MINICAOS IN LIBERTA'

Referendum 12 e 13 giugno 2011


"Il referendum è il massimo strumento di esercizio della sovranità popolare, sancita all'art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. L'esito referendario, espressione di questa sovranità, è, quindi, unafonte primaria del diritto che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo."Così dovrebbe essere, secondo le norme previste dalla nostra Costituzione. Nella pratica, invece, osserviamo come i nostri politicanti interpretano a loro modo ed a seconda degli interessi dei partiti e dei loro raggruppamenti, anche l'iniziale impostazione e la definizione degli stessi quesiti. Per non parlare, poi, delle modalità scelte da costoro durante le fasi di adesione e sostenimento delle tesi pro e contro nel corso della campagna referendaria.Credo che la nostra "comunità nazionale" nella sua unitarietà, anche in questa occasione, poteva e doveva fare di meglio durante la fase di preparazione, presentazione esostenimento dei 4 quesiti referendari che ci apprestiamo, comunque, asostenere  con sufficiente convinzione. Tutti i quattro quesiti per quattro SI senza se e senza ma.I miei pensieri di persona anziana che ha avuto la "fortuna" di vivere durante una fase di “vero o presunto benessere nazionale” non si trasformano di solito inpubbliche riflessioni, ma mi piace condividere quando, vagando nel web, leggo riflessioni fatte da giovani che possano essere considerati la vera speranza peril riscatto di questo martoriato paese.Una attenta ed esaustiva analisi del tema referendario è stata fatta dal giovane amico Alberto Bullando nell’articolo riportato nel seguente link, REFERENDUMFILIA: DEMOCRAZIA DIRETTA? NO, QUI C’È PUZZA DIPOLITICA, del quale invito a prendere visione per chi ha qualche minuto disponibile. Ritengole considerazioni evidenziate nell’articolo pienamente condivisibili anche inconsiderazione dei contradditori comportamenti manifestati da tanti avventurieri politici che sguazzano nei fertili campi del malaffare. Chissà quali “pastrocchi legislativi” già passano nelle menti, egoiste e servili allo stesso tempo, dei tanti azzeccagarbugli che navigano nel sottobosco dei palazzi romani, per tendere ad aggirare le giuste scelte che come popolo andiamo convinti a scegliere domenica e lunedì prossimi. ************************************************** Le recenti manovre del Governo volte ad evitare il voto referendario attraverso l’ affrettata predisposizione di atti aventi forza di legge in materia di nucleare e di acqua costituiscono un caso di scuola di abuso del potere della maggioranza ai danni del pronunciamento diretto tramite referendum del corpo elettorale. Quali che siano le forme tecniche che si porranno in essere, è del tutto evidente che il solo scopo di questa iniziativa è scongiurare un voto popolare che si teme ampiamente a favore dell’ abrogazione definitiva di ogni piano nucleare e delle norme di legge relative all c.d. privatizzazione dell’ acqua. Oltretutto la forma del Decreto Legge, resa necessaria dai tempi ormai prossimi del voto, mancherebbe dei requisiti costituzionali della necessità e dell’ urgenza, oltreché della tempistica necessaria per la sua conversione, aggiungendo un ulteriore vulnus costituzionale a questo triste attacco alla democrazia diretta. Il Governo, non pago di aver rifiutato l’ election day confidando in tal modo di poter scongiurare il realizzarsi del quorum referendario, sperperando centinaia di milioni di Euro in violazione del precetto costituzionale di imparzialità e buona amministrazione, cerca con ogni mezzo di impedire il legittimo esercizio del pronunciamento popolare richiesto da oltre due milioni di cittadini che hanno firmato per i referendum.Indipendentemente dalla nostra posizione sul merito dei quesiti, riteniamo che il fine perseguito dal Governo sia così palesemente in contraddizione con lo spirito delle richieste referendarie da rendere giuridicamente impercorribile questo escamotage. ....VAI ALL'APPELLO PER I REFERENDUM 
 Facciamo tutti così, anche a rischio di ripeterci e soprapporci con i nostri post; in questa occasione possiamo tollerarlo: