IdV SONDRIO

RETTIFICA IMPORTANTE - I NUOVI COMMISSARI IDV REGIONALI SONO GIULIANA CARLINO E VITO GIANNUZZI


IDV in Lombardia: il triangolo no!Io voglio bene ad Antonio Di Pietro. Ma gliene voglio davvero, come ad un amico caro o ad un parente stretto. E provo riconoscenza per l'Italia dei Valori, che mi ha dato l'opportunità di vivere due anni e mezzo in Regione Lombardia combattendo battaglie, spesso aspre, in piena libertà: un privilegio che - credetemi - è di pochi.Proprio questi sentimenti m'impongono di vivere con la massima coerenza, e con quel po' di energia che il momento concede, i mesi che porteranno al congresso straordinario di fine giugno. Quei tre giorni segneranno la fine definitiva dell'IDV o, al contrario, il suo rilancio. Ed io so alla perfezione che non ci sarà rilancio senza la forza di archiviare per sempre vecchie pratiche e liturgie consunte. O sapremo ripartire dai nostri valori storici per rivestirli di novità vera e pulita, o tanto vale mollare il colpo.Ecco, quando ieri mattina ho scoperto di essere stato nominato commissario IdV per la Lombardia con la senatrice Carlino, ho pensato che forse avremmo potuto provare ad avviare un percorso di cambiamento da subito, partendo dal territorio. Quando poi ho ricevuto la comunicazione vespertina, con l'investitura di un terzo commissario nella persona di Vito Giannuzzi, ho capito che per ora questa volontà non è matura. Non lo è, prima ancora che per il merito della scelta, alla luce delle modalità utilizzate: quella motivazione (un "errore nella comunicazione" precedentemente inviata dalla segreteria nazionale) che sa tanto di Politburo. E dentro la quale si leggono, in trasparenza, incazzature, telefonate, pressioni, maldipancia, urla e sussurri, paura. Sì, paura. Che dovrebbe essere l'ultimo dei sentimenti ammissibili in una fase, come questa, che richiede l'esatto contrario: un'enorme dose di coraggio.Per dirla con Renato Zero, il triangolo no, non l'avevo considerato: non sarebbe servito, non avrebbe aiutato. E questa mattina ho inviato al mio Presidente una lettera di rinuncia all'incarico. L'ho scritta con dolore ma anche con tutto l'affetto possibile, per lui e per il Partito. Perché, avanti così, si muore.