MINICAOS IN LIBERTA'

1° maggio 2017


La festa dei lavoratori ha una valenza che prescinde dalle situazioni economiche, sociali e politiche di carattere continentale, nazionale, settoriale, e di qualsiasi altro criterio che non si richiami al diritto universale che permette a ciascuna persona di contribuire alla vita della comunità di appartenenza mediante l’applicazione delle sue potenzialità creative e operative. Ciò che si chiama lavoro non è altro che questo dono naturale mediante il quale ciascuno dovrebbe avere la possibilità di esercitare il suo talento nei modi in cui e dotato. Dono che appare un diritto, ma allo stesso tempo, costituisce anche un dovere. Il lavoro, quindi, ha una sua peculiarità rappresentata dalla funzione che è chiamato a svolgere chiunque apre gli occhi sulla faccia di questa terra. Terra che è parte della natura. Madre Natura, comune per tutti noi. Tutte le persone che, come tali, costituiscono la specie umana. Né maschi, né femmine, né altre denominazioni sono da considerare ammissibili. Deve bastare: “Persona” come unica denominazione. E lei, la Nostra Madre Natura, il suo lavoro è abituata a farlo ottimamente secondo un programma a noi sostanzialmente sconosciuto, ma di cui possiamo vederne gli effetti e goderne dei benefici. Madre Natura che non può essere con noi tollerante e permissiva; né addomesticabile di là dalle metodologie difensive che piano piano siamo riusciti a consolidare.E così, quando c’è dato poter ammirare immagini con delle rose profumate abbracciate al pruno e al albicocco con le gemme o frutti in crescita, non ci resta che prendere da lei esempio come fosse un emblema del modo di esistere degli esseri viventi, contributori al ciclo di vita di appartenenza.E ciò che avviene in ogni istante e che si materializza nel proverbio popolare che recita “il pesce grande mangia quello piccolo”. Un semplice e ruspante modo di dire, ma che può essere esteso al rapporto fra due specie qualsiasi di esseri viventi che per avventura e affinità fra loro impattano e a volte interagiscono a fasi alterne.La festa dei Lavoratori, intesi come “PERSONE, non può avere, quindi,  una valenza di basso profilo.Non può esserci neppure una festa dei lavoratori se non c’è, a monte, la “FESTA DEL LAVORO”.E la “FESTA DEL LAVORO” non può essere figlia della sopraffazione e della speculazione.Non può rendersi accettabile, in questo caso, il detto popolare applicabile alla generalità degli esseri viventi.A imporre questo diverso approccio è accorsa la civilizzazione della specie che seppure avvenuta in modo tormentato offre oggi molteplici strumenti per rivendicare un’equa difesa dei propri diritti e doveri. Magari essi potranno pure essere contestualizzati, ma di certo, mai vanno considerati annullabili.Lo stesso approccio deve, e non dovrebbe, quindi, deve valere per il potenziale profugo del centro Africa come per lo specialista scienziato californiano. Almeno l’approccio non può essere  diverso. Altrimenti non c’è FESTA DEL LAVORO”.In tale evenienza ci potrà anche essere festa per i  lavoratori, come se fosse una vacanza in più; ma questa è tutta un'altra storia. Lontana dal cuore pulsante del Mondo Rotondo/Mondi spigolosi.  
1° Maggio duemila17Rose rosse per tuttiliberi e forti*****Per i video sono confermati quelli pubblicati negli anni precedenti1° Maggio 20091° Maggio 20101° Maggio 20111° Maggio 20121° Maggio 20131° maggio 20141° maggio 20151° maggio 2016