MINICAOS IN LIBERTA'

23 maggio 1992


..« La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. » G. Falcone
G. Falconecittadino di uno strano paese...Io non sono in grado di parlare o scrivere di mafia se non attraverso i libri, quindi parole altrui, l’obbligo di decifrare l’opera a cui fa riferimento il post. Cerco di capire, nell’umiltà di chi in realtà non ha convissuto con una minaccia quotidiana, un retaggio a circolo vizioso che come una droga si insinua e non se ne esce più. Leggo però alcuni punti in comune forse di banalità mie o come al solito, nella confusione capisco a tentativi. La mafia nasce all’interno della società e mi piacerebbe capire come nasce e come se ne entra, ecco perché mi interessa leggere l’opera completa. La mafia è legata alla disonestà, indubbiamente, molti individuano le mazzette e i privilegi come un dare approvazione ad atti ben più gravi, al delirio di un modo d’esser disonesti con la coscienza apposto. Il testo da delle definizioni che meritano riflessione, all’alibi di un bene comune. Uccidere è l’atto più disonesto che l’uomo possa compiere, la disonestà è l’incapacità di vivere una società nel rispetto e nella qualità umana. Ci sono troppe parti comuni che legano mafia, camorra, ndrangheta e qualsiasi forma disonesta di microsocietà in cui il seme è la disonestà d’essere, il rifiuto di regole comuni, di doveri comuni, appunto, incapacità. Il retaggio è il bene comune unito ad un sistema machiavellico (disonesto) e non di mutuo benessere, escludendo gli altri gruppi e guardando solo il gruppo circoscritto. Mi chiedo, è mafia minacciare di morte due genitori perché vogliono che la figlia (una mia amica) si prostituisca? E che questa così detta prostituta abbia detto: “I miei genitori sono morti” per evitare di parlare di loro, forse non è mafia ma è la struttura economica e di guadagno che preferisce, che sceglie insieme a tante altre attività disoneste. Non sono d’accordo che la disonestà è un circolo, un anello, indipendente, perché se fosse così ci sarebbe onestà, ma ha bisogno di “rubare” qualsivoglia cosa, indistintamente che sia denaro o vita umana. Io non posso e non credo che possa fare la morale, perché in fondo capisco che dare atto anche ai più piccoli gesti disonesti e sleali è un buon terreno fertile per fare nascere tutto questo circolo. Esistono le droghe leggere per aprire le strade all’uso di droghe assai molto più pesanti. Penso che Falcone si debba ancora salvare, salvare le vittime delle stragi o anche gesti isolati, salvarli cercando di capire come sono andate le cose, chi e chi, perché salvando loro che nella nostra memoria sono ancora vivi salveremo anche noi stessi. Non si richiede la perfezione dell’onestà, forviante, ma quel minimo che faccia capire, che faccia capire che chi arma la mano degli stragisti è chi apre le strade a voler di più da fatti disonesti anche se di minima entità. La psiche si abitua ad un benessere, forse, ad un banchetto fatto da atti disonesti, di soddisfazioni e tenori di vita che altrimenti, con la stima e capacità dell’individuo non potrebbe ottenere. Si associano così gli individui disonesti creando una catena spesse volte di radici durevoli. Ci sono cose che non avrei mai creduto se non le avessi sentite con le mie orecchie, il fatto che nella spirale di rapporti interpersonali, da una persona che non è una persona qualunque, e visto tanto che la mafia ha origine da una distorta visione onnipotente della famiglia, sentirmi dire da una persona fuori da incarichi istituzionali ma dalla rappresentanza morale all’onestà tanto da scomodare un presidente della repubblica, sentirmi dire: “Le fatture non si fanno, ti devo insegnare tutto io?” ti cadono gambe, braccia, spalle, tutto compreso, come appunto … la norma è questa, così fan tutti, ma non è il commercialista o l’amico, non è l’artigiano che consiglia ma una persona che avrebbe dovuto rappresentare qualche cosa di molto più elevato. Nel tempo ho ritirato fuori questo evento ma, diciamo dal gruppo ben consolidato la frase: “Stai zitto, non si dicono queste cose”, l’onore non si tocca, e credo che nel tempo hanno avuto modo di bastonarmi e condirmi per benino, visto la credibilità che avevano alcuni personaggi. Questa è una banalità che espongo, disordinato, cerco di capire le cose ben più gravi e gravose. Ogni anno, nelle commemorazioni cerchiamo di salvare le vittime, perché credo che sentiamo dentro di noi che abbiamo l’obbligo di salvarle appropriandoci della verità, chiedendo la verità e rinnegando la chiusura di un archivio, perché vogliamo che a morire siano tutte le associazioni a delinquere di qualsiasi forma e movente.Pubblicato qui da: SpaghettoCoraggioso il 24/05/12 alle 03:51 via WEBLiberamente tratto da:Di che ti meravigli?Post n°306 pubblicato il 23 Maggio 2012 da ITALIANOinATTESA Tag: BorsellinoDi che ti meravigli?FalconeMascotteE un Pensiero a Giuseppe Costanza.  Affinché non sia l'asfalto a salire verso il Cielo; ma sia il Cielo a pervadere la Terra.E così sia. https://www.youtube.com/watch?v=XvfglKkNrqI