RACCONTO E ASCOLTO

DA DANIELA


E' tutto ben organizzato. Gli incaricati leggono le liste e caricano pazientemente i carrozzini sui furgoni. Non c'è confusione nè si sente il solito vociare che, solitamente, accompagna la partenza dei gitanti, eppure l'eccitazione e l'allegria sono palpabili: si va a mangiare all'aperto, a casa di Daniela! Daniela mi sfugge, non riesco a collocarla in una precisa dimensione: a volte è scorbutica, brontolona quasi annoiata, altre volte è aggressiva, esuberante e compagnona, poi , come in quest'occasione, si dimostra piena di umiltà e amorevolezza: boh !!! I "ragazzi" l'adorano e ogni sua apparizione somiglia a quella di Wanda Osiris ! Dopo un breve viaggio arriviamo nel giardino ,la nostra meta. In un angolo, mezza affumicata, rossa in volto, scarmigliata al punto giusto, fasciata in una maglietta e jeans più adatti ad un'adolescente che ad una matura signora incontriamo la padrona di casa affacendata a rosolare pollo e polenta su un'enorme griglia arroventata.Con pazienza gli assistenti scaricano i carrozzini e coloro che vi siedono mentre siamo accolti da un antico musico che, armato di fisarmonica amplificata, suona tutti i suoi cavalli di battaglia. Daniela ci dà dentro e in poco tempo la grigliata è pronta: in un battibaleno i carrozzini sono parcheggiati intorno ai tavoli e .... si mangia!La nostra commensale si aggira allegra tra i tavoli per ringraziare tutti noi che mostriamo di apprezzare i suoi sforzi culinari. Alla fine, inespattatamente, hanno inizio le danze e ho pottuto ammirare persone, il cui corpo non risponde più alla volontà, volteggiare a ritmo di musica sotto la guida di agili volontarie di ogni età. Stupefacente?! Macchè! Quello che mi ha emozionato di più è stato un ragazzo, paralizzato, quasi assente, che si è messo a cantare dimostrando una notevole intonazione e senso ritmico! Terminata la musica è ritornata nel suo misterioso mondo silenzioso. Che aggiungere? ci sarebbe molto da dire ma il rischio della retorica e delle banalità sdolcinate è sempre dietro l'amgolo, perciò mi fermo.