L’Eni perde il pelo ma non il vizio. Ve la ricordate la madre di tutte le tangenti, il sistema dei fondi neri per i partiti nel ’92, ai tempi di Mani Pulite? Adesso possiamo dire, con contezza di causa, che quei tempi sono tornati. Oggi l’Ad di Eni Paolo Scaroni è indagato a Milano con l’accusa di aver pagato una tangente di 197 milioni di euro ad esponenti politici algerini per vincere un appalto da 11 miliardi di dollari.Paolo Scaroni, per chi non lo ricordasse, era stato colto con le mani nella marmellata anche nel 1992, fu arrestato e, nel ’96, patteggiò un anno e quattro mesi. Una personcina così perbene, dopo oltre venti anni, invece di essersi ritirato a vita privata, è ancora sulla breccia ed è uno degli uomini più potenti del Paese.Ora è stato colto nuovamente con le mani nella marmellata. La magistratura chiarirà se si è sporcato le dita o meno, ma la notizia dell’indagine in corso ci spinge a fare qualche riflessione.
L’Eni perde il pelo ma non il visto
L’Eni perde il pelo ma non il vizio. Ve la ricordate la madre di tutte le tangenti, il sistema dei fondi neri per i partiti nel ’92, ai tempi di Mani Pulite? Adesso possiamo dire, con contezza di causa, che quei tempi sono tornati. Oggi l’Ad di Eni Paolo Scaroni è indagato a Milano con l’accusa di aver pagato una tangente di 197 milioni di euro ad esponenti politici algerini per vincere un appalto da 11 miliardi di dollari.Paolo Scaroni, per chi non lo ricordasse, era stato colto con le mani nella marmellata anche nel 1992, fu arrestato e, nel ’96, patteggiò un anno e quattro mesi. Una personcina così perbene, dopo oltre venti anni, invece di essersi ritirato a vita privata, è ancora sulla breccia ed è uno degli uomini più potenti del Paese.Ora è stato colto nuovamente con le mani nella marmellata. La magistratura chiarirà se si è sporcato le dita o meno, ma la notizia dell’indagine in corso ci spinge a fare qualche riflessione.