ALLA RICERCA DEL PROPRIO CLOWN Firenze 24/25/26 ottobre 2008– Lavoro sul Clown teatrale e sul fallimento:fame,amore e solitudine.La figura del clown come metafora della condizione umana.Conduttore : Alessandro Fantechi Quando un Clown si abbassa, un’altra persona viene su. (Alan Clay )Sede: TEATRO 334 VIA DI BROZZI 334 BUS 35 da PIAZZA STAZIONE FIRENZELo stage è una introduzione al mondo del clown teatrale con giochi, tecniche, esperienze. Il clown è un attore che è regista di se stesso. Non si puo' recitare il clown, si è.Il clown e' uno stato d' animo.Il lavoro sul clown teatrale e' una ricerca sulla verita' della condizione umana .Noi ridiamo della tragedia dell' uomo del fallimento dell' essere umano.Fare il clown amplia il nostro il nostro lavoro.Il clown lavora nelle crepe della societa' .Lavora per includere quelli che non riconosciamo,gli indesiderabili della societa',quelli che ci fanno sentire a disagio.Nella prima parte dello stage sarà dedicata a sviluppare familiarità, complicità, e ascolto fra i partecipanti. Nella seconda si cercherà attraverso il gioco e il divertimento,l' improvvisazione e l'energia , i ritmi e tempi che aiutano a definire e a esprimere ogni clown.Il clown è un attore che è regista di se stesso. Che è talvolta anche drammaturgo. Un clown dunque non è mai nel punto dove si trova. Sta attorno a se stesso. Si dirige. Pensa come un ballerino. Danza. Si danza.Il clown e’ un performer.Sa fare tutto. Che pensa in forma di coreografia. Qualche volta non pensa. Meglio: danza i suoi pensieri. Aldilà del naso rosso tradizionale si può cercare di intravedere il valore iniziatico che il clown incarna. Il clown è venuto dal teatro al circo, dal circo al teatro, dal teatro all'ospedale...non esistono ricette per diventare clown.. Non si può recitare il clown, si è.È un lavoro attoriale che cerca un sentimento profondo e indaga uno degli aspetti importanti della recitazione: essere veri. Quando noi piangiamo, non vorremmo piangere, il nostro volto resiste, ma accade, è vero. Le disgrazie al clown accadono davvero, e qui è la grande arte del clown e del teatro: una finzione che sembra vera, tanto vera è quella finzione. La stupidità non si può recitare con intelligenza. Il clown non è un pagliaccio, ha una base tragica. La stupidità è il motore della invenzione. Il clown inventa perchè vuole risolvere la "catastrofe". Il clown è l'antieroe che ha accettato la sua debolezza, di non essere all'altezza della vita moderna. Questa sua debolezza gli dà una grande umanità e un grande spessore teatrale nel lavorare con temi semplici, addirittura quasi giocando. Questo è ciò che interessa l'attore e che investe l'arte della recitazione.Capo del Circo ALESSANDRO FANTECHIInizia a far Teatro nel 1977 partecipando al seminario di clown diretto da John Melville. Si diploma nel 1986 alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone (metodo Lecoq).Frequenta stage e workshop di specializzazione e sul clown con Pierre Byland, Jango Edwards, Danio Manfredini, Kevin Crawford - Roy Hart Theatre, Judith Malina, Cora Herrendorf - Teatro Nucleo, Maria Fux, Nola Rae, Cesar Brie, Philippe Radice. Ha lavorato in strada, nel Teatro comico, nel Teatro Ragazzi.Dirige insieme a Elena Turchi la Scuola di teatro Sociale e Arti Performative di Firenze
WORKSHOP DI CLOWN
ALLA RICERCA DEL PROPRIO CLOWN Firenze 24/25/26 ottobre 2008– Lavoro sul Clown teatrale e sul fallimento:fame,amore e solitudine.La figura del clown come metafora della condizione umana.Conduttore : Alessandro Fantechi Quando un Clown si abbassa, un’altra persona viene su. (Alan Clay )Sede: TEATRO 334 VIA DI BROZZI 334 BUS 35 da PIAZZA STAZIONE FIRENZELo stage è una introduzione al mondo del clown teatrale con giochi, tecniche, esperienze. Il clown è un attore che è regista di se stesso. Non si puo' recitare il clown, si è.Il clown e' uno stato d' animo.Il lavoro sul clown teatrale e' una ricerca sulla verita' della condizione umana .Noi ridiamo della tragedia dell' uomo del fallimento dell' essere umano.Fare il clown amplia il nostro il nostro lavoro.Il clown lavora nelle crepe della societa' .Lavora per includere quelli che non riconosciamo,gli indesiderabili della societa',quelli che ci fanno sentire a disagio.Nella prima parte dello stage sarà dedicata a sviluppare familiarità, complicità, e ascolto fra i partecipanti. Nella seconda si cercherà attraverso il gioco e il divertimento,l' improvvisazione e l'energia , i ritmi e tempi che aiutano a definire e a esprimere ogni clown.Il clown è un attore che è regista di se stesso. Che è talvolta anche drammaturgo. Un clown dunque non è mai nel punto dove si trova. Sta attorno a se stesso. Si dirige. Pensa come un ballerino. Danza. Si danza.Il clown e’ un performer.Sa fare tutto. Che pensa in forma di coreografia. Qualche volta non pensa. Meglio: danza i suoi pensieri. Aldilà del naso rosso tradizionale si può cercare di intravedere il valore iniziatico che il clown incarna. Il clown è venuto dal teatro al circo, dal circo al teatro, dal teatro all'ospedale...non esistono ricette per diventare clown.. Non si può recitare il clown, si è.È un lavoro attoriale che cerca un sentimento profondo e indaga uno degli aspetti importanti della recitazione: essere veri. Quando noi piangiamo, non vorremmo piangere, il nostro volto resiste, ma accade, è vero. Le disgrazie al clown accadono davvero, e qui è la grande arte del clown e del teatro: una finzione che sembra vera, tanto vera è quella finzione. La stupidità non si può recitare con intelligenza. Il clown non è un pagliaccio, ha una base tragica. La stupidità è il motore della invenzione. Il clown inventa perchè vuole risolvere la "catastrofe". Il clown è l'antieroe che ha accettato la sua debolezza, di non essere all'altezza della vita moderna. Questa sua debolezza gli dà una grande umanità e un grande spessore teatrale nel lavorare con temi semplici, addirittura quasi giocando. Questo è ciò che interessa l'attore e che investe l'arte della recitazione.Capo del Circo ALESSANDRO FANTECHIInizia a far Teatro nel 1977 partecipando al seminario di clown diretto da John Melville. Si diploma nel 1986 alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone (metodo Lecoq).Frequenta stage e workshop di specializzazione e sul clown con Pierre Byland, Jango Edwards, Danio Manfredini, Kevin Crawford - Roy Hart Theatre, Judith Malina, Cora Herrendorf - Teatro Nucleo, Maria Fux, Nola Rae, Cesar Brie, Philippe Radice. Ha lavorato in strada, nel Teatro comico, nel Teatro Ragazzi.Dirige insieme a Elena Turchi la Scuola di teatro Sociale e Arti Performative di Firenze