MINICAOS IN LIBERTA'

A chi ed a cosa crediamo oggi ----- STAFFETTA PROMOSSA DA PSICOALCHIMIE


Dio è morto Dio è Risortodisperso nell'universo,
insieme a voi, ad altri quasi sette miliardi di profughi
e ad un uomo qualunque ho incontrato ieriincontro oggi alcune parole:chi     cosa     crediamo     oggi    noi     me  Dio   dei    denaro    fortuna    talento   fiducia    ego-ismo dubbio verità  conoscenza  amare  fede sognare   universo terra sole                        A chi crediamo?    ….. cosa crediamo?  ….. oggi,                                                                                                                              ….. ieri,   ….. domani.Per poter rispondere a queste domande è necessario stabile dei paletti, prima di tutto essere se stessi per davvero. In questo tema, credo, non si può  recitare; neppure un po’.Quindi è necessario “identificarsi” e permettere di “farsi identificare”. Con le impronte digitali della propria coscienza. Una riprova sostanziale del profilo di ciascuno di noi, nel mio caso,  fatto due anni fa e da me quasi dimenticato.Io ci provo. Un grande scrittore-giornalista (E. Biagi - si quello dell’editto ), che ci ha lasciato qualche anno fa, scriveva che “le verità che contano, i grandi principi, alla fine restano sempre due o tre. Quelli che ti ha insegnato tua madre da  bambino”. Io  aggiungo: quelli che ci hanno insegnato i genitori naturali o gli altri che ti hanno permesso di crescere.  Io credo che in me sia accaduto questo.Una cosa è certa; ogni persona, appartenente al genere umano, ha bisogno di essere allevato; prima di poter dichiararsi autosufficiente. Nessuno può dimenticare la nostra natura e comportarsi, da adulto, come se fosse nato sotto un cavolo già bello e cresciuto. Nuovo di zecca, pronto per l’uso, figlio della sua superbia senza offrire alcuna riconoscenza a chi ne ha diritto. Inoltre ogni persona ha bisogno di essere educato e ciò, purtroppo, non accade sempre. In quegli anni della mia infanzia, a cavallo dell’anno santo del ’50, ho certamente, in modo indelebile, subito l’influenza dell’educazione cristiana.  Era il periodo delle grandi manifestazioni religiose, ma io non riuscivo a comprendere il perché di quei vestiti neri o bianchi, a volte rossi o viola dei celebranti che tanto si differenziavano da quelli indossati dal resto degli astanti. Non l’ho ancora compreso neppure sino ad oggi. Il secondo principio non era altro che una consuetudine: la porta di casa nostra era sempre aperta. In quegli anni, quando, fra l'altro, alcuni dei nostri fratelli venivano “venduti” per andare all’estero ad estrarre carbone nelle miniere, ricordo che sul nostro tavolo c’era sempre un piatto in più per chi arrivava, apparentemente estraneo, all’ultimo momento. Quando mi capita di cucinare, oggi, il piatto in più è ancora presente. Il terzo principio è semplicemente il reciproco del secondo; la porta era aperta anche in uscita. Da sempre, ogni volta che mi è passato per la testa sono uscito, liberamente, di casa per scoprire cosa accadeva fuori. In cerca di qualcosa in cui credere?, forse. Così lo è stato anche per i miei figli.Quindi, nato negli anni quaranta, ho vissuto la mia fanciullezza negli anni cinquanta, la mia gioventù negli anni sessanta (dico anni sessanta, quando era possibile viaggiare facendo l’autostop) ed un po’ protesa verso gli anni settanta. Ero già grande ad 11 anni, adulto a 18, anziano d’azienda a 28, regolarmente "proclamato" con la cerimoniosa consegna dell’attestato aziendale, all’inizio degli anni settanta, quando si andavano già spegnendo ed offuscando i riflettori sugli eventi del 1968. Di quegli anni alcuni raccolsero i sogni e continuarono a vivere sotto le loro lunghe ombre. Altri, invece, intravidero gli ampi spazi di libertà che si erano aperti e ben pensarono di invaderli, anzi di appropriarsene come se fosse stata proprietà privata. La libertà già in quegli anni era diventata proprietà privata. Ognuno la raccoglieva nel recinto che più le confaceva. Ogni cosa ed ogni luogo era buono per sistemare la propria tenda sotto il nome del suo straccio di libertà.Primadi tutto un partito; si il “partito” già a quell'epoca era in pole position.Poi il sindacato fatto ad immagine e somiglianza del gestore.Le strutture pubbliche, vecchie e nuove, come miele al sole, attrassero vespe ed insetti vari, in gran quantità. Una manna straordinaria inondò lo stivale: la costituzione delle regioni. Ma questa invasione dello spazio pubblico non era una vera manifestazione di solidarietà, bensì il rifugio dell’egoismo dei tanti. Di ogni orientamento; anche di tanti che, solo qualche anno prima, stavano dall’altra parte. Tutti ad inseguire falsi dei come cinquemila anni fa.Egoismo contro solidarietà.Vinse l’egoismo, ….. l’egoismo oscuro di nessun colore anche se sotto tanti vessilli multicolori. Quasi sempre vince l'egoismo, dio dell'ego umano. A cosa e chi credere, quindi? …oggi. Per chi non lo sapesse ricordo che io, come tanti miei amici, utilizzo questo spazio come se fosse uno specchietto riflettente; le immagini riflesse sono immagazzinate nei messaggi e nei commenti. Quelli presenti qui e gli altri volati nei blog degli amici. E’ un gioco del tutto personale che tanti di noi facciamo. Lo facciamo innanzi tutto per noi stessi. Anche per essere, forse, ciascuno di noi, l’unico lettore di se stesso. Ci basta. Ho cercato nel  mio blog se ci fossero già delle risposte preconfezionate. Ne ho trovate diverse, comunque abbastanza numerose; forse troppe. Un blog quasi monotematico. Soprattutto per ciò che accade sotto i nostri occhi, anche inquesti giorni.Ne ho prelevate tre e le ho riproposte, silenziosamente, con la pubblicazione dei tre post che precedono questo. Il secondo, quello dedicato “AL DISCORSO DELLA LUNA”, l’ho dedicato agli altri staffettisti che, nati prevalentemente negli anni sessanta e settanta, hanno vissuto solo di riflesso le testimonianze dell’evoluzione sociale, propria ed irripetibile, degli anni sessanta. In particolare dedico a loro queste belle parole pronunciate da Giovanni XXIII “Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite "Questa è la carezzadel Papa". Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualche... dite una parola buona: "Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza". E poi tutti insieme ci animiamo cantando,sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e checi ascolta, continuare e riprendere il nostro cammino.”   Alcuni di quei bambini potreste essere stati voi che partecipate alla staffetta.Frai miei amici di profilo e di blog ed anche fra quelli che frequento senza la formalizzazione dell’amicizia, fa lo stesso, vi sono credenti di diverse fedi, atei, agnostici, apolidi, incerti, certi delle proprie convinzioni.Le mie incertezze sono tanto consolidate  che mi permettono di affermare di:- credere nella fede civile di Pertini;  e se qualcuno ha qualche minuto disponibile lo invito a leggere il post originale.- credere nella testimoniata di fede della parola di Giovanni XXIII. Per far ciò credo, fermamente che non sia neppure necessario essere cristiani.- credere nel sogno di MartinLuther King che dopo circa 50 anni ha permesso ad Obama di essere eletto alla presidenza degli USA.Ma non è qui luogo per porre delle domande del tipo:chi è Dio o cosa è, oppure hai mai visto Dio? Anche coloro che si reputano teologi non sanno rispondere completamente e coerentemente a questi interrogativi.Fra le mie incertezze so di “certo” che chi è dotato di fede in Dio ha diritto a manifestarla secondo le sue credenze e nessuno degli altri può chiedergli di dimostrare l’esistenza di Dio. Chi è, d’altra parte, capace di dimostrare il contrario? Come si fa a dimostrare che Dio non esiste?Il mio DIO è quello dei quasi sette miliardi di profughi che vaghiamo sulla faccia della terra. Il Dio dei forti, ma, soprattutto, il Dio dei deboli. Di più il Dio dei deboli.Il Dio che Esiste, il Dio che non Esiste.Perché, le mie incertezze mi confermano che se il DIO esiste, esiste per tutti allo stesso modo. Proprio perché è Dio.Come nei supermercati, nei discount, nei piccoli negozi, si possono trovare tanti, tantissimi surrogati dei prodotti di qualità anche per il verbo “CREDERE” ce ne per tutti i gusti, per tutte le esigenze.Infatti, possiamo credere di:- ubbidire al capo, al coniuge, ai genitori, ai nonni, ai figli, agli istinti, alle tentazioni- dare ascolto all’amico, al parente, all’amministratore di condominio, al vigile urbano- avere fede in qualcuno, nel politico, nel prete, nel monaco,- avere fede in qualcosa, nella fortuna, nella lotteria- ritenere veritiero quanto detto da chi spergiura, bestemmia, dice, smentisce, conferma e poi smentisce di nuovo- essere d’opinione, non avere opinione, farsi un’opinione, rompere un’opinione e venderne i pezzettini- credere alla befana o a babbo natale, al ciuccio che vola, al tizio famoso (malvagiamente ce l’ho infilato)- giudicare, ………pensare, ……… - reputare,……… - stimare,……… ……… ………… ……….- ritenere,……… … - dare credito, ……… - prestare,……… ……… ………… ……… …… …….E qui sopra lascio incompleta la cantilena perché non riesco “a credere” “di credere” che ci sia qualcuno che crede che noi facciamo tante azioni credendo di credere ed anche per poter ringraziare qualche masochista che è giunto sin qui lasciandogli la facoltà di lanciare un bel vaffanculo. Magari per inoltrarsi nell'universo, da dove siamo partiti, in cerca della Verità o della Fede .....se ci riesce.