MINICAOS IN LIBERTA'

"fine vera o solo l’intervallo"


14 dicembre 2012 - ore 06:59Rispondono Buttafuoco e ZinconeBerlusconi al teatro dell’assurdo (o è vaudeville?)Se sia soltanto un imbroglio oppure no, quel suo giravoltare intorno al Palazzo occupato da Monti, si vedrà. Intanto va in scena la regia di un grande impresario politico che lascia intatta la domanda: dobbiamo battere le mani o andarcene perché il sipario è calato sulle comiche finali?
Fino a oggi, in suo onore, sono stati evocati il Bagaglino, l’avanspettacolo, la farsa, la commedia all’italiana e, da ultimo, anche la tragedia shakespeariana. Ma le ultime performance del Cav. – che un giorno addita Mario Monti come origine dei mali italiani e il giorno dopo gli assicura che, se scende in campo, lo voterà anche lui – fanno piuttosto pensare al teatro dell’assurdo: tendenza Ionesco, più che Beckett. Lo pensa lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco, che in Berlusconi aveva ravvisato di recente “una radice goldoniana, con la storia del suo fidanzamento. Che cos’è, Berlusconi, se non un avventore della ‘Locandiera’ che si pavoneggia della propria conquista? Ecco, per un attimo abbiamo immaginato che avesse voluto raccontarci una storia così. E invece c’è stata la svolta alla Ionesco”. In che senso? “Ma sì, un momento assistiamo a ‘Le sedie’, un attimo dopo ecco ‘Il re muore’, e ci sono anche ‘I rinoceronti’ (tutte opere del drammaturgo romeno, ndr). E chi assisteva alla presentazione del libro di Bruno Vespa – aggiunge Buttafuoco – ha visto sbucare dalla fronte ben levigata di Berlusconi il corno del rinoceronte. Ionesco puro. Ma né Montesquieu né Carl Schmitt, né altri giganti della politologia potrebbero spiegare come quell’assurdo nasca, in realtà, da un’attenta regia”. Tutti inchiodati alle poltrone, allora, “di fronte a una messa in scena senza catarsi e senza finale. Siamo tutti lì a chiederci se è il momento di battere le mani o di andarsene perché il sipario è calato, ma chissà se è la fine vera o solo l’intervallo. E’ la ‘Conversazione continuamente interrotta’ (di Ennio Flaiano, ndr) che avrebbe bisogno, per chiudersi, di un impresario. Napolitano non lo è, non ha quel senso pratico, si crede sovrano in uno stato di necessità, in senso schmittiano”. Oppure a Berlusconi servirebbe “quello che ha avuto Marinetti. All’apice del successo, si ritrovò buttato in parodia da Petrolini con ‘I salamini’. Lui, invece, fronteggia una masnada di comici scemi e noiosi che già lo hanno rimesso al centro della scena, da marginale che era. E questo benedetto re che muore, questo rinoceronte scornato, questo culo senza sedia è stato restituito alle sedie, è stato di nuovo ornato di corno, e torna in vita dopo essere morto. Per capire Berlusconi va capito il senso del suo spettacolo”. La svolta alla Ionesco, forse, serve a questo, “a sfuggire al destino shakespeariano, a non essere Giulio Cesare costretto a constatare: ‘Tu quoque Brute, fili mi!’”.Non la pensa allo stesso modo il giornalista Giuliano Zincone, che quattro commedie dell’assurdo le ha pure scritte e pubblicate con il titolo “Lo stivaletto malese”: “In Berlusconi non vedo Ionesco. Il teatro dell’assurdo trascende la realtà e ti fa capire le cose attraverso un linguaggio diverso da quello di ogni giorno. Mentre il linguaggio di Berlusconi è quello del teatro di Feydeau, del vaudeville, della pochade. Le sue giravolte non sono à la Ionesco, sono tatticismo politico sfuggito di mano. Lui ritiene in buona fede di essere furbo mentre si dà la zappa sui piedi e crede di pigliare pesci che non prende. Non gli fa difetto il desiderio ma gli manca la percezione di come le sue azioni ricadano sulla gente. Il teatro dell’assurdo implica una visione del mondo surreale, astratta – aggiunge Zincone – mentre Berlusconi è concretissimo nelle sue fregnacce. Il teatro dell’assurdo non è solo una polpetta di contraddizioni. Le contraddizioni possono esserci ma devono galleggiare su una iperrealtà, una surrealtà. Non sul maneggiare nel dire una cosa, poi un’altra, presentandosi come un imbroglione confuso. Berlusconi agisce in maniera tale che credo sia difficile perdonarlo, non parliamo di divertirsi alle sue giravolte. Il teatro dell’assurdo può essere anche angoscioso, ma il livello di linguaggio e di pensiero non è mai quello dell’opportunista che non sa cogliere l’opportunità. In Berlusconi, ormai, c’è più comica finale che teatro dell’assurdo”. Quanto “finale”, per il momento, nessun lo sa.© - FOGLIO QUOTIDIANOFonte: http://www.ilfoglio.it/soloqui/16177Questo articolo è stato pubblicato circa 3 mesi fa su IL FOGLIO.Integrazione: Il dizionario dei destrutti di Pietrangelo ButtafuocoPer stare nel tema centrale del blog senza entrare nella degenerata diatriba kafkiana in atto fra Milano  e Roma ho scelto di pubblicare questo articolo la cui lettura può fornire, secondo me, utili attimi di riflessione per cercare di comprendere l'assurdità paradossale dei momenti che viviamo.  Asssurdi e ingiustificatamente drammatici, momenti rubati alla nostra vita senza motivazioni plausibili. Anche tragici volendo considerare gli effetti che inducono in tante persone già oggi sull'orlo del baratro. Di notizie e conferme ne è piena la stampa e la rete che certamente non possono e non sanno riportarle tutte non solo in modo formale, ma soprattutto per le lacerazioni inflitte a famiglie i cui capi sono stati costretti a fare la più grande rinuncia a disposizione di ogni essere umano. Qualche domanda, però, non mi sento di trattenere da fare all'eventuale appartenente al quel 25%  che dovesse capitare di leggere questo articolo a loro dedicato.  Chiedo a costoro in quale Paese del Mondo ed in quale Epoca Storica  la stessa persona si propone per 6 (SEI)  volte come CAPO indiscusso per il GOVERNO anche del restante 75%?E' possibile che fra circa 10.000.000 milioni di "elettori" non riuscite a trovare una persona che vi rappresenti? ....Accertato che un elettore su 4 gradisce risultarne complice, ma i restanti 3 che male abbiamo fatto per meritarci tanta pluridecennale penitenza?La mancanza di concrete alternative valide e positive ne rappresenta la causa oppure ne può essere la conseguenza?...Approfondimento: BERLUSCONI: UN PROCESSO PERPETUO E KAFKIANOPost n°203 pubblicato il 09 Marzo 2011 da ITALIANOinATTESATag: Adoratori di ombre, Berlusconi Silvio, Democrazia, Furbizia e paraculi, Giustizia, Giustizia ad familiam, Governo, Questione morale, Santo si ma non subito, UN PROCESSO PERPETUO E KAFKIANO