MINICAOS IN LIBERTA'

Perché ti volto le Spalle.


E chi parla di se, parla per se!Fonte immagine  Pensate per un attimo a chi ci cammina dietro le spalle.  Tutti gli sconosciuti del mondo in fila alla cassa, sulle scale mobili, in attesa del verde al semaforo. O appena scatta il rosso, persone ferme sulle strisce pedonali in fila indiana o disperse a mucchi, che del nostro viso non sapranno mai nulla. Nulla del naso, del sorriso, delle guance, delle rughe, delle lentiggini, delle cicatrici o dei nei.Quando camminiamo, ma anche quando ci fermiamo in un punto, prendiamo la decisione di dividere l’umanità in due sezioni.A chi, a cosa rivolgere lo sguardo, a chi, a cosa voltare le spalle.A volte non è nemmeno una decisione nostra. E’ semplicemente un fatto naturale. Siamo fisicamente predisposti in questo modo.Mentre corriamo verso qualcuno o qualcosa, ci lasciamo sempre l’altro lato del mondo dietro.Pensate anche al  modo di dire “buttarsi qualcosa o qualcuno alle spalle“, vuol dire confinarlo in esilio dalla nostra espressività, per esempio di spalle possiamo essere tutti felici, oppure tristi, di spalle non si vede se piangi o se sorridi. Se ti mordi le labbra o dove stai guardando.‘Back‘ in lingua inglese vuol dire indietro, ma vuol dire anche schiena.Il principio è sempre lo stesso.Quando camminiamo, tutti i muscoli si azionano e ci sostengono nel nostro spingerci in avanti, ci sembra di avvicinarci a qualcosa a cui miriamo, e infatti è così, ma non pensiamo mai, o quasi, che da qualcos’altro ci distanziamo.E può anche essere che abbiamo scelto noi di farlo, oppure che sia semplicemente successo.Così, semplicemente.Perché era naturale Written BySerena Carollo che ringrazio.Un particolare pensiero per le "Figlie del Ven.to"Ovvero Le animose "Ancelle del Veneto"; figlie del vento soffiante in questo piccolo,tormentato,effimero e spigoloso cantuccio delmondo virtuale.