MINICAOS IN LIBERTA'

FURBIZIA E PARACULI: CANCRO SOCIALE


  
 
 
L'autore del blog non è altro che un mancato paraculo. Non perché tutti hanno il diritto di diventarlo, ma perché ritiene  di aver conosciuto le modalità e gli strumenti che permettono di diventarlo. Invece è restato a guardare. Niente di più, ma con una vita consapevolmente vissuta. No da paraculo, forse da mezzo fesso, ma certo no da allocco!  Avuta la fortuna di trascorrere quasi tutta la sua vita in un periodo storico abbastanza pacifico, su un territorio fra i più belli del pianeta  ed in una fase di grande sviluppo economico, poteva applicare tutte le sue conoscenze intuitive e logiche affinché perseguisse gli obiettivi propri dei paraculi. Applicare cioè un po’ di furbizia in più, tutta quella buona s’intende, ma anche qualcosa di quella cattiva. Invece no, è restato testardo ma coerente. Infatti, la furbizia è insieme una dote ed un difetto: dipende dal senso civico del soggetto cui inerisce.  Se uno usa la furbizia per migliorare la propria vita è certamente una gran cosa; se uno lo fa a spese degli altri allora no: diventa paraculo. Tale qualità (o meglio nefandezza) si ritrova, nei nostri giorni, in molte delle attività pubbliche svolte da moltissimi dei nostri politici che pervade ampie aree della pubblica amministrazione e della vita sociale in generale. Non si può dire di tutti perché l’eccezione può sempre emergere: si spera! Non è neppure tutta colpa loro: è un’infezione patologica da virus che non ha dato scampo a nessuno; e pochi risultano immuni.Riguardo ai politici essi vengono votati, da molti, proprio per questa ragione. Se ci pensate bene, comunque la pensiate, l’attuale premier è stato eletto proprio in virtù della sua furbizia. Chi l'ha votato pensa che sarà furbo anche per gli italiani; chi invece è contro pensa che continuerà a fare quello che ha sempre fatto: essere furbo per il suo proprio tornaconto. Chi, invece, non pensa proprio, e non mancano, si ritrova fra le pecore ottuse confuse insieme alle pecore con le dita, magari attaccate ad una tastiera di un P.C. e forse qualcuna riuscirà anche a leggere queste note. Proverà ribrezzo per il tempo perso a leggere queste fesserie, si consolerà di non essere stato l'unico fesso e di aver trovato un altro mancato paraculo? Fatti suoi. L'autore del BLOG, alle ultime elezioni politiche, è stato l’elettore N° 36.452.286 per la camera ed il N° 32.771.227 per il senato. Se non fosse andato a votare, come forse sarebbe stato opportuno, l’ultima cifra per la camera sarebbe stato un 5, l’ultima per il senato un 6; magra, anzi ridicola constatazione! E’ stato solo un numero ozioso, inutile. Il suo voto non è servito a niente. Intanto non gli può piacere quello che fa il governo di dx, non riesce a comprendere neppure quello che fa l’opposizione (si fa per dire) + o  -  di sx.  Non capisce dove vuole andare a parare la dx, né per quale viaggio vuole imbarcarsi la sx. Riferendosi a Roma gli sembra che le cosiddette dx e sx, più che marciare verso l’una o l’altra  delle loro congeniali direzioni, circolino perennemente sul raccordo anulare, la dx sulla carreggiata esterna, la sx sulla carreggiata interna, ma nello stesso verso. Si rincorrono, fanno tante, troppe, soste; cercano di sorpassarsi, ma stanno sempre lì a guardarsi utilizzando gli specchietti retrovisori solo per verificare se quelli di dietro fanno sonni tranquilli; così possono sonnecchiare tranquilli anche quelli che stanno avanti. Tutto quello che emergerà in questo BLOG, troverà fondamento su queste premesse, condivisibili o meno, ma l’autore la pensa così. A che serve? Forse a niente. Forse a qualcosa. Certamente potrà contribuire a trascorrere un po’ di tempo fra gli amici che hanno richiesto o aderito allo spazio offerto dalla community di LIBERO.   Questo cantuccio resterà sempre e solo l’espressione di un italiano in attesa .............. di tempi migliori.  Per la  dx e la sx, così come sono attualmente aggregate ha  rispettivamente una gamba con piede, un braccio con mano e connesse dita, nonché un occhio ed una orecchia.  Bocca e naso sono condivisi ma solo in prestito. Il cuore resta dove è sempre stato: sta bene lì, nella sua posizione naturale. Il cervello, o quello che resta di esso, invece, gira su se stesso e continua ad osservare, a 360°, con gli occhi prestati dal gatto.