RACCONTO E ASCOLTO

6 MAGGIO 1976


6 maggio 76…una data che nel cuore del Friuli rimane impressa come un marchio a fuoco… Erano le nove di sera di una giornata caldissima…la campagna era immobile, non un alito di vento, non un uccellino che cinguettasse…adesso ricordo il silenzio innaturale….qualcosa si stava preparando… Ero ventenne… e avevamo deciso di andare in pizzeria…ricordo l’enorme quadro del Vesuvio che avevo di fronte a me e ricordo il rumore improvviso…come una cosa che veniva da dentro…un rumore che ti penetrava nei pori, nella mente, negli occhi…un rumore accompagnato dall’incredulità, dal terrore…il quadro cominciò ad ondeggiare…ma io ero immobile…guardavo il vuoto e mi soffocavo nel rumore…Un urlo…fuori…fuori…il terremoto…Il mostro sconosciuto…temuto ma mai vissuto…ed eravamo li…a farci soffocare dall’urlo della ferita della terra… La città impazzita….paura e basta…eravamo le comparse del peggiore dei film…ma non avevamo visto ancora nulla e ci stavamo preparando alla lunga notte di terrore… Le voci e le notizie cominciavano a circolare….si parlava di 5,10,15,20 morti…ed era già il dolore…. Il resto è storia….1000 morti…un’area distrutta…una mia compagna di scuola con cui avevo condiviso speranze, sogni…terminò quella sera di sognare… Oggi, quando rivedo quei posti rinati dalle macerie, quando penso alla mia gente dura, forte, che ha saputo rinascere dalle macerie più forte e più orgogliosa di prima mi sento fiera di essere friulana. 6 maggio 76…un fiore e un ricordo…