MINICAOS IN LIBERTA'

Mafia, prima spa italiana


ANSA  27.01.2010Marcegaglia: "Rafforza il nostro impegno contro la criminalità.Apprezzamento per le norme anti-mafia del governo"Bocciato l'emendameno Idv passato ieri in Senato sul tetto ai compensi dei manager: "E' una completa fesseria"Confindustria vara le norme anti-pizzo"Fuori dall'associazione chi non denuncia."  ROMA - "Oggi abbiamo fatto una delibera in cui tutte le associazioni territoriali del Mezzogiorno hanno preso una decisione molto importante: l'obbligo di denuncia degli imprenditori che vengono vessati dalla mafia e l'obbligo di sospensione o espulsione, dalla Confindustria", di aziende che non denunciano. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, annuncia l'iniziativa anti-pizzo adottata oggi della Giunta di viale dell'Astronomia e che obbliga gli imprenditori vessati a sporgere denuncia, pena la sospensione o espulsione dall'associazione. Si tratta, ha aggiunto Marcegaglia, di "una decisione che rafforza il nostro impegno in prima linea contro la criminalità". Anche sulle decisioni prese dal Consiglio dei Ministri "non possiamo che apprezzare la volontà di fare una battaglia forte da questo punto di vista".Sulla battaglia al lavoro nero e alla illegalità è intervenuto, al termine della giunta che si è riunita oggi in Confindustria, anche il direttore generale dell'organizzazione, Giampaolo Galli: "Tutto ciò che va nella direzione di contrastare il lavoro nero, il sommerso e l'evasione fiscale trova in Confindustria un attore che condivide l'azione del governo". Anche Galli ha sottolineato l'importanza di risolvere "un problema di convivenza civile perché le imprese in nero fanno concorrenza sleale a quelle in regola. Queste imprese - ha aggiunto Galli - distorcono in maniera inaccettabile i meccanismi di mercato".Il leader di Confindustria, ha bocciato invece senza appello l'emendamento dell'Idv passato ieri in Senato che fissa un tetto ai compensi dei manager di Società quotate in Borsa. "E' una fesseria totale che va eliminata al più presto. Non ha nessun senso anche perchè sono manager di aziende private", ha detto al termine della Giunta. "Una fesseria", ha ribadito. "E mi auguro si tratti di una svista. L'importante comunque ora è che venga immediatamente corretta", ha aggiunto. Quanto all'obbligo di pubblicazione degli stipendi dei manager di aziende quotate "si tratta di un obbligo che già esisteva. Si ridice quindi una cosa che già esiste".L'emendamento approvato al Senato è stato un argomento affrontato anche in occasione della riunione di giunta di Confindustria dove, però, ha assicurato il direttore generale Giampaolo Galli "si è espresso l'auspicio e quasi certezza che non verrà convertito in legge. Se così fosse sarebbe davvero una stranezza". Galli ha comunque osservato che il voto al Senato "può essere visto come una reazione ad alcuni eccessi che ci sono stati nel mondo della finanza, soprattutto di quella anglosassone. E' quindi comprensibile una certa reazione ma non condivisibile nella realtà italiana, almeno come è stata presentata ieri". Confindustria ha promosso invece la norma sulla trasparenza dei compensi dei manager: "Pensiamo sia la strada giusta", ha detto Galli.  (28 gennaio 2010)*************************************************Varato il provvedimento messo a punto dai ministri Angelino Alfano e Roberto MaroniIl Cdm vara il piano contro le mafie "Meno immigrati, meno criminalità"Il guardasigilli: "La protesta dell'Anm? Solo una manifestazione elettorale"Applausi per il premier, ma anche fischi e proteste. Sit-in dei lavoratori dell'area industriale di Gioia TauroREGGIO CALABRIA - Il Consiglio dei ministri ha approvato il piano straordinario contro le mafie. Per la prima volta l'esecutivo si è riunito a Reggio Calabria, presidiata per l'occasione da un imponente dispositivo di sicurezza dopo i recenti episodi intimidatori messi a segno dalla criminalità organizzata, dalla bomba contro la Procura generale al ritrovamento dell'auto con esplosivo e armi durante la visita del capo dello Stato Giorgio Napolitano. E ha dato il via libera al piano straordinario, messo a punto dai ministri della Giustizia e dell'Interno Angelino Alfano e Roberto Maroni. Decidendo, inoltre, che la sede dell'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati, sarà Reggio Calabria. "Abbiamo fatto un grande lavoro per riassettare tutti gli impianti legislativi. Abbiamo dato il via libera al piano, c'è un codice delle leggi antimafia per favorire una maggiore attività di contrasto" dice Berlusconi. Che si dice convinto che "la riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali". Tornando a chiedere lo stop alle fiction sulla mafia e lanciando una frecciata ai media: "Questa è l'Italia vera, diversa da quella descritta dai mezzi di informazione".  Il piano. "Per battere la mafia bisogna aggredire il patrimonio mafioso. Metteremo questo obiettivo al centro dell'attività di contrasto. E se i mafiosi ricomprano i beni, noi li risequestriamo un'altra volta" dice Berlusconi illustrando i dieci punti del documento che, tre le varie cose, istituisce l'Agenzia nazionale per i beni sequestrati che si insedierà "entro 15 giorni". Nel ddl sono contenute norme per un codice delle leggi antimafia, si prevedono nuovi strumenti di agggressione ai patrimoni dei mafiosi e nuove misure per il contrasto alla ecomafie. Sono inoltre introdotte altre misure di sostegno alle vittime del racket ("creeremo uno scudo assicurativo") e dell'usura e si istituisce una mappa informatica della criminalità organizzata. Altre norme prevvedono il potenziamento delle azioni antimafia nel settore degli appalti (sarà realizzata una "white list" delle imprese di cui tenere conto al momento di affidamento di appalti), un piano internazionale contro le criminalità transnazionale. "La Direzione Investigativa Antimafia è una struttura di eccellenza, che ha tanti compiti, ma da ora in avanti avrà come priorità l'aggressione ai patrimoni mafiosi" spiega Maroni. Mentre Berlusconi rivendica i risultato ottenuti: "Abbiamo già ottenuto risultati straordinari, come le 427 operazioni di polizia giudiziaria, le 4.236 persone arrestate e i 310 latitanti presi, un aumento dell'85% rispetto ai governi della sinistra".Immigrazione. "I risultati sui nostri contrasti all'immigrazione clandestina sono molto positivi" e questo è importante perchè una "riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali" dice Silvio Berlusconi. Che annuncia che il governo metterà in atto "un'azione molto forte" sulla Ue che deve farsi carico" dei costi della vigilanza che i paesi costieri sopportano" per contrastare i flussi di immigrazione clandestina verso l'europa.Le cifre di Maroni. "Il numero di operazione di polizia contro le organizzazioni criminali è aumentato del 300%. Un aumento "dal 30 al 300% rispetto al periodo precedente al governo Berlusconi". Il ministro dell'interno, traccia un bilancio dell'attività delle forze dell'ordine contro la criminalità:"Nei 19 mesi del governo Berlusconi sono stati sequestrati 12.111 beni mobili e immobili alle organizzazioni criminali, per un controvalore di 7 miliardi di euro (+100% rispetto allo stesso periodo precedente) e sono stati confiscati 3.122 Beni per un controvalore di circa 2 miliardi di euro (+345%)". Alfano contro le toghe. "Ho inoltrato due settimane fa la richiesta per il parere con le procedura d'urgenza per l'invio a Reggio Calabria di sei nuovi magistrati. Ancora oggi non ho ricevuto risposta - dice il Guardasigilli - so bene che il Csm è impegnato a dare pareri contro le leggi di questo governo, ma se dessero i pareri su cose più urgenti noi gli ne saremmo grati". Che boccia l'annunciata protesta dei magistrati in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario: "E' una manifestazione elettorale dell'Anm in vista delle prossime elezioni del Csm". Berlusconi nega scontri con le istituzioni. "Da parte nostra non c'è nessuna volontà di avere uno scontro con le istituzioni. Non c'è nessuna volontà. Se poi le nostre parole sono fraintese, questa è un'altra cosa" spiega il premier. Vigilanza contro il lavoro nero. Via libera all'applicazione del piano del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, per il controllo di 20mila imprese attive nei settori dell'agricoltura e dell'edilizia nelle quattro regioni a "rischio" del Mezzogiorno, ovvero Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il piano impiegherà 550 ispettori ed è stato voluto per contrastare il lavoro irregolare, soprattutto laddove connesso a infiltrazioni criminose, sfruttamento della mano d'opera nel'ambito dell'economia sommersa e tutela del lavoratore. Gli ispettori provengono dallo stesso ministero, dall'Inps e dai carabinieri. Berlusconi, applausi e contestazioni. "Siete contenti che abbiamo portato qui il Cdm? Così vi facciamo vedere quello che stiamo facendo contro la criminalità". Piccolo fuori programma per Silvio Berlusconi, al suo arrivo presso la sede della Prefettura. Il presidente del Consiglio si è avvicinato ad alcune persone assiepate dietro le transenne e ha parlato con un gruppo di ragazzi, concedendosi anche per qualche fotografia. Non sono mancate le contestazioni. Sia per il pullmann che ha portato i ministri, sia per il corteo di auto del premier. Ma i manifestanti sono stati confinati dalla polizia sulla via Marina Alta, davanti all'ingresso posteriore della Prefettura.Tre sit-in di protesta. Oltre ai manifestanti che attendevano l'arrivo del presidente del Consiglio, nei pressi della Prefettura di Reggio Calabria tre sit-in di protesta sono stati organizzati dai lavoratori dell'area industriale di Gioia Tauro, del porto gioiese e della Rete No Ponte che si batte contro la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. I lavoratori dell'area industriale e del porto di Gioia Tauro chiedono l'intervento del governo affinché vengano revocati i provvedimenti di cassaintegrazione che sono stati annunciati nei loro confronti e che riguardano 400 lavoratori portuali e 200 dell'area industriale, dipendenti di sei diverse aziende. La Rete No Ponte protesta chiedendo che i fondi destinati alla Grande Opera vengano destinati per fini sociali e di utilità pubblica. (28 gennaio 2010)