Immaginiamo come sarebbe potuto essere stato il Parlamento Italiano 2008:2013 con N° 134 avvocati di questo MODELLO!
F. Gonin, L'Azzecca-garbugliÈ un avvocato che vive a
Lecco ed è intimo amico di
don Rodrigo, nonché suo compagno di bagordi e complice delle sue prepotenze a cui trova spesso delle scappatoie legali: è un personaggio secondario ed è descritto come un uomo alto, magro, con la testa pelata, il naso rosso (ciò è dovuto probabilmente al vizio del bere) e una voglia di lampone sulla guancia. Viene introdotto nel
cap. III, quando
Agnese consiglia a
Renzo di recarsi da lui per chiedere un parere legale circa il sopruso subìto da parte di don Rodrigo, che ha minacciato
don Abbondio perché non celebrasse il matrimonio: la donna spiega al giovane che quello di "Azzecca-garbugli" è un soprannome (allude alla presunta capacità di sbrogliare le questioni giudiziarie), mentre il vero nome dell'avvocato non viene mai fatto. Renzo si reca nel suo studio, descritto come un luogo decadente che ispira un'impressione di trascuratezza, ed espone il suo caso, ma l'avvocato cade in un grossolano equivoco e scambia Renzo per un
bravo, spiegandogli poi come farà a tirarlo fuori dai guai (ovvero subornando testimoni, minacciando le vittime e invocando la protezione dei potenti); in questa occasione viene citata la grida datata 15 ottobre 1627 in cui sono previste pene per chi minaccia un curato, documento che diede a Manzoni l'idea base per il romanzo. Quando Renzo fa il nome di don Rodrigo, l'avvocato va su tutte le furie e caccia via malamente il giovane, restituendogli i capponi che aveva portato in dono e non volendo sentire ragioni. Renzo definirà poi il legale "signor dottor delle cause perse" (
cap. V), espressione divenuta in certo modo proverbiale a indicare un avvocaticchio di scarso valore.Il personaggio ricompare nello stesso cap. V, fra i commensali che siedono alla tavola di don Rodrigo nel suo
palazzo, quando il
padre Cristoforo si reca lì per parlare al signorotto: l'avvocato è piuttosto brillo, col naso più rosso del solito, e indossa il mantello nero che portavano gli uomini di legge; si schermisce in modo goffo quando è chiamato in causa nella sciocca disputa cavalleresca che oppone il conte
Attilio e il
podestà, e in seguito si produce in un brindisi alquanto scomposto, elogiando la bontà del vino e la magnificenza del padrone di casa in tempi di
carestia. Nel
cap. XI don Rodrigo medita di rivolgersi all'Azzecca-garbugli per fare accusare Renzo di qualche reato, onde evitare che il giovane possa tornare dopo la fuga dal
paese, mentre nel
cap. XXV, dopo la conversione dell'
innominato e il fallimento dei piani di don Rodrigo, la gente del
paese inizia ad additare l'avvocato e altri "cortigianelli suoi pari" come complici del signorotto, per cui il dottore evita in seguito di uscire per un po'. La sua morte viene menzionata nel
cap. XXXVIII, col dire che la sua spoglia "era ed è tuttavia a Canterelli", ovvero un cimitero vicino Lecco dove erano sepolte molte vittime della
peste.L'avvocato è presentato come un personaggio buffo e sgraziato, quasi un carattere da commedia (e infatti il suo colloquio con Renzo nel cap. III è una sorta di "commedia degli equivoci"), che rappresenta il decadimento e il degrado della
giustizia nel XVII secolo; è anche l'esempio di un vile cortigiano e di un parassita che sfrutta don Rodrigo, mettendosi al servizio dei suoi propositi delittuosi.Fonte:
http://promessisposi.weebly.com/azzecca-garbugli.html