Bastarda_mente

Post N° 29


    Riconoscere i propri errori è, a mio avviso, la miglior prova di maturità che una persona possa dare.    Solo i bambini capricciosi e gli ignoranti credono d'avere sempre ragione. Ma basta uscire dall'infantilismo e affrontare con un minimo di senso critico, con onestà e guardandosi bene dentro qualsiasi problema, per capire che la verità è complessa e che ragione e torto difficilmente stanno da una parte sola...    I nostri antenati, sottili conoscitori della natura umana molto più di quanto non lo siamo adesso, usavano due celebri frasi per esprimere questi concetti. Dicevano: "E' saggio l'uomo che sa cambiare opinione" e poi aggiungevano: "Sbagliare è umano, perseverare è diabolico". Volevano intendere che non è disonorevole ammettere di aver sbagliato, ma che è da idioti battere sugli stessi errori per testardaggine, per stupido orgoglio o per presunzione.    Io non ho mai avuto nessuna reticenza ad ammettere i miei sbagli...ma tante volte ho sbattuto la testa contro il muro della mia ostinazione....Volevo che le cose andassero esattamente come desideravo, indipendentemente dalle idee e dai sentimenti degli altri. Non ero disposta a fare nessuna concessione, ero irremovibile e intransigente.    Adesso comincio a capire che spesso è necessario essere più docili e malleabili. E' meglio adattarsi a certe circostanze che non si possono cambiare, invece di pretendere che esse si adattino a me a qualsiasi costo.    E che essere flessibili significa essere realisti.    Tutti quanti ci ostiniamo , spesso, a voler impostare il gioco della vita non in funzione delle carte che abbiamo...ma secondo quelle a cui pensiamo di aver diritto.   E' un atteggiamento che ci rende perdenti fin dall'inizio....è con la flessibilità, con l'accettazione dei nostri sbagli e la volontà di non ripeterli...con l'accettazione della debolezza altrui, di chi si ama soprattutto....che è possibile aiutare gli altri a fare il primo passo che potrà portarli ad un cambiamento graduale.    Ci vuole una grande umiltà per far questo, e troppo spesso ce ne dimentichiamo.