MINICAOS IN LIBERTA'

2 giugno 2020 - Festa della Repubblica Italiana


  "Il primo uomo che ha recintato un pezzo di terra dicendo:  'È mia'   e che ha trovato gente tanto semplice da credergli,    è stato il vero fondatore della società civile."      Jean Jacques Rousseau     ************* Non fa niente. Non fa niente, se anche questa celebrazione non servirà a “niente”! Anche, soltanto, apparentemente.Manifestazione, però, solo apparentemente inutile perché il ricordo di quanto è accaduto settantaquattro  anni fa, ancora oggi, non può esonerare nessuna persona sensibile a compiere delle profonde riflessioni circa la situazione sociale che è venuta, intanto, a consolidarsi. E, di conseguenza, prendere atto della necessità di confermare, fosse anche solo a livello personale, il perseguimento di un maggior impegno sociale per difenderne i valori così brutalmente attaccati da forze egoistiche e oscurantistiche che si annidano diffusamente nella organizzazione sociale a tutti i livelli.  Forze che si rilevano più nefaste nelle parti cosiddette altolocate per ovvi motivi d’incidenza e inerenza. Non sono in retrovia, infatti, gli oscuri disegni di gruppi di potere economico e politico che, per salvaguardare i propri interessi particolari, s’impegnano pervicacemente, in continue diatribe dialettiche che spesso appaiono semplicemente come spaventapasseri per indurre le masse alla loro infelice auto distrazione. Come dire: felici e contenti di essere stati fatti fessi! Circostanza ripetutamente avallata da tante oziose discussioni in fasulli dibattiti televisivi. Orpelli dialettici senza un reale contenuto almeno rispetto agli obiettivi annunciati palesemente diversi o in contrasto, da quelli di fatto perseguiti.Sono palesi,  quindi, l'ipocrisia  e  la  nullità di  contenuti,  insiti  in tanti discorsi che sono  quotidianamente elargiti a svantaggio delle tartassate orecchie dei normali cittadini. Indifesi. E, purtroppo talvolta, supini; ovvero, qualche volta complici.Grossa discrepanza  intercorre  con  la  sociologia  esposta  chiaramente  da Rousseau; siamo ben distanti se non addirittura avversi ai "Principi" esposti nella Carta dei Diritti civili e umanitari!Ciò nonostante, anche in questa circostanza, è da salvare lo slogan "viva la Repubblica" inteso come RES PUBLICA o BENE COMUNE proprio per avvalorare il credo che non magnificherebbe la "proprietà privata", ma il prevalente "uso pubblico" del territorio che come "bene giuridico" apparterrebbe a tutti!L'uomo,  come  tutti  gli  animali,  dovrebbe  essere  "territoriale"  per  soddisfare i propri bisogni di sopravvivenza  e non  assatanato di ricchezza e prevaricazione!Nel senso profondo di questo principio occorre ritrovare anche in questa ricorrenza, i fondamenti per realizzare  quella che diffusamente  è  ritenuta  pura  utopia  e  cioè  il riconoscimento dell’uguaglianza dei popoli e dei   singoli individui quali facenti parte di un tutto  unico proiettato verso un unico fine.  Utopia che non ha un unico orizzonte dimensionale. Utopia che rende degni i "sogni" di ciascuna, singola,  persona.   E passando per la famiglia,  il condominio,  il quartiere,  il rione,  la città,  la  regione,  la nazione,  la comunità internazionale,  sino ad accogliere l'intero  mondo  delle anime sensibili spandendosi in indefinite dimensioni sempre rinnovabili nei propri orizzonti. Ogni piccolo successo che promuova il benessere comune può rappresentare una degna immagine di un'utopia che ci ha fatto da stella polare. Se, soltanto, abbiamo saputo e voluto osservarla. Come fosse, "Ella", la nostra Madre Comune chiamata “Repubblica Italiana”.Tutto ciò, tale e quale, valdio per ogni anno sin qui trascorso e ancora di più in questo pesante regime di pandemia assillante e svilente.Viva la  “Repubblica Italiana”.