostri occhi ed era scritta da circa 70 anni la risposta sta nella carta costituzionale, si nella nostra COSTITUZIONE, a partire da oggi e con appuntamento settimanale pubblicheremmo  gli articoli della nostra Costituzione con una piccola spiegazione degli stessi, con lo scopo di avvicinare e dove possibile spiegare l’importanza della politica che non può e non deve essere vissuta staccata dalla Costituzione.Di seguito riportiamo alcuni  stralci del discorso fatto da Pietro Calamandrei a Milano sulla Costituzione il 26 gennaio 1955,sembra quanto mai attuale significativa. La redazione“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegiare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo."Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti.” - Pietro Calamandrei  Articolo 1L’Italia è una Repubblica democratica,fondata sul lavoro. La sovranità appartieneal popolo, che la esercita nelle forme enei limiti della Costituzione.Il 2 giugno 1946 i cittadini italiani hanno scelto a maggioranza, votando in un referendum, che l’Italia non fosse più una monarchia, con a capo un re, ma una Repubblica. Questa Repubblica è democratica (e non oligarchica, dove comandano pochi), cioè il potere di comando (sovranità) è attribuito originariamente (appartiene) al popolo, che lo esercita direttamente (vedi art. 75 sul referendum) o indirettamente (vedi artt. 48, 60, 61, 122, sulle elezioni del Parlamento e dei Consigli regionali, provinciali e comunali). Il popolo è formato dai cittadini, termine che, a partire dalla Rivoluzione francese, ha sostituito quello di sudditi, che aveva il significato di sottoposti al potere del re e dei nobili. Il lavoro è visto come fondamento della vita democratica, come diritto che rende l’uomo pienamente “cittadino”.Articolo 2La Repubblica riconosce e garantisce i dirittiinviolabili dell’uomo, sia come singolosia nelle formazioni sociali ove si svolge lasua personalità, e richiede l’adempimentodei doveri inderogabili di solidarietà politica,economica e sociale.Si riafferma che esistono diritti dell’uomo (come il diritto alla vita, all’onore, all’espressione del proprio pensiero, a formarsi una propria famiglia ecc.) che non vengono concessi dallo stato, ma sono da ritenere originari. Nello stesso tempo, si considera che l’uomo non è mai vissuto da solo e che, fra l’individuo e lo stato, esistono innumerevoli formazioni sociali (le famiglie, i partiti, le chiese ecc.), espressione di questi diritti inviolabili. Proprio perché l’uomo è un essere sociale, però, accanto ai diritti sono richiamati anche i doveri di solidarietà (come il partecipare alle scelte comuni mediante le elezioni, prestare il servizio militare, pagare le imposte e così via: artt. 48, 52, 53 ecc.). (Nella foto firma della Costituzione (27.12.1947). Al centro il Capo provvisorio dello Stato (Enrico De Nicola), a sinistra il Presidente del Consiglio (Alcide De Gasperi), a destra il Presidente dell'Assemblea Costituente (Umberto Terracini)