Bits and pieces

i miei giorni....


 Cari amici sono tornata, vi racconto un po della mia assenza. L’estate scorsa la mia mamma si era ammalata seriamente,un’infezione bronchi /polmoni, e visto che ha 84 anni la cosa mi ha turbata,così con l’aiuto di uno sponsor, vista la grave situazione di disoccupazione nella mia casa e anche l’urgente necessità che mia figlia ha di essere sostenuta economicamente durante gli ultimi mesi di università a Londra, non c’è da dire che i soldi in casa nostra sono una cosa rara. Per quanti di voi non lo sappiano, la mia mamma si trova più di 10.000 km di distanza, che sono 10+2+2+2 ore di volo più i tempi di attesa. Un viaggio che potrebbe essere molto interessante e divertente in altrecircostanze, ma vi assicuro che quando il cuore è pieno di preoccupazione è tutt’altro, e in due altre occasioni ho subito il viaggio nelle situazioni più estreme, ma ora preferisco non pensarci. A giugno ho lasciato l’Italia, lasciando in dietro una molto attesa estate per immergermi in un grigio e triste inverno-sapete che quelli sono i mesi invernali in sud Africa- e li, in direzione polo sud, ho dedicato i miei giorni a curare mamma (che si è ripresa grazie a Dio) e fare passeggiate lungo il mare, avendo cura di non allontanarmi mai troppo. Casa di mamma è sulla collina che si affaccia sull’oceano indiano, una vista incantevole, con tartarughe giganti che passeggiano sulle strade, e cerbiatti con le loro mamme che mangiano l’erba intorno a casa. Uccellini che pranzano con briciole che papà metteva sul prato,mentre i gabbiani agivano da politici portando via tutto il cibo, poi il suono costante dell’oceano che faceva sembrare che le onde volessero entrare in casa nonostante la salita. Dopo alcune settimane sentivo che quello spazio di tempo(quasi 30 anni) era scomparso, come se io non fossi mai andata via da lì,sentivo dinuovo l’Africa casa mia. Era bello sentirmi di nuovo la cocca di papà, e poi mamma era estremamente felice di avermi là. Mamma era debole efragile ed io la curavo, ma nello stesso momento, sentivo la stessa sicurezza che sentivo da bambina, sentivo di potermi riposare tranquillamente avendola vicino e spesso mi addormentavo con la testa poggiata su di lei. Tre mesi sono volati, la mamma era più forte ed io misentivo più tranquilla alla mia partenza, abbondanti lacrime ci hanno accompagnato comunque all’aeroporto, ma a consolarci c’era la promessa dirivederci presto. Dopo solo alcune settimane passate in Italia, grazie a Dio e naturalmente alla mia cara sorella, ho potuto mantenere la promessa fatta a mamma. Ero di nuovo in viaggio, questa volta però c’era meno tensione, e al mio arrivo le giornate erano più calde e lunghe, i tramonti così colorati, che non sono riuscito a giustificarli nei miei mille tentativi di foto, e le surreali notti, cieli così carichi di stelle da toglierti il respiro. Si, era tutto bello, soprattutto era bello rivedere tutti. C’era un aria di festa visto che mio nipote che vive con la mia mamma si sposava. Il giorno delle nozze si avvicinava, e c’era da fare ancora le ultime preparazioni, il che rendeva tutto molto caotico. Casa brulicava di gente – visto mai “Il mio grasso grosso matrimonio greco”? Beh, peggio!-. Subito dopo il matrimonio, casa era vuota e i giorni li passavamo parlando ridendo e ricordando il bel tempo passato. Dinuovo il giorno della mia partenza si avvicinava, ma presto mi convinsero a rimanere per natale visto che era anche il compleanno di papà.  Le giornate erano ormai molto calde, e vista la paura degli squali, meduse, e le forti correnti (di cui tra poco vi racconterò di una mia sventura), comunque viste queste paure passavo ore in piscina a rinfrescarmi e mi divertivo a scoprire ancora le mie capacità di rimanere in apnea, certe cose non cambiano mai –meno male- (dico sorridendo.) Mi abbuffavo di frutti esotici appena raccolti, gelati che chiamavano italiani, ma lontani dal fatto (faccia triste) e altre cose buone. Si è vero ho accumulato tanti ricordi , ma anche tanti chili. Ho fatto un giro in barca, all’isola delle foche che è solo qualche km dalla spiaggia, ma non si può raggiungere a nuoto essendo il punto più invaso dagli squali. Durante quel giro in barca non sono riuscita a vedere dli squali, ma è stata un esperienza meravigliosa vedere un immensa quantità di foche che vivevano tranquillamente sulle rocce giocando al sole, scivolando nell’acqua nuotando, si accoppiavano e soprattutto puzzavano. L’avventura sulla spiaggia invece è tutta un’altra cosa, e se mai vi troverete affacciati sull’oceano indiano non vi fidate dell’apparenza. Ero seduta tranquillamente contemplando la serenità dell’acqua, mentre i due cagnolini giocavano intorno a me, tutto era sereno, o almeno così sembrava, all’improvviso un’onda insolita mi ha assalito con tanta furia nonostante io fossi a più di 8 metri distante dall’acqua, mi ha buttata per aria (considerando che non  peso poco) una capriola in aria e mentre atterravo, l’onda che era già di ritorno mi trascinava via con se, volendo inghiottirmi per sempre –davvero!- mia sorella che era stata travolta anche lei, ma in modo più leggero, ha corso in mio aiuto. Sono viva !!! Purtroppo però è morto il mio cellulare in quella sventura( i cagnolini sono salvi). Il 30 dicembre ero sul volo per casa, la dove c’è il mio <3 si dice “home is where  the heart is”. E l’arrivo del 2015 l’ho celebrato con il mio cuore nel mondo dei sogni. Zzz. Troppo stanchi di aspettare La mezza notte.