MINICAOS IN LIBERTA'

Ci siamo tutti?


L'imbarcato, sig. Onorevole, così si dice, ...scendendo ...inciampa ...scivola ed, a sua insaputa, muore. ...Amen e pace all'anima sua!Arriva alle porte del Paradiso, dove l'attende paziente S. Pietro: "Benvenuto in paradiso, eminenza. Prima di farla accomodare, devo purtroppo anticiparle che abbiamo un piccolo problema da risolvere. Vede, è molto raro che un politico italiano d'alto rango arrivi qui, e la verità è che non sappiamo cosa fare con lei. Così abbiamo deciso di farle trascorrere un giorno all'inferno e uno in paradiso, cosicché lei possa scegliere liberamente dove trascorrere la sua eternità".S.Pietro accompagna il nuovo arrivato all'ascensore e questi scende fino all'inferno. Si apre la porta ed il "bencapitato" si trova in mezzo ad un campo di golf ...tipo quello di Lampedusa, per intenderci. In lontananza intravede un lussuoso club house; davanti, tutti i suoi amici politici che avevano lavorato ...a rubare ...con lui. Decidono di fare una partita a golf e poi cenano tutti assieme al club house con caviale e aragosta ...come si usa fare nelle vacanze si gruppo ...dove ...poi non paga nessuno di loro in quanto il conto è sempre a nostro carico. Alla cena partecipa pure il diavolo che i c...i suoi non le piace farsi, e in realtà si dimostra essere una persona molto simpatica, cordiale, e divertente che potrebbe anche essere nominato nostro P.d.C. Il tizio si diverte talmente tanto che non si accorge che è già ora di andarsene. Tutti gli si avvicinano e prima che egli parta tutti i "ragassi" ed anche le "ragasse" gli stringono la mano, lasciandolo triste e profondamente commosso. L'ascensore sale, sale e si riapre davanti alla porta del paradiso, dove San Pietro lo sta aspettando. Il nuovo ospite passa le successive 24 ore saltellando di nube in nube, suonando l'arpa, pregando e cantando. Il giorno è lungo e noioso, ma finalmente finisce. Si presenta finalmente San Pietro che gli chiede: "Eminenza, ha trascorso un giorno all'inferno e uno in paradiso, ora può scegliere democraticamente dove trascorrere l'eternità."  L'Onorevole riflette un momento, si fa per dire, si gratta la crapa e dice: "Beh, mi consenta, in paradiso è stato tutto molto bello, però credo che sia stato meglio all'inferno" Allora S.Pietro scrolla le spalle e lo accompagna all'ascensore. Scendi, scendi, giunge all'inferno. Quando le porte si aprono, si ritrova in mezzo ad una terra deserta e piena di immondizie sparse dappertutto. Il diavolo gli si avvicina e gli mette un braccio attorno al collo, in segno di benvenuto. "Non capisco..." balbetta il tizio"... mi consenta, ieri qui c'era un campo da golf, e un club house, e abbiamo cenato a base di aragosta e caviale, e ci siamo divertiti un sacco. Ora la terra è solo un deserto pieno di spazzatura". Il diavolo lo guarda, sorride e gli dice: "Amico mio, ieri eravamo in campagna elettorale. Oggi, hai già votato per noi".libero adattamento di minitesto vagante nel web.Aggiornamento dal Quirinale:"Il marcio si deve estirpare ma guai a demonizzare i partiti, a rifiutare la politica. Per cambiare e trasmettere ai giovani la ‘vocazione alla politica’ trarre fiducia dall’esempio di Zaccagnini" "Quando si ritorna con il ricordo, storico e personale, su una figura come quella di Benigno Zaccagnini, così ricca umanamente e così a lungo intrecciata con lo svolgersi della vita pubblica in Italia, ci si può chiedere per quale aspetto Zaccagnini, la sua visione, la sua esperienza ci parlano oggi più direttamente e a che cosa ci richiamano più intensamente". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è posto la domanda nel videomessaggio al convegno commemorativo promosso a Ravenna per il centenario della nascita di Benigno Zaccagnini.Per il Capo dello Stato "l'accento può cadere, certo, su quel che egli fu da uomo della Resistenza, da parlamentare per più di quarant'anni, da rappresentante del movimento politico dei cattolici nella rinata Italia democratica. Ma mi si lasci dire che Benigno Zaccagnini oggi ci parla per come fu tutto quello, per come contribuì a costruire e far vivere la nostra Repubblica, e a difenderla anche nelle circostanze più tragiche e dolorose contro il vile e sanguinario attacco del terrorismo. Egli lo fece da uomo sommamente probo, con quella tensione ideale e morale, e con quello spirito di servizio, che scaturivano da un'autentica vocazione alla politica, praticata con fede nei valori da diffondere e consolidare, senza mai smarrire quello che egli definiva 'l'aspetto più profondamente umano della politica', e senza venir meno a una ricerca esigente che deve - diceva - 'trasparire dai nostri comportamenti'. Ed era in questo quadro - ha aggiunto il Presidente Napolitano - che Zaccagnini invocava il partito come strumento. Ecco, il partito e la politica possono e debbono ancor oggi essere questo. Non sono il regno del male, del calcolo particolaristico e della corruzione. Il marcio ha sempre potuto manifestarsi, e sempre si deve estirpare : ma anche quando sembra diffondersi e farsi soffocante, non dimentichiamo tutti gli esempi passati e presenti di onestà e serietà politica, di personale disinteresse, di applicazione appassionata ai problemi della comunità. Guai a fare di tutte le erbe un fascio, a demonizzare i partiti, a rifiutare la politica".Ha concluso il Capo dello Stato: "E per cambiare quel che va cambiato, per riformare quel che va riformato oggi qui, senza ulteriore indugio, per trasmettere ai giovani la 'vocazione alla politica', è il momento di trarre respiro e fiducia dall'esempio - tra i più alti e limpidi che possiamo ricordare - di Benigno Zaccagnini".PER I GIOVANI: LA BIOGRAFIA DI BENIGNO ZACCAGNINI anno 1976, quando la nostra storia ha preso la piega che ci ha condotto qui.