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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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« L'immondizia di Napoli ...G8 e Silvio Berlusconi d... »

E tu che tipo di beato sei? della serie "La democrazia oggi" nelle mani dell'Italiano medio e dei suoi sponsor:N.34

E  TU  CHE  TIPO  DI  BEATO  SEI?

Il pacchetto sicurezza diventa legge
Sì alle ronde, la clandestinità è reato

Berlusconi: "E' un provvedimento da me fortemente voluto che garantisce i cittadini"

ANCHE  LA VOCE DI PAPA GIOVANNIPAOLOII NON CONOSCE FRONTIERE SE NON SEI TU A CREARLA.

 L'UNTO DEL SIGNORE .... INIZIA CON UN PRESTITO DALL'AMICA BANCA RASINI .........

ED ARRIVA ALLA GESTIONE DELLA S.p.a. ITALIA

Dal blog dell'amica Karlotta riporto queste considerazioni inerenti la Preghiera del Padre Nostro

IL PADRE NOSTRO

1.   NON DIRE    PADRE  SE OGNI GIORNO NON TI COMPORTI COME FIGLIO.

2.   NON DIRE   NOSTRO  SE VIVI  ISOLATO NEL TUO EGOISMO.

3.    NON DIRE CHE SEI NEI CIELI SE PENSI SOLO ALLE COSE TERRENE.

4.    NON DIRE SIA SANTIFICATO IL TUO NOME SE NON LO ONORI.

5.    NON DIRE VENGA IL TUO REGNO SE PENSI SOLO AL SUCCESSO MATERIALE.

6.    NON DIRE SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ SE NON L’ACCETTI QUANDO E’ DOLOROSA.

7.    NON DIRE DACCI OGGI IL NOSTRO PANE  SE NON TI PREOCCUPI DI CHI HA FAME.

8.    NON DIRE PERDONA I NOSTRI DEBITI SE CONSERVI RANCORE VERSO TUO FRATELLO.

9.    NON DIRE NON ESPORCI ALLA TENTAZIONE SE HAI INTENZIONE DI CONTINUARE A PECCARE.

10.    NON DIRE LIBERACI DAL MALE SE NON PRENDI POSIZIONE CONTRO IL MALE.

11.    NON DIRE AMEN SE NON PRENDI SUL SERIO LE PAROLE DEL PADRE NOSTRO.

Forse queste parole le abbiamo sentite dire tante volte ... ma credo sia un bene ricordarle.Le parole se non sentite profondamente  nel cuore e ancor di più realizzate nella propria quotidianità... diventano ipocrisia!
Cristiani=Seguaci di Cristo ..... chi stiamo seguendo; la volontà di Dio vive nel nostro cuore?
Se il nostro cuore non palpita d'amore per Gesù,se non bramiamo la Sua Presenza,se Dio non regna nel nostro cuore,qualcun altro vi sta regnando,forse sarà l'orgoglio;forse il rancore o l'amarezza;forse l'arrivismo o l'avarizia! Esaminiamo noi stessi... facciamo attenzione,forse stiamo diventando come i farisei .. sepolcri imbiancati! Sono parole forti lo so... ma,credo le uniche adatte per spronare ad una autoanalisi ognuno esamini  le proprie vie ci consiglia l'Apostolo Paolo in "Provate voi stessi se siete nella fede.." II Cor. 13/5  ..... certamente comincio da me e non punto il dito contro nessuno!   
 da:http://blog.libero.it/cd56/view.php?id=cd56&pag=2&gg=0&mm=0

Che garantisca l'ordine anzitutto!

Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere.

Critico anche il Vaticano. Il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti, monsignor Antonio Maria Veglio, ha scritto: "I migranti hanno il diritto di bussare alle nostre porte. Basta demonizzare e criminalizzare il forestiero. L'arrivo dei migranti non è certo un pericolo. Sbagliato trincerarsi dentro le proprie mura". Gli ha fatto eco il segretario del pontificio Consiglio, monsignor Agostino Marchetto: "La nuova legge porterà "molti dolori e difficoltà agli immigrati". Critiche a cui Berlusconi non ha voluto rispondere: "Non le conosco e quindi non posso rispondere", ha detto seccato il presidente del Consiglio ad un cronista che gli chiedeva di commentare le parole del Vaticano. E dal forum del Terzo settore, il portavoce Andrea Olivero avverte: "La legge è un'ulteriore chiusura a quel dialogo tanto auspicato tra istituzioni e società civile".

E  TU  CHE  TIPO  DI  BEATO  SEI?

AGGIORNAMENTO 4 LUGLIO 2009

Immigrati, il cardinale Tettamanzi critico "Leggi discutibili provocano sofferenza"

 MILANO - Le sofferenze dei migranti sono causate anche da "discutibili" provvedimenti messi in pratica da quei Paesi ricchi che dovrebbero impegnarsi più degli altri in "seri" percorsi di accoglienza. E' questo un passaggio dell'omelia della Messa presieduta oggi pomeriggio in Duomo dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, e concelebrata con i vescovi provenienti da Africa, Asia e America Latina che fanno parte della delegazione del G8.

"Milioni di persone al mondo - afferma Tettamanzi - subiscono ingiuste e drammatiche sofferenze, costrette come sono a migrare a causa delle difficili condizioni di vita nei Paesi d'origine. Molte di queste sofferenze sono causate ai migranti talvolta da discutibili provvedimenti messi in atto da quei Paesi ricchi che dovrebbero maggiormente impegnarsi in percorsi di accoglienza e integrazione seri, ragionati e rigorosi".

Tettamanzi ha messo quindi in guardia dal "quanto mai diffuso", "egoismo che potremmo chiamare 'sociale', un egoismo che, dietro il velo dell'apparente difesa dei propri diritti, nasconde visioni quanto mai ristrette, di chiusura, di vera e propria contrapposizione. E se queste visioni vengono lasciate cadere è solo quando si è certi che gli altri possano essere funzionali ai propri interessi".

E così "sia nei comportamenti individuali sia in quelli pubblici, l'apertura agli altri e il riconoscimento dei loro giusti diritti spesso cambia a seconda che gli altri rientrino o meno nei nostri progetti e ci possano recare qualche vantaggio". Ma si tratta, secondo l'arcivescovo di "una forma di ingiustizia accuratamente ricoperta di apparenti 'buone' ragioni. Troppo spesso l'ingiustizia si diffonde nascondendosi sotto il velo dell'apparente difesa dei propri diritti! Eppure, per chi è onesto, non è difficile distinguere la vera dalla falsa giustizia: il criterio principale è riconoscere se è compatibile con i diritti di tutti o di alcuni soltanto".

Aggiornamento 7/07/2009

COME UN UOMO SULLA TERRA

di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene

prodotto da Asinitas Onlus e ZaLab  (52’ – 2008)

Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.

 

GIOVEDI’ 9 LUGLIO 2009

ore 23.40 – RAI 3 (trasmissione DOC 3)

Dal 2003 Italia ed Europa chiedono alla Libia di fermare i migranti africani. Da maggio di quest’anno la marina italiana respinge i migranti in Libia. Ma cosa fa realmente la polizia libica? Cosa subiscono migliaia di uomini e donne africane?  E perchè tutti fingono di non saperlo?

 

COME UN UOMO SULLA TERRA

il film contro i respingimenti in Libia

info: http://comeunuomosullaterra.blogspot.com

 

Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi. “Come un uomo sulla terra” è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste. Il documentario si inserisce in un progetto di Archivio delle Memorie Migranti che dal 2006 l’associazione Asinitas Onlus, centri di educazione e cura con i migranti (www.asinitas.net) sta sviluppando a Roma in collaborazione con ZaLab (www.zalab.org), gruppo di autori video specializzati in video partecipativo e documentario sociale

 

In onda su RAI 3 il 9 luglio 2009 alle 23.40

AGGIORNAMENTO 15/07/2009

Il Capo dello Stato ha però espresso perplessità sul provvedimento
Il testo sulla sicurezza promulgato da Napolitano
(Ddl Senato 733 B)
Promulgato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il disegno di legge sulla sicurezza. Il capo dello Stato ha tuttavia espresso delle perplessità per l'insieme del provvedimento che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell'iter parlamentare, risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità. Napolitano ha rilevato in particolare la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell'ordinamento e del sistema penale vigente.
Il provvedimento era stato approvato definitivamente con la fiducia il 2 luglio scorso. I voti di fiducia sono stati tre: uno per ciascun articolo. Il provvedimento contiene l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, per il quale sono previste multe da cinque a diecimila euro, con obbligo di denuncia da parte dei pubblici ufficiali. Passa poi da 60 a 180 giorni il periodo in cui un immigrato potrà essere trattenuto nei centri di identificazione ed espulsione, mentre costerà 200 euro chiedere la cittadinanza e da 80 a 200 euro il permesso di soggiorno. Nel provvedimento anche l'introduzione delle ronde e norme anti-racket per gli imprenditori. Vengono inoltre ripristinati i poteri del procuratore nazionale antimafia e inasprito il '41-bis' sulla detenzione dei boss mafiosi. Norme restrittive anche per associazioni, gruppi od organizzazioni non riconosciute (vi rientrano anche quelle religiose di matrice islamica): se c'è il sospetto che svolgano attività con finalità terroristiche, il Viminale può disporne lo scioglimento e ordinarne la confisca dei beni.(15 luglio 2009)  PER LA LETTURA DEL DECRETO CLIKKA QUI

 
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shineon67
shineon67 il 05/07/09 alle 22:25 via WEB
Dopo un anno di governo la montagna ha partorito il topolino o il altri termini e' stata fatta solo aria fritta, per usare un linguaccio caro ai nostri governanti. Il topolino si chiama 'legge sulla sicurezza'. Se a leggere quello che fino a qualche giorno fa era solo decreto, nella nuova ricetta per salvaguardare il cittadino ci sono tante cose che non dico che siano inutili ma e' stata dato un importanza ben al di sopra delle righe. E' una legge che non scende molto nei particolari, giusto perche non puo farlo perche quello che sfugge al cittadino e al politico, e' avere una certa consapevolezza nel constatare che l'effetto immigrazione e' talmente un fenomeno complesso che non si puo risolvere in chiacchere e in tempi record specie se le casse dello stato sono vuote. Spesso si guarda all'europa per rassicurarci che se negli altri stati le cose funzionino meglio, anche da noi si deve muovere qualcosa ma i nostri governanti sono ancora fermi alle dispute di partito che trova luce negli elettori. Se la destra accusa la sinistra di falso buonismo, la sinistra puo replicare accusando la destra di demagogia e intanto le cose per i cittadini non migliorano. La verita' e' che noi siamo in ritardo rispetto alla maggior parte dei paesi europei. Le parti non dicono che senza soldi non si puo' far molto e allora si regala l'illusione di una presenza dello stato ai cittadini impauriti dalla televisione che ci offre spacciatori, ladri, prostitute, stupratori e assassini. Diciamo che se si raccolgono tutti i fatti di criminalita' che succedono in una nazione, nei tg non si sentirebbe altro che questo ma per chi e' piu attento, capira' che queste notizie hanno dei periodi ben precisi e varia anche di intensita' a secondo del momento. La microcriminalita' e' un fenomeno delle citta', ci sono troppe diversita' amalgamate. La citta' regala opportunita' alla persona onesta tante quante a quelle disoneste, e' molto complesso poter arginare il fenomeno anche perche potenzialmente siamo tutti disonesti, tutti un bel giorno possiamo incriminarci di un furto, di aver spacciato della droga o stuprato una donna e nei casi piu gravi uccidere. Sono molti i casi di uomini che dopo essere stati lasciati dalle loro donne, queste vengono stuprate e a volte uccise. Queste notizie vengono date come tragedie familiari o dramma della gelosia, e allora la notizia ci entra nel personale perche siamo tutti un po gelosi e ci chiediamo se ne saremo capaci anche noi di fare un gesto simile. La notizia viene metabolizzata dai nostri sensi e ci allontana dalle vittime e dai suoi assassini, mentre con l'immigrato succede un po' il contrario, si dimenticano le vittime e si odia l'assassino perche a noi puo succedere di diventare anche uno stupratore ma mai di essere pure immigrato. Se il problema sicurezza viene associato solo all'immigrazione, non si fa altro che spostare l'entita' dei fenomeni. eliminano tutti gli spacciatori di altri paesi dal nostro, non si fa altro che lasciare il fenomeno ai nostri connazionali. E poi se davvero si vuole togliere lo spaccio, si dia la caccia alle organizzazioni, ci vorra' piu' tempo ma meglio che vedere degli spacciatori rimpiazzati continuamente da altri. Si parli anche di furti che chiunque ne sia l'autore, quando il cittadino si reca a fare denuncia al piu vicino comando di carabinieri, da questi si sentira' dire che non hanno tempo e direttive per controllare la situazione in citta'. In campagna elettorale questo governo ha assicurato molto i cittadini creditori di una sicurezza che il governo precedente non e' riuscito a dare. E' stato un vero cavallo di battaglia per la destra che ha colto una vittoria fin troppo scontata proprio nel momento in cui i dati del viminale nascosti all'opinione pubblica, davano un significativo calo di crimini nel nostro paese. Un calo intorno al 10/15 per cento, non poca cosa se pensiamo che questa cifra si rileva per la quasi totalita nell'immigrazione mentre per i crimini di casa nostra la cifra non cambia e sono sempre i nostri connazionali a dare le cifre piu alte nel quadro generale. Dal momento che il cittadino non puo quantificare nessun fenomeno nazionale, a questo non e' rimasto altro che credere in una emergenza propinata dalla stampa, dalla tv ma soprattutto dai poteri politici. Come posso avere una realta' nazionale se non ho i mezzi per certificarla? Non sono un inviato speciale non mi reco nei luoghi dei fatti, non mi e' proprio possibile farmi un'idea di quello che succede ogni giorno e in ogni luogo. Io posso solo credere a quello che mi si dice se voglio altrimenti posso fregarmene ma di sicuro non avro' mai una realta' ben precisa. Con la tv i contorni si dilatano o si stringono e la mia percezione della realta si altera. Va bene, finora ho parlato in prima persona ma la mia percezione e' diversa. Gli immigrati in italia sono i meno numerosi dell'intera europa, spesso l'italia rappresenta solo una sosta verso altri paesi. E' la posizione geografica che rende interessante il nostro territorio. Chi arriva dalla Libia via mare considera meno pericoloso e piu conveniente approdare a Lampedusa che farsi altre rotte. In grecia e in spagna in fenomeno segue la stessa logica del tragitto piu breve e se si pensa che le cose funzionino meglio che da noi, si deve ricredere che al massimo hanno una realta diversa dalla nostra ma con gli stessi numeri. In grecia il fenomeno si traduce in clandestini che all'insaputa del proprietario, si nascondono nel camion, in mezzo alle merci o sotto la struttura del camion condividendo il calore che emette la marmitta del mezzo durante il viaggio. Questo fa capire che la grecia non e' la terra dei sogni ma solo un ostacolo da superare. In italia il discorso non è molto diverso. C'e solo da considerare che il nostro paese non permette viaggi in tempi brevi come in grecia perche' lo stivale e' lungo da attraversare e farlo sotto un camion e' inpensabile. L'italia si puo considerare una buona opportunita' per un recupero delle forze economiche. Questi non viaggiano con i soldi in tasca e sanno che se voglio ricongiungersi con i loro parenti che hanno fatto lo stesso viaggio prima di loro verso altri paesi dell'europa, questi devono lavorare ed e' per questo che quando la destra dice che si deve regolarizzare il lavoro dell'immigrato, non e' credibile. Come si puo mettere in regola un immigrato se la sua intenzione e' quella di lavorare solo qualche mese giusto per avere i soldi e ripartire per il nord europa? Quale padrone si impegnerebbe a sostenere i costi di un immigrato se questo non sta piu di sei mesi nel nostro paese? E all'immigrato che conti possono tornare se a lavorare deve pagare i contributi di una pensione che non sogna nemmeno? Questo vuole andare via prima possibile. La legge c'e ma non e' applicabile
 
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