MINICAOS IN LIBERTA'

2 giugno 2016


Un intermezzo:un frammento di storia.Un sospiro di tempo infinito.Un ricordo di un non vissuto, ma recepito come segno della giusta predisposizione.Buona fortuna Repubblica, come fossi l'immagine di una dolce creatura già da me conosciuta come "quarta Gemella".  Il progetto di ricerca è stato avviato nel 2002, tra Puglia, Marche ed Emilia Romagna, da Giovanni Rinaldi, ricercatore di storia orale, e Alessandro Piva, regista. Fonti orali e materiali iconografici costituiscono la base del libro di Giovanni Rinaldi "I treni della felicità" e del documentario di Alessandro Piva "Pasta nera". La produzione del documentario è stata sostenuta dal progetto "Casa Di Vittorio" nel 2006.  La storia.Il 23 marzo 1950 a San Severo uno sciopero diventa rivolta. A sedarla arriva l'esercito con i carri armati. Al termine degli scontri numerosi feriti e una vittima. Vengono arrestate 180 persone per 'insurrezione armata' contro i poteri dello Stato. Sono sottoposte a un lungo processo, che vede loro difensore Lelio Basso. Dopo due anni gli imputati vengono assolti e rilasciati. I loro figli, circa 70 bambini, nel frattempo sono ospitati, "adottati" da famiglie di lavoratori del centro-nord in segno di solidarietà sociale e politica.  Questo episodio è solo un tassello del vasto movimento nazionale che già dal '46 operava in Italia, organizzato dai partiti della sinistra e da organizzazioni femminili come l'UDI. Le famiglie emiliano romagnole, marchigiane e toscane, dei comitati di Solidarietà Democratica, accolsero come figli adottivi i più poveri bambini del Sud, ma anche delle zone martoriate dai bombardamenti o dalle alluvioni. Un'esperienza di massa che portò, nei "treni della felicità", circa 70.000 bambini a vivere l'adozione familiare.INTRECCIO UNICOLa ricorrenza è stata ottimamente trattata dall'amico Gian, del quale ho linkato l'ultimo post di una serie che merita di essere approfondita. A Gian occorre riconoscere il merito di riuscire a stare "elegantemente fuori" dai fasulli turbinii che animano altri dove. Grazie Gian per la tua manifesta  e meritoria dedizione che contribuisce a rendere la nostra Repubblica un po' meno Triste. M@.